Quando a vincere è la partecipazione
Sono arrivate da ogni parte d’Italia le 534 candidature in concorso alla seconda edizione di "Innovascuola", l’iniziativa promossa dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con FORUM PA. Un successo che testimonia l’ impegno e la serietà di soggetti – gli insegnanti, gli studenti – troppo spesso bistrattati, e anche l’attenzione crescente verso il digitale, elemento sempre più protagonista anche in termini di sviluppo economico, intellettuale e (soprattutto) sociale.
19 Aprile 2011
Tiziano Marelli
Sono arrivate da ogni parte d’Italia le 534 candidature in concorso alla seconda edizione di "Innovascuola", l’iniziativa promossa dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con FORUM PA. Un successo che testimonia l’ impegno e la serietà di soggetti – gli insegnanti, gli studenti – troppo spesso bistrattati, e anche l’attenzione crescente verso il digitale, elemento sempre più protagonista anche in termini di sviluppo economico, intellettuale e (soprattutto) sociale.
Il successo della seconda edizione del premio “Innovascuola”, l’iniziativa – promossa dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con FORUM PA – si presta ad alcune evidenti considerazioni. E lo fa partendo dai numeri. Infatti, sono risultate ben 534 – arrivate da ogni parte d’Italia – le candidature (di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado) giunte al rush finale, tutti progetti che potranno contendersi i trofei previsti per le cinque categorie (tre per categoria) del concorso – giochi educativi; lezioni ed esercizi multimediali su specifiche discipline o ambiti disciplinari; oggetti a sostegno della didattica per i diversamente abili; oggetti per la sensibilizzazione su tematiche sociali, interculturali, ambientali, pari opportunità e di attualità; simulazioni ed esperimenti – nell’ambito di un evento dedicato che si svolgerà durante FORUM PA 2011, la manifestazione in calendario da lunedì 9 a giovedì 12 maggio alla Nuova Fiera di Roma. Un totale davvero considerevole, che per una volta fa inconfutabilmente giustizia – i numeri, quando sono di questa portata, bastano da soli a dimostrare il successo e la bontà di un’azione – di tutti i luoghi comuni che riguardano il nostro comparto istruzione nel suo complesso, in genere accostato a soggetti (i ragazzi che ne riempiono le aule, i docenti che prestano la loro opera) bistrattati dall’opinione pubblica, spesso con motivazioni risibili: la scuola non funziona, i professori non sono motivati al pari di alunni e studenti, e via di questo passo. Invece, “Innovascuola” è stata letteralmente investita da progetti e lavori realizzati con entusiasmo e presentati con un senso della competizione ludico e pulito, proprio come devono rivelarsi questo tipo di “gare”: momenti dove il “premio” – ma anche la semplice partecipazione – deve diventare uno stimolo importantissimo per vedere riconosciuti impegno e serietà.
Un’altra considerazione si basa sull’indubbia attenzione dimostrata dalle diverse situazioni educative – di ogni ordine e grado – nei confronti del digitale, ambito che forse finalmente comincia ad essere visto non più come una mera perdita di tempo o un obbligo didattico mal sopportato. Anzi, al contrario è sempre più palpabile la sensazione che questo strumento venga vissuto come elemento protagonista e come occasione di sviluppo: economico, ma anche intellettuale e addirittura sociale, se è vero che i progetti inviati per la selezione sono stati capaci di coinvolgere intere classi e non singoli “predestinati”, in un vero e proprio sforzo condiviso. Sembrano sempre più lontani i tempi rispetto ai quali “stare al computer” equivaleva a perdere tempo o addirittura ad esporsi a minacce da parte di una rete fagocitante, fuorviante e zeppa di inside. “Innovascuola” è il miglior esempio in questa direzione, e siamo davvero soddisfatti di poter contribuire a sfatare un mito negativo a fallace che ormai mostra la corda, incalzato dalla realtà.
Una realtà che deve anzitutto tenere conto di quanto sia importante partire con il piede giusto, fin dalla più tenera età. Ed è per questo – e anche qui si tratta di considerazione doverosa – che qui mi piace ricordare le ventidue candidature delle scuole dell’infanzia all’iniziativa. Una partecipazione ufficialmente fuori concorso, ma semplicemente perché sono tutte da considerare a priori realtà vincitrici e meritevoli di un premio simbolico e dal valore immenso: il senso stesso dell’innovazione questi ventidue partecipanti “in erba” lo hanno colto appieno, e senza nessun tipo di tentennamento.
Di questi tempi – e di quelli che saranno futuri – è proprio così che si impara a crescere nel migliore dei modi.