Torna il Rapporto “Camere Aperte”: chi sono i Parlamentari più attivi? Tra curiosità e piena trasparenza.
In Parlamento si parla tanto di diritto penale e poco o niente di disoccupazione, e solo il 17% delle leggi è nato su iniziativa parlamentare. Sono solo alcuni dei dati che l’associazione openpolis ha presentato ieri a Palazzo Madama all’interno del secondo rapporto Camere Aperte dedicato ai dati 2010.
1 Marzo 2011
Tommaso Del Lungo
In Parlamento si parla tanto di diritto penale e poco o niente di disoccupazione, e solo il 17% delle leggi è nato su iniziativa parlamentare. Sono solo alcuni dei dati che l’associazione openpolis ha presentato ieri a Palazzo Madama all’interno del secondo rapporto Camere Aperte dedicato ai dati 2010.
La prima edizione di Camere Aperte coincideva con il debutto del sito openparlamento.it, nel giugno del 2009. Per la prima volta in Italia venivano pubblicate informazioni sulle presenze e l’attività dei nostri parlamentari, condite con elaborazioni, classifiche e confronti messi on line, a disposizione di cittadini e media.
Tuttavia ad un anno di distanza l’associazione openpolis, autrice del rapporto, non si dichiara soddisfatta dall’effetto ottenuto. Obiettivo dell’iniziativa, infatti, non era creare gossip o “stare col fiato sul collo dei politici”, ma entrare nel Parlamento e nelle scelte politiche, che lì si decidono ogni giorno, e renderle accessibili al maggior numero di cittadini possibile.
“Se noi di openpolis insistiamo nel voler creare strumenti e analisi per valutare l’attività del Parlamento e renderla comprensibile a tutti – ha affermato Vittorio Alvino, presidente dell’associazione – è perché siamo convinti che proprio dalla trasparenza politica, ossia dalla possibilità dei cittadini di tornare ad avere fiducia e di partecipare che bisogna ripartire per cercare una via d’uscita dalla crisi della democrazia”.
È con questo spirito che ieri al Senato è stato presentato il Rapporto Camere Aperte 2011.
“La rappresentanza non è una delega in bianco e, per tanto, l’attività dei parlamentari deve poter essere sottoposta ad una valutazione pubblica secondo metodi trasparenti e condivisi che si basino su dati di fatto”, ha continuato Alvino. “Per rispondere a tale esigenza, openpolis ha elaborato un indice di produttività che prende in considerazione non solo la “quantità” del lavoro, cioè gli atti che il parlamentare presenta in un dato periodo di tempo, ma anche il “risultato” ottenuto, cioè quanti atti sono stati discussi, votati, diventati legge o rimasti solo intenzioni”.
Tra le novità di questa seconda edizione, oltre al nuovo strumento di valutazione dell’attività parlamentare, l‘Indice di Produttività, che adotta metodi nuovi ed elabora molte più informazioni del precedente Indice di Attività, openpolis ha inserito nella sua rilevazione un sistema che consente di valutare nel tempo l’attenzione che il Parlamento nel suo complesso, ma anche il singolo gruppo o il singolo parlamentare, dedica alle questioni del paese. Dall’evasione fiscale agli animali domestici, dal piccolo Comune, alla nazione estera, ogni tema può essere analizzato e confrontato con altri, per ricostruire le priorità effettive e l’andamento dell’agenda politica.
Un po’ di dati
Trasparenza
Il primo dato che emerge dal rapporto è che all’interno del nostro Parlamento manca la trasparenza. Perché – si chiedono gli analisti di openpolis – in Italia non si sa nulla o quasi delle sedute delle Commissioni Parlamentari? Perché manca un resoconto stenografico (se non in casi particolari) e non c’è pubblicità sui voti e sulle presenze? Eppure le Commissioni parlamentari rappresentano la parte più importante nel processo di elaborazione delle leggi. Parti ancora troppo opache.
Altro tema sollevato da openpolis in apertura del rapporto è quello relativo alla trasparenza riguardo le dichiarazioni dei redditi, dei patrimoni e delle spese elettorali che i parlamentari sono tenuti a depositare ogni anno presso gli uffici di Camera e Senato, La legge 441del 1982, infatti, prevede che il cittadino interessato debba recarsi di persona negli uffici di Camera e Senato per consultare le informazioni patrimoniali. In attesa che qualcosa si muova openpolis ha dato il via ad un’ennesima iniziativa “dichiarazioni patrimoniali” un sito all’interno del quale qualunque parlamentare che voglia dimostrare la propria buona volontà può dare il consenso alla pubblicazione online della propria dichiarazione patrimoniale. 45 Parlamentari lo hanno già fatto!
Gli argomenti
Sommando gli indici di rilevanza di tutti gli atti (legislativi e non legislativi) riguardanti un singolo argomento il rapporto propone una curiosa classifica degli argomenti più discussi. Al primo posto il “diritto penale” che stacca decisamente il secondo classificato “Sviluppo economico”. Chiudono la classifica “patrimonio artistico” e “disoccupazione”.
In termini geografici a farla da padrone è il Sud, con una decisa accelerata negli ultimi 6 mesi. Eppure tra le Regioni quella di cui si discute di più in Parlamento è la Lombardia.
La produttività dei parlamentari
- Il gruppo più produttivo in assoluto in tutto il Parlamento è quello dell’Italia dei Valori seguito, alla Camera, da Lega, UDC, PD, FLI, PdL e Misto e, al Senato, da UDC, PD, PdL, FLI, Lega e Misto.
- Il Deputato più “produttivo” è risultato essere Antonio Borghesi (IdV) mentre per i Senatori al primo posto si è piazzato Gianpiero D’Alia (UDC).
- Il meno produttivo in assoluto è il Senatore Sebastiano BURGARETTA APARO (PdL)
- Legifomane dell’anno (chi legifera di più) è stata la deputata Gabriella Carlucci con ben 95 disegni di legge presentati.
Mentre il premio ai grafomani spetta in assoluto a due parlamentari del PD Marco Perduca (al Senato) e Matteo Mecacci (alla Camera) che hanno scritto e presentato rispettivamente 13.625 e 12.620 emendamenti. - Al primo posto in quanto a presenze si classificano ex aequo due Senatori: Cristano De Eccher (PdL) e Mandell Valli (Lega) con il 99,94% di presenze, mentre il più assente è risultato essere Antonio Gaglione del gruppo misto con la percentuale record di 92,14% di assenze.
- Menzione particolare meritano i “longevi” i Deputati e Senatori che occupano da più tempo un seggio in Parlamento. Al primo posto con ben 38 anni di onorato servizio Mirco Tremaglia, Deputato di Futuro e Libertà, ma non è solo. Cinque, infatti, i Parlamentari in carica da oltre 30 anni, 17 da oltre 20 anni, e 28 da oltre 16 anni.
Chiude il Rapporto un’amara considerazione. Nel 2010 sono state approvate 197 leggi. Di queste solo 34 sono nate da iniziativa parlamentare (a fronte dei 6018 disegni di legge presentati) mentre le restanti 163 (oltre l’83%) sono nate da iniziativa del Governo. Inoltre solo il 37% delle interrogazioni che i parlamentari rivolgono ai Ministri ha avuto risposta “espressione – chiude Vittorio Alvino – di un progressivo svuotamento del ruolo del Parlamento e di una politica che ha smarrito il senso della rappresentanza”,
Tutte le classifiche, aggiornate quotidianamente, sono pubblicate sul sito indice.openpolis.it.