EDITORIALE

​La PA che innova c’è, basta andarla a cercare

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Una pubblica amministrazione reattiva, visionaria, agile e flessibile può esistere. La PA non è solo quel corpaccione pigro e un po’ arrogante con il quale spesso ci troviamo a convivere. Non è fatta solo di dirigenti che dedicano la propria vita a rinnovellare codici

28 Ottobre 2016

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Gianni Dominici

A volte si ha difficoltà a crederlo ma poi, girando per l’Italia ci si rende conto che è possibile. Sì una pubblica amministrazione reattiva, visionaria, agile e flessibile può esistere. Si la PA non è solo quel corpaccione pigro e un po’ arrogante con il quale spesso ci troviamo a convivere. Non è fatta solo di dirigenti che dedicano la propria vita a rinnovellare codici.

Guardando alle città, ai territori locali dal Nord al Sud troviamo campioni di vitalità, energie che cercano di fare sistema. La ricerca che abbiamo presentato a Bologna la scorsa settimana ci restituisce un paese pieno di contraddizioni ma anche di iniziative e di proposte. Abbiamo Milano, grande città di caratura internazionale che fa da apripista a Torino, Bologna, Venezia, Firenze non più isolate fra di loro ma collegate grazie al tessuto di connessione costituito dalle città medie di Padova, Parma, Trento, Modena e Ravenna. Una vera piattaforma territoriale abilitante di iniziative economiche, sociali e culturali come lo Smart City Lab milanese, l’incubatore del comune di Firenze, il progetto Smart Living di Brescia, il progetto SMILE della città di Torino, e così via.

Ma il buon governo delle città non è solo del Nord, pur nell’ancora distante Sud ci sono forti elementi di reazione. Città che stanno investendo su se stesse inaugurando inediti percorsi basati sulla sostenibilità e sull’innovazione sociale. Sono città come Cagliari, Matera, Lecce e Siracusa con iniziative e progetti come “Lecce social innovation city”.

E ancora, l’innovazione passa per una nuova cultura della gestione del territorio che fa propri quei principi di partecipazione e di collaborazione che abbiamo trovato nella provincia di Trento con la ricerca ComunWeb. Qui le parole chiave della cosiddetta riforma Delrio sono diventate realtà, grazie al Consorzio dei Comuni Trentini, in una gestione associata dei servizi web condivisi da quasi duecento enti locali e facendo risparmiare cosi, alle casse pubbliche, un milione e mezzo in tre anni. Ma non è solo risparmio economico, governare il territorio in logica collaborativa significa infatti anche far crescere competenze e comunità locali. Forse proprio da queste esperienze dobbiamo ripartire, lasciando per un po’ da parte la politica nazionale e romana e investendo su questi baluardi del cambiamento, avamposti, spesso trascurati, di una nuovo rapporto cittadini-istituzioni.

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