Dall’Open Data all’Open Budget: l’Italia si confronta con l’Europa

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Difficoltà di reperire le informazioni e ritardo nella pubblicazione rendono l’Italia ultima tra le nazioni dell’Europa occidentale in tema di "trasparenza" dei bilanci. A dirlo una ricerca realizzata dall’International Budget Partnership, organismo indipendente, sulla base di un questionario compilato da esperti in materia di contabilità di stato della società civile, indipendenti e non legati in alcun modo al Governo.

28 Gennaio 2013

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Luigi Reggi e Chiara Assunta Ricci*

Difficoltà di reperire le informazioni e ritardo nella pubblicazione rendono l’Italia ultima tra le nazioni dell’Europa occidentale in tema di "trasparenza" dei bilanci. A dirlo una ricerca realizzata dall’International Budget Partnership, organismo indipendente, sulla base di un questionario compilato da esperti in materia di contabilità di stato della società civile, indipendenti e non legati in alcun modo al Governo.

Al raduno Spaghetti Open Data, noto come #SOD13, si è lavorato per comunicare meglio all’Europa i progressi dell’Italia nel campo dell’Open Government e, in particolare, degli Open Government Data. Per un attimo si è pensato, addirittura, che grazie alle informazioni raccolte durante la seconda track dell’hackaton, il nostro paese avesse raggiunto la vetta della classifica delle nazioni europee più aperte secondo l’European Public Sector Information (PSI) Scoreboard, una misurazione largamente sperimentale della disponibilità di open data e del livello di riuso raggiunto da ciascun paese. 

In realtà, l’interpretazione ufficiale degli esperti del progetto ePSIplatform dei dati raccolti a #SOD13 è stata un po’ meno benevola, ma la classifica finale, resa nota giovedì 24 gennaio 2013 al PSI group meeting presso la Commissione Europea, vede l’Italia comunque tra le prime posizioni
Con il passare del tempo assisteremo probabilmente ad un assestamento di questi dati, man mano che la metodologia verrà affinata.

È però da un altro studio che arrivano le brutte notizie. L’Open Budget Study, ovvero lo studio sulla trasparenza del Bilancio, cioè il più importante rapporto mondiale sulla trasparenza di bilancio, redatto ogni due anni a partire dal 2006 e pubblicato il 23 gennaio 2013, rivela, infatti, che in Italia c’è ancora molta strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo di un bilancio conoscibile e partecipato. Questa iniziativa, condotta dall’International Budget Partnership, rappresenta l’unica esperienza di analisi indipendente e comparativa delle procedure di bilancio e utilizza criteri accettati internazionalmente per valutare la trasparenza, l’affidabilità e il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale del bilancio di ciascun paese. Questo perché le decisioni di bilancio e la loro concreta realizzazione sono fondamentali per risolvere molti tra i più urgenti problemi del mondo. Il successo degli sforzi per migliorare la qualità della vita dei cittadini dipende infatti da dove e come vengono indirizzate le risorse finanziarie di ciascun Paese.

La ricerca viene redatta sulla base di un questionario compilato per ogni paese da esperti in materia di contabilità di stato della società civile, indipendenti e non legati in alcun modo al Governo. Ogni questionario è inoltre revisionato da altri due esperti anonimi, anch’essi al di fuori delle istituzioni governative. Sulla base di 95 quesiti che analizzano i principali documenti di bilancio viene costruito lIndice di trasparenza del bilancio (Open Budget Index – OBI) che può variare da 1 a 100 e permette di stilare una classifica su base mondiale. L’Italia presenta un valore dell’indice OBI pari a 60, superiore alla media mondiale di 43, ma il più basso dell’Europa occidentale, mostrando una crescita di soli due punti percentuali rispetto al punteggio del 2010. Il nostro paese risulta molto distante da Regno Unito, terza in classifica con un valore dell’indice pari a 88, Francia e Germania, paesi virtuosi con un punteggio rispettivamente pari a 83 e 71, e si posiziona al di sotto della Spagna e del Portogallo che ottengono un indice OBI di 63 e 62 su 100.

