I Net Garage a Modena: un esempio concreto (e coraggioso) di innovazione sociale, in fase di rilancio
Nati dodici anni fa per consentire l’accesso a internet e alla formazione di base, soprattutto da parte dei giovani, i Net Garage del Comune di Modena si sono evoluti di pari passo con il cambiamento del rapporto tra cittadini e nuove tecnologie. Mantenendo, tuttavia, un obiettivo costante: quello di favorire l’uso consapevole, critico e creativo delle tecnologie stesse. Per il 2013, Anno Europeo dei Cittadini, il focus si sposta ulteriormente sulla collaborazione diffusa e la partecipazione attiva. Nell’articolo di Caterina Bonora di Civibox, associazione fortemente impegnata nel progetto, il racconto del percorso compiuto e di quello avviato.
4 Febbraio 2013
Caterina Bonora*
Nati dodici anni fa per consentire l’accesso a internet e alla formazione di base, soprattutto da parte dei giovani, i Net Garage del Comune di Modena si sono evoluti di pari passo con il cambiamento del rapporto tra cittadini e nuove tecnologie. Mantenendo, tuttavia, un obiettivo costante: quello di favorire l’uso consapevole, critico e creativo delle tecnologie stesse. Per il 2013, Anno Europeo dei Cittadini, il focus si sposta ulteriormente sulla collaborazione diffusa e la partecipazione attiva. Nell’articolo di Caterina Bonora di Civibox, associazione fortemente impegnata nel progetto, il racconto del percorso compiuto e di quello avviato.
“Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo. Sognavo che le città fossero splendide, piene di luce, irrigate d’acque limpide, popolate di esseri umani il cui corpo non fosse deturpato né dal marchio della miseria o della schiavitù, né dal turgore di una ricchezza volgare…”, così scrive Marguerite Yourcenar in Memorie di Adriano.
Ed è a questa “poesia concreta” che idealmente dovrebbe tendere il binomio smart cities ed innovazione sociale.
Un’esperienza che ha messo in gioco buone pratiche ed esperimenti più o meno azzardati, un gran numero di persone e altrettante relazioni, arricchitesi sempre più nel corso degli anni, è quella dei Net Garage del Comune di Modena.
Questa storia inizia dodici anni fa. Il nome prende spunto dall’embrionale inizio di carriera di Bill Gates, che proprio in un semplice garage cominciò a gettare le basi del proprio impero. Nei Net Garage si parla di IT e di web, partendo da una rete territoriale capillare: che cresce negli anni, fino ad assestarsi sull’attuale numero di nove sedi distaccate in tutta Modena. Sono un network di punti, più o meno informali, più o meno ampi, dove è possibile navigare gratuitamente in Internet (liberamente e assistiti dagli operatori), frequentare corsi sulle nuove tecnologie, conoscere nuovi progetti e nuove persone. Lo scopo è quello di arricchire l’offerta aggregativa per i giovani in città, promuovere attività gradite e scarsamente presenti (l’informatica, sia a scuola che in famiglia), la creatività e il protagonismo giovanili.
Nel 2004 vi è stata è una svolta fondamentale, con la scelta dichiarata di privilegiare l’open source e l’open content, anche come filosofia identitaria.
Se nel 2001, con la relativa scarsità di connessione e hardware, la possibilità di usufruire di questi strumenti rimaneva molto preziosa, nel 2013, l’epoca del wireless gratuito (a Modena c’è da qualche mese iModena, seppure ancora a macchia di leopardo nei luoghi pubblici e nel centro cittadino) l’essenzialità di questo servizio ha modificato il suo target. Gli utenti che frequentano i Net Garage negli orari di navigazione aperta al pubblico sono in maggioranza migranti, spesso arrivati da poco in città e con una conoscenza relativa della lingua italiana. Qui possono videochiamare a casa con Skype, ascoltare musica da Youtube, esplorare i servizi della pubblica amministrazione, scrivere mail, e così via. Gli spazi rimangono molto affollati.
