Il Ministro Profumo a FORUM PA annuncia una “social innovation agenda” nazionale

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Una social innovation agenda per il Paese per affrontare problemi rilevanti come la riduzione delle emissioni tramite tecnologie pulite, infrastrutture intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani e abitativi più sostenibili, una sanità efficiente, un welfare equo e tecnologico per una società che invecchia. Queste le linee guida tracciate dal Ministro Profumo al convegno ianugurale di FORUM PA 2012.

17 Maggio 2012

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Tiziano Marelli

Una social innovation agenda per il Paese per affrontare problemi rilevanti come la riduzione delle emissioni tramite tecnologie pulite, infrastrutture intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani e abitativi più sostenibili, una sanità efficiente, un welfare equo e tecnologico per una società che invecchia. Queste le linee guida tracciate dal Ministro Profumo al convegno ianugurale di FORUM PA 2012.

Intervenendo al convegno inaugurale della XXIII edizione di FORUM PA (qui l’intrevento integrale registrato su www.innovatv.it), il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo – prendendo spunto dalla formazione, il “motivo” principale che anima la kemesse romana – ha voluto sottolineare come, in un periodo così difficile per i giovani e le famiglie sia particolarmente importante vedere come tanti cittadini scelgano di continuare ad investire sulla loro formazione, e quindi su se stessi.

Per Profumo si tratta di una scelta che si rivela “un atto d’amore verso il nostro Paese, visto che oggi più che mai l’Italia ha bisogno di giovani competenti e preparati”. Giovani, fra l’altro, che saranno presto chiamati “a rispondere alle sfide che il sistema innovativo impone, un nuovo sistema di competenze e conoscenze che dobbiamo acquisire per contribuire al ridisegno dei nostri sistemi economici, sia sociali che istituzionali”. Questo, in un periodo di crisi teso al suo superamento “significa realizzare crescita più sostenibile, incisiva, inclusiva e partecipativa”, in una situazione generale che secondo l’Istat inquadra le famiglie italiane in condizioni di povertà relativa in numero decisamente corposo: in totale, attualmente sono ben l’11% di quelle residenti, quindi gli individui poveri ammontano a otto milioni.

Tutto questo, continua Profumo, nonostante “nel frattempo la società sia cambiata, diventando più mobile e più aperta alle informazioni, alle persone e alle ondate migratorie, facendo emergere nuovi bisogni e sfide importantissime: dall’integrazione alle nuove forme di cittadinanza, al coinvolgimento democratico, di partecipazione ed espressione”. In una situazione del genere “serve un guizzo di competenza, di spinta innovativa che non sia tecnologica in modo referenziale, ma che parta da questo per coinvolgere i cittadini ripensando alle tipologie e alle modalità di offerta in termini di servizi di utilità sociale”. È  quella che il ministro definisce “social innovation, e riguarda ogni aspetto della vita di una comunità: ogni euro investito in tecnologia deve ‘ritornare’ investito anche nel sociale”.
Oggi le nuove tecnologie ci consentono di pensare e realizzare nuovi modi per migliorare la qualità della vita, e secondo Profumo “ non si tratta di utopia, ma piuttosto di un cambiamento di persone e organizzazioni che in tutta Europa (e nel nostro Paese) stanno già contribuendo in maniera significativa al miglioramento della società”.
Rispetto a questo, “anche il mondo imprenditoriale sta rispondendo positivamente a questa sfida, con un numero sempre crescente di social business, per favorire la riduzione di problemi gravosi come la povertà, l’alfabetizzazione, l’istruzione, la cura degli anziani e e dei disabili, e i prossimi cinque anni vedranno un grande aumento dell’innovazione sociale, soprattutto tramite la crescita di prodotti e servizi legati alla PA, all’ambiente, all’istruzione, alla sanità e all’assistenza. Per contribuire alla realizzazione di questi desiderata, “il Governo sta facendo la sua parte, e si sta impegnando perché si possa tutti contribuire ad essere protagonisti di questa grande rivoluzione sociale, e la piattaforma delle comunità intelligenti costituirà un punto focale, e servirà un grande sforzo per cogliere nel migliore dei modi le possibilità offerte dalla Ue nello sviluppo di un piano nazionale dell’innovazione”. L’obiettivo politico, per il ministro, “è quello di canalizzare gli sforzi in una social innovation agenda per affrontare problemi rilevanti come la riduzione delle emissioni tramite tecnologie pulite, infrastrutture intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani e abitativi più sostenibili, una sanità efficiente, un welfare equo e tecnologico per una società che invecchia”.

Nel concreto, sottolinea il ministro, “sono stati avviati i lavori per la cabina sull’agenda digitale ed è stato lanciato un bando da 240 milioni di euro per le regioni del mezzogiorno, mentre è in fase di definizione un secondo bando di 700 milioni per le regioni del centro-nord destinato alla ricerca per le tecnologie delle città intelligenti”. Grandi impegni economici, dunque, che vogliono concorrere a “far ritrovare entusiasmo e a migliorare il reperimento delle risorse”, anche perché “siamo alla vigilia di iniziative di enorme importanza: l’Italia deve concorrere attivamente alla realizzazione del mercato unico della conoscenza”, un programma avviato dall’Unione Europea che prevede un investimento di 80 miliardi di euro. In questo contesto, conclude Profumo l’Italia ha il dovere di sostenere un ruolo primario: “Dobbiamo essere cittadini che sanno misurarsi e attrezzarsi per queste nuove sfide, senza paura ed egoismi. E con la curiosità e la tempra di chi vuole rendere migliore il mondo che ha intorno”.

 

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