FORUM PA 2014: laboratorio di innovazione
Nelle ultime settimane si è messo in moto un vorticoso processo di cambiamento nella politica e nell’organizzazione stessa della Repubblica che avrà importanti conseguenze anche sulla vita delle amministrazioni, delle imprese e dei cittadini. E’ stata annunciata una riforma dell’amministrazione, che ancorché vada meglio definita, presenta già importanti e rivoluzionari segnali di discontinuità. In questo contesto a cosa serve e cosa può fare FORUM PA?
15 Maggio 2014
Carlo Mochi Sismondi
Tra meno di due settimane si apre il 25° FORUM PA ed è d’obbligo una riflessione sul tempo in cui questo si pone, ma anche