Oggi vi è la constatazione del necessario adattamento all’attualità, rispetto al progetto originario che va a riconfigurarsi – come ogni buon percorso di innovazione sociale sa fare – pur mantenendo le direzioni positive che non hanno perso la loro forza, anzi: sempre rispondendo alle parole d’ordine “alfabetizzazione informatica” di base e avanzata, “promozione della creatività” e “diffusione dell’open source”.
La valutazione e il monitoraggio del progetto rimangono a cura del Centro Documentazione sulla Condizione Giovanile, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dell’Ufficio Ricerche del Comune di Modena e del CRIS dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il progetto è stato oggetto di diverse tesi di laurea e di due ricerche universitarie (principalmente presso la Facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione).
Continua inoltre la fitta attività di pubblicazione (in formato cartaceo, in formato tutorial video e in e-book) con manuali su Ubuntu, sui social networks, su Open Office e sui Creative Commons. Proseguono i percorsi di empowerment della creatività giovanile con dinamiche concorsuali (Holden, Pinguino doro, Parole Digitali) e soprattutto la concezione della formazione continua, coerentemente al concetto del "Life Long Learning Programme" (dal 2012 rivolto non solo ai giovani, ma anche ad adulti ed anziani, con la prosecuzione ideale del progetto regionale Pane e Internet). Corsi e percorsi didattici vengono anche progettati nei Net Garage per uscire dagli spazi da essi definiti ed entrare nelle strutture scolastiche con percorsi didattici riconosciuti dal POF: in particolare “Internet Sicuro” (più di 1000 studenti nel corso dell’anno scolastico 2011-12, tutt’ora in corso) e “Non solo Wikipedia” (sulla ricerca, il confronto tra diverse fonti e il knowledge management) sono esempi di successo.
Ci racconta Giovanni Finali, coordinatore dei Net Garage fino alla pensione, alla fine del 2012: “Si tratta di un progetto importante che, se inquadrato storicamente nel periodo della sua nascita, ha avuto rilevanti elementi innovativi e una oggettiva capacità di previsione evolutiva che gli hanno permesso di modificarsi in itinere. Nel corso degli anni, il progetto si è aggiornato, in relazione ai cambiamenti, e sovente li ha previsti in anticipo, adeguandosi per tempo. All’epoca della nascita dei Net Garage la diffusione dell’informatica era molto limitata sia nelle famiglie che nelle scuole (si pensi che nel 2000 un pc costava molto più di uno stipendio medio, mentre oggi si trovano device dignitosi che non superano una cifra che corrisponde a circa un quarto della cifra relativa), mentre negli uffici i pc si cominciavano solo a vedere, con un uso limitato alla videoscrittura o alla creazione di micro banche-dati. Il dibattito culturale del periodo, inoltre, era molto lontano dall’ipotizzare che l’informatica avrebbe assunto, nei tempi rapidi in cui è avvenuto, il ruolo primario che ha acquisito, sia come medium comunicativo, sia come veicolo e strumento creativo”.
“Decisamente superato nelle sue finalità di alfabetizzazione informatica delle nuove generazioni – aggiunge Finali – il progetto si è occupato dei temi della libera diffusione dei contenuti (dall’open source all’open content) e della promozione della creatività giovanile. Ultimamente, poi, ha iniziato ad occuparsi di info-formazione sulla sicurezza digitale, attraverso convegni internazionali, con il percorso didattico Internet Sicuro (divenuto anche materia di un notevole studio su oltre 2000 ragazzi realizzato dal Centro Studi), grazie alla fondamentale collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia e del Centro Interdipartimentale sulla Sicurezza e Prevenzione dei Rischi sia dal punto di vista della condivisione contenutistica e del lavoro di ricerca e di valutazione, che da quello della vera e propria collaborazione organizzativa.”