I ricercatori di Sbilanciamoci! e ActionAid hanno analizzato i principali documenti di bilancio per il nostro paese sottolineano, infatti, come venga diffusa solo parte delle informazioni sul bilancio e sulle attività finanziarie prese in considerazione dal questionario, nonostante tutti gli otto documenti chiave considerati dall’indagine siano stati pubblicati. Questi sono:

  • il documento Programmatico pre-Bilancio che fornisce le informazioni che collegano al bilancio le politiche del Governo e stabilisce i parametri che definiranno la proposta di bilancio dell’Esecutivo da presentare al Parlamento (Documento di Economia e Finanza del 2011);
  • la Proposta di Bilancio dell’Esecutivo che presenta i piani del Governo relativi alle entrate e alle uscite finanziarie (Disegno di Legge di Stabilità 2012 e Disegno di Legge di Bilancio 2012);
  • il Bilancio approvato che autorizza l’esecutivo ad operare le proprie manovre di finanza pubblica (Legge di stabilità 2012); 
  • il Bilancio indirizzato ai cittadini, una presentazione non tecnica in grado di far comprendere le scelte finanziarie del Governo ad un ampio pubblico (Bilancio in breve 2011);
  • le Relazioni di andamento durante l’anno (Rapporti Mensili sul Settore Statale); 
  • la Relazione di metà anno, ossia lo strumento giuridico-contabile destinato ad aggiornare il bilancio di previsione annuale alle vicende economiche e finanziarie sopravvenute ed alle nuove situazioni verificatesi dopo la sua approvazione (Assestamento di Bilancio); 
  • la Relazione di fine anno che presenta i risultati della gestione dell’anno finanziario (Rendiconto Generale dello Stato 2010); 
  • la Relazione dei revisori del bilancio, effettuata da un organo di rilievo, autonomo e indipendente rispetto al Governo e al Parlamento, che verifica la corretta gestione delle risorse pubbliche, il rispetto degli equilibri finanziari complessivi, la regolarità, l’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa (Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2010 redatta dalla Corte dei Conti).

Per i cittadini italiani risulta difficile controllare le attività del governo rispetto alla gestione delle risorse pubbliche sia a causa della difficile reperibilità delle informazioni all’interno dei documenti prodotti, sia a causa dei ritardi nella pubblicazione di alcuni di questi.

In particolare la Proposta di Bilancio dell’Esecutivo non presenta alcun dato relativo agli anni precedenti, non fornisce dettagli sul debito pubblico, sulle previsioni e sulle assunzioni economiche e finanziarie considerate in sede di approvazione del Bilancio e non include alcune voci considerate in ambito internazionale (anche non finanziarie, come il numero di beneficiari per i programmi di spesa). Analogamente, le Relazioni mensili non contengono informazioni sulla composizione del debito pubblico, mentre quelle di metà anno e fine anno non spiegano le difformità tra le previsioni macroeconomiche iniziali e i risultati finali dell’esercizio. L’esecutivo non rende poi pubblico il modo in cui vengono recepite le raccomandazioni della Corte dei Conti.

Infine, un forte punto debole dell’Italia, è la mancata istituzione di un processo formale di consultazione in grado di coinvolgere attivamente i cittadini e le forze sociali nella redazione del bilancio.

Le raccomandazioni del Rapporto al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni di controllo volgono quindi in questa direzione, proponendo semplici misure, la maggior parte a costo zero, per aumentare la trasparenza del bilancio.

Il Rapporto completo sulla trasparenza del Bilancio 2012 è scaricabile in PDF e offre un’analisi accurata sia a livello internazionale sia per singolo paese, approfondendo la metodologia seguita nell’indagine e fornendo raccomandazioni per aumentare la trasparenza e la completezza delle informazioni dei bilanci nazionali.

Sul sito è anche presente una sezione dedicata all’esplorazione interattiva dei dati progettata per visualizzare i risultati, facilitare i confronti internazionali e tentare addirittura una previsione sui risultati del 2014. Il dettaglio dei risultati dell’Italia si trova nella pagina dedicata.


* Luigi Reggi è Analista di politiche pubbliche per l’innovazione, l’Information Technology e l’Open Government;
Chiara Assunta Ricci è dottoranda di ricerca in Economia politica presso il Dipartimento di Economia e diritto dell’Università Sapienza di Roma. Collabora con la Campagna Sbilanciamoci! con la quale ha lavorato nel 2012 su questionario italiano per conto dell’Open Budget Initiative.

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