Opere pubbliche, la visione “smart” si fa sistema con la piattaforma del Mit
Il progetto, attualmente in fase di start-up, ha l’obiettivo di avviare la trasformazione digitale delle infrastrutture e della mobilità e individuare – secondo un percorso condiviso con i principali stakeholder – una visione nazionale che definisca standard funzionali e di servizio
21 Marzo 2016
Mario Nobile, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
“Essere connessi”, il resto non conta. Siamo alla spasmodica ricerca di reti wi-fi negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie, senza parlare dei servizi di mobilità; l’ambiente con il quale interagiamo fornisce informazioni e riceve i nostri dati, il più delle volte senza la nostra piena consapevolezza.
Da queste semplici considerazioni, dalla forte volontà di mettere al centro l’esperienza di trasporto degli utenti e dalla necessità che la vecchia Europa cominci a dare segnali più marcati nel mercato dei servizi ICT, magari in vista dell’imminente avvio della piattaforma Galileo, è nato ‘ smart infrastructures’ del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Senza contare il valore notevole degli investimenti annuali in infrastrutture, pari a diversi miliardi di euro.
Il costo della tecnologia all’interno di un’opera come un viadotto è incredibilmente e marginalmente basso rispetto ai costi globali dell’infrastruttura. Ma non è questione di sistemare qualche sensore o qualche stendere metro di fibra ottica; serve un approccio sistemico, che stabilisca gli standard funzionali e che abbandoni la classica autoreferenzialità pubblica per aprire un serrato confronto con gli operatori (di servizi, di telecomunicazioni, di settore) per realizzare una vera piattaforma abilitante ai servizi.
Di trasparenza e buona gestione, visto che la tecnologia consente di accompagnare la progettazione, la realizzazione e la gestione nel tempo dell’opera. Superiamo i viadotti crollati, i costi crescenti di costruzione, i collaudi senza tecnologia per raggiungere poi gli opendata sullo stato di salute delle infrastrutture e delle strutture quali scuole, dighe, ecc.
Di migliore utilizzo delle infrastrutture. Oggi con la tecnologia le carreggiate autostradali si stringono e si allargano con segnali luminosi (freccia verde e “x” rossa), i treni possono viaggiare a maggiore velocità, gli aeroporti e le stazioni marittime possono aumentare la loro capacità. L’infrastruttura deve essere adattabile a diversi eventi, deve aumentare la sua resilienza. Deve poter resistere ai mutamenti causati da eventi naturali, scioperi, manifestazioni.
Di migliore esperienza degli utenti. Vogliamo dare e ricevere informazioni in auto, in treno, in aeroporto, in traghetto. Vogliamo ricevere informazioni sul nostro bagaglio all’arrivo in aeroporto, informarci e operare scelte sulla prosecuzione del nostro viaggio verso il centro della città. Aprirci alla sharing economy condividendo l’auto o il viaggio.
Il rilancio del settore delle infrastrutture e dei trasporti, attraverso la digital transformation , rappresenta un fattore abilitante della crescita sostenibile, intelligente ed inclusiva del Paese, in grado di creare infrastrutture nuove e leggere, di qualità, più sicure, più economiche, meglio utilizzate e fruite, che generino dati e servizi per una migliore esperienza del viaggio per i cittadini e una più efficiente logistica per le merci.
Il progetto, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e attualmente in fase di start-up, ha l’obiettivo di avviare e guidare la nuova stagione della trasformazione digitale delle infrastrutture e della mobilità e individuare – secondo un percorso condiviso con i principali stakeholder – una visione nazionale che definisca standard funzionali e di servizio di riferimento, raccogliendo così la sfida dell’innovazione a beneficio di cittadini e imprese contribuendo anche all’espansione del mercato e in generale dell’economia del Paese.
Gli interlocutori istituzionali sono ANAS, Ferrovie, ENAC, Concessionarie autostradali, Autorità portuali. Ovvero tutti i soggetti concessionari di servizi dello Stato, ovvero pubblici, di tutti.
Gli obiettivi indicati dal Ministro Delrio sono semplici ed efficaci: spendere meglio i soldi investiti in infrastrutture, sostenere un nuovo fermento culturale ed economico sui servizi di trasporto, aumentare la qualità dell’esperienza di mobilità degli utenti. La sfida è lanciata.