I Net Garage, con le 22mila presenze annue, le decine di corsi, l’azione congiunta dell’assessorato alle Politiche Giovanili e una rete attiva di associazioni (Civibox, che coordina le attività IT in modo trasversale, Ponghino e Voice Off sull’audiovisivo, e Conoscere Linux sull’open source) sono un esempio lampante di sperimentazione riuscita, talvolta ancora troppo poco riconosciuta, come tutti gli spazi ibridi ed elastici. L’interessamento e l’azione integrata di assessorati tangenti (Istruzione, Politiche delle Sicurezze, Pari Opportunità, Politiche Sociali) ne fanno un unicum nella storia delle pubbliche amministrazioni in Italia.
Si prevede un 2013 in cui rafforzarne le caratteristiche come piattaforma di collaborazione diffusa, partecipata, un’azione di community building che possa raggiungere nuove forme di sostenibilità: con il recente rinnovo della strumentazione, e un reinvestimento comune delle parti sociali nell’utilizzo e nell’usabilità degli spazi, dei progetti. Il 2013 è l’Anno Europeo dei Cittadini, e questo si riflette appieno nelle finalità ultime dei Net Garage: riconoscere e dare valore alle persone attraverso percorsi di conoscenza e di formazione che mirano alla coesione sociale piena, alla partecipazione attiva.
Nei Net Garage si sommano aspettative convergenti e la collaborazione di un gruppo di lavoro di qualità e in crescita, esperto in un ventaglio variegato ed esteso di competenze (dalla formazione, al web, alla progettazione anche allargata, anche regionale, anche europea) e soprattutto di quella ars combinatoria assolutamente essenziale non solo a chi vuole operare creativamente ma anche a chi vuole sopravvivere oggi, in piena crisi del modello di welfare tradizionale, dal di dentro o dal di fuori della pubblica amministrazione, con progetti no-profit. Vi è un radicale cambiamento del modello organizzativo oltre che di quello progettuale, un mutamento del sistema gestionale che si riflette virtuosamente nell’identità culturale, nello stesso processo di innovazione del servizio, che diventa molto altro e vive della capacità di creare valore.
Ci dice Walter Martinelli, attuale coordinatore della Rete e Responsabile delle Biblioteche Decentrate del Comune di Modena: "Il 2013 sarà per la Rete Net Garage un anno impegnativo, non solo per il riassetto organizzativo che vede una intensa partecipazione delle associazioni coinvolte nel progetto e in particolare di Civibox a cui è affidata la gestione e la cura dell’intera rete, ma anche e soprattutto per lo sviluppo delle linee progettuali e di lavoro. Se all’inizio il cuore operativo della Rete era consentire l’accesso all’informazione e alla formazione di base, adesso è evoluto in una serie linee di intervento che vanno dalla promozione della creatività all’uso consapevole di Internet, toccando temi come l’utilizzo dei portable device, il digital divide, i social network, la scrittura creativa, i linguaggi comunicativi del fumetto, del video e del web, la condivisione di contenuti ed esperienze fino al più recente progetto relativo alla realizzazione di videogiochi”.
“Contiamo – conclude Martinelli – che vengano a maturazione molti di questi percorsi e altri si aprano: il gioco appunto, la musica, la realtà aumentata, ma sempre nell’ambito di un uso consapevole, critico e creativo delle tecnologie e dei media comunicativi.”
È da qui che può ripartire l’innovazione sociale: non come vuoto concetto scollegato dal quotidiano, ma come riqualificazione e rilancio sull’esistente, di una realtà che sta anche creando occupazione in un momento in cui il tasso di disoccupazione tra i giovani sta toccando vertici mai visti. La smart city, già idea a rischio frammentazione, ha a mio parere molto da imparare dalla proattività di realtà come queste.
Direi allora che non solo i Net Garage tendono al raggiungimento del bene comune, ma che anche ne fanno parte: e come tali vanno curati, protetti, arricchiti di nuovi filoni progettuali e di nuove persone e relazioni, coinvolgendo trasversalmente tutta la società civile, che non può più fare a meno dei cosiddetti e-skills: competenze di base per agire, conoscere, comunicare, ed essere pienamente cittadini.
*Caterina Bonora – Associazione Civibox
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