Regione Lazio: banda larga in tutte le zone rurali entro il 2015
Accesso veloce a Internet anche nei territori rurali e nelle aree, cosiddette, svantaggiate del Lazio. Grazie a un Accordo di Programma stipulato dalla Regione Lazio e il Ministero dello Sviluppo Economico sarà attuato entro il 2015 il potenziamento delle infrastrutture per la connettività a banda larga nelle aree rurali, con l’obiettivo di abbattere il divario digitale esistente, migliorare la competitività del sistema delle imprese e lo sviluppo economico e culturale dei territori rurali.
21 Luglio 2011
Redazione FORUM PA
Accesso veloce a Internet anche nei territori rurali e nelle aree, cosiddette, svantaggiate del Lazio. Grazie a un Accordo di Programma stipulato dalla Regione Lazio e il Ministero dello Sviluppo Economico sarà attuato entro il 2015 il potenziamento delle infrastrutture per la connettività a banda larga nelle aree rurali, con l’obiettivo di abbattere il divario digitale esistente, migliorare la competitività del sistema delle imprese e lo sviluppo economico e culturale dei territori rurali.
“La dotazione finanziaria complessiva per realizzare il progetto – ha affermato l’assessore alle Politiche agricole Angela Birindelli – è di 5,6 milioni di euro, provenienti dall’attuazione di una specifica Misura del Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 riguardante Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale per la realizzazione di reti tecnologiche di informazione e comunicazione”.
Gli interventi previsti riguarderanno principalmente la realizzazione delle infrastrutture per la posatura della fibra ottica nei contesti produttivi rurali con l’obiettivo di giungere a una dotazione di servizi almeno fino a 20 Mbits, nonché, in via subordinata, l’istallazione di tecnologie alternative, laddove l’investimento nelle opere infrastrutturali risulti economicamente improponibile a causa delle difficili condizioni geomorfologiche e della scarsissima densità abitativa dei territori.
Il progetto d’intervento interesserà nello specifico le aree rurali che, sulla base di una mappatura effettuata sul territorio laziale, sono state definite “aree bianche”, vale a dire aree con servizi di banda larga assente o scarsamente diffusi (aree C), o aree a bassa connettività (aree D).
Nel Lazio sono 52 in totale le aree rurali bianche C e D candidate a oggetto di intervento, di cui 22 nella provincia di Frosinone, 18 nella provincia di Rieti, 6 nella provincia di Roma, 3 nella provincia di Viterbo e 3 nella provincia di Latina.
Le infrastrutture realizzate, quali connessioni in fibra ottica, costruzione di torri radio, realizzazione di portanti radio a microonde ad alta capacità, saranno progettate e costruite in modo da poter essere successivamente offerte a tutti gli operatori di telecomunicazioni (sia fissi che mobili) a condizioni eque e non discriminatorie.
Oltre agli interventi del PSR sulle “aree bianche”, il Ministero per lo Sviluppo Economico sta completando la messa in opera di un elevato numero di centrali digitali sulle restanti aree territoriali, realizzate grazie a fondi nazionali e comunitari. Il risultato della combinazione di questi interventi porterà alla disponibilità del servizio di banda larga sulla quasi totalità del territorio regionale.
“Un primato importante per la regione Lazio – ha sottolineato l’assessore Birindelli – per favorire una rapida ripresa economica, un passo che alcune regioni in Europa hanno già fatto con grandi risultati.
La Regione deve aiutare tutti a trarre il massimo dalle tecnologie moderne. La banda larga è uno strumento indispensabile per le imprese nelle zone rurali, per mantenersi vitali e prosperare nella produzione e nel reddito degli agricoltori. Programmare la produzione, vendere i prodotti on line, conoscere i prezzi sui mercati internazionali, tutto questo sarà presto possibile per gli agricoltori grazie alla nuova rete infrastrutturale. La connettività sul territorio, oltre a favorire uno sviluppo economico più integrato, potrà contribuire anche a ridurre quell’isolamento fisico e geografico che grava sulle popolazioni residenti nelle aree più marginali e remote della regione”.