Patrimoni PA net: il 18 maggio verrà presentato il Libro bianco

Home Riforma PA Procurement Pubblico Patrimoni PA net: il 18 maggio verrà presentato il Libro bianco

Si è tenuto venerdì 23 marzo, presso l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP), il secondo Workshop "Tavoli Committenze-Imprese" di Patrimoni PA net, il laboratorio creato da FORUM PA e TEROTEC. L’incontro, aperto a tutti gli operatori pubblici e privati del mercato dei servizi per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni pubblici, è servito a fare il punto sul lavoro dei Tavoli, che stanno marciando a grandi passi verso la redazione del Libro bianco per presentarlo, il prossimo 18 maggio a Roma, in occasione del “6° Forum nazionale sui Patrimoni immobiliari urbani territoriali pubblici”, all’interno di FORUM PA 2012.

27 Marzo 2012

M

Michela Stentella

Articolo FPA

Si è tenuto venerdì 23 marzo, presso l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP), il secondo Workshop "Tavoli Committenze-Imprese" di Patrimoni PA net, il laboratorio creato da FORUM PA e TEROTEC. L’incontro, aperto a tutti gli operatori pubblici e privati del mercato dei servizi per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni pubblici, è servito a fare il punto sul lavoro dei Tavoli, che stanno marciando a grandi passi verso la redazione del Libro bianco per presentarlo, il prossimo 18 maggio a Roma, in occasione del “6° Forum nazionale sui Patrimoni immobiliari urbani territoriali pubblici”, all’interno di FORUM PA 2012.

Al centro dell’incontro del 23 marzo, l’importante novità introdotta dal DL 5/2012, il cosiddetto “Semplifica Italia”, che nella sezione III, dall’articolo 20 all’articolo 22, prevede delle modifiche al Codice dei contratti e, in particolare, stabilisce che dal 1° gennaio 2013 tutta la documentazione comprovante i requisiti per la partecipazione alle gare nazionali di lavori, servizi e forniture debba essere inserita nella "Banca dati nazionale dei contratti pubblici" istituita presso l’AVCP. Il controllo dei requisiti da parte delle stazioni appaltanti e degli enti aggiudicatari sarà possibile esclusivamente per mezzo della nuova Banca dati.

L’obiettivo è alleggerire gli oneri amministrativi a carico delle imprese, che non saranno costrette a ripresentare più volte la stessa documentazione per diverse gare d’appalto, ma anche potenziare l’efficacia e la trasparenza dei controlli effettuati dalle amministrazioni. Saranno le pubbliche amministrazione ad accedere direttamente alle informazioni presso la Banca dati per verificare il possesso da parte delle imprese dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario.

Una strada che l’AVCP aveva indicato già nel gennaio scorso con una segnalazione in merito inviata a Governo e Parlamento. E che è stata ribadita in occasione del workshop di Patrimoni PA net dal Consigliere Giuseppe Borgia, il quale ha ricordato, tra l’altro, che ogni impresa partecipa in media a 27 gare l’anno e che i costi riferiti all’insieme delle piccole e medie imprese per gli oneri amministrativi nell’area appalti ammontano a più di 1,2 miliardi di euro; costi che potrebbero essere tagliati grazie a una reale semplificazione. Proprio quello che dovrebbe avvenire con la Banca dati sui contratti pubblici che, ha sottolineato Borgia, consentendo l’accesso a un unico sistema centralizzato per la verifica dei concorrenti dovrebbe risolvere le criticità che oggi esistono nelle procedure per la verifica dei requisiti da parte delle stazioni appaltanti e, in tal modo, velocizzare anche le procedure di aggiudicazione.

Ma come concretizzare le opportunità aperte da questa importante novità?

Dematerializzazione, razionalizzazione, standardizzazione sono linee guida su cui sembrano concordare tutti gli operatori del settore; ma come renderle operative per ottenere davvero gare d’appalto più trasparenti ed economiche?

Ecco alcune questioni e spunti emersi nel corso del workshop di Patrimoni PA net:

  • Uscire dalla “giungla dei requisiti”. La Banca dati nasce da un’esigenza di semplificazione, ma rischia di incontrare dei limiti a causa della specialità del settore su cui va a impattare. Nel settore servizi, infatti, per ogni gara vengono richiesti requisiti diversi, non sono ben definiti i requisiti tecnici che l’azienda deve possedere per partecipare alle gare. Si propone una mappatura delle autorizzazioni (che sono nazionali, provinciali, comunali…), individuando per ogni prestazione/servizio quali sono quelle attualmente richieste e quali è opportuno mantenere. È necessaria una “tipizzazione” dei requisiti che le PA devono richiedere per le gare e, quindi, dei documenti che confluiranno nella banca dati.
  • Semplificare i controlli, definire standard e omogeneizzare le procedure. Bisogna individuare i momenti di cui si compone un processo di gara (fase di messa a disposizione della documentazione, di domanda/risposta, di presentazione dell’offerta, di svolgimento della gara, e così via) e lavorare per introdurre un sistema telematico che aiuti davvero a gestire le diverse fasi. È un intervento inizialmente oneroso sia per la PA che per le imprese, ma che consente di abbattere i costi sul lungo periodo. È fondamentale definire degli standard, altrimenti si rischia di replicare per via telematica lo stesso problema delle gare “cartacee”: avere sistemi e procedure diverse per ogni amministrazione.
  • Monitorare l’intero processo e garantire la manutenibilità dei dati. Non parliamo solo di una banca dati, ma della gestione di un processo complesso che coinvolge diversi soggetti. Bisogna costruire regole condivise e definire criteri stringenti e puntuali per la sicurezza e la manutenzione dei dati. Alla banca dati, infatti, dovranno poter accedere diversi soggetti, pubblici e anche privati: la manutenibilità dei dati deve essere semplice e in tempo reale e si deve specificare la valenza legale/giuridica del dato: se da quando viene scaricato fino all’aggiudicazione cambia qualcosa?
  • Prevedere una consultazione continua del mercato nell’ottica di un’evoluzione del sistema.

In conclusione, la banca dati può essere un importante strumento di semplificazione ma da sola non risolve il problema. Le questioni da sciogliere sono: cosa deve starci dentro? Cosa ci devo andare a cercare? A monte c’è il problema dei requisiti e della classificazione dei servizi. Inoltre, è stato precisato che la Banca dati servirà solo quando le stazioni appaltanti dovranno andare a controllare i requisiti; non ha la pretesa di essere una sorta di “fascicolo” digitale completo che accompagni il percorso di gara dall’inizio alla fine.

I lavori dei “Tavoli Committenze-Imprese” di Patrimoni PA net proseguiranno nelle prossime settimane per arrivare alla redazione del “Libro bianco” che verrà presentato il prossimo 18 maggio a Roma, in occasione del “6° Forum nazionale sui Patrimoni immobiliari urbani territoriali pubblici”, all’interno di FORUM PA 2012.

Il “Libro Bianco” svilupperà la tematica della Regolamentazione e gestione delle gare di appalto già analizzata lo scorso anno nel “Libro Verde”, passando però da un’ottica di problem setting a un’ottica di problem solving. I due focus individuati per questo tema sono la Razionalizzazione dei processi di gara e la Qualificazione degli operatori(stazioni appaltanti e imprese). Tre i Dossier in cui si concretizzerà il lavoro dei Tavoli: Bandi-tipo; Linee guida dematerializzazione dei processi di gara; Linee guida progettazione servizi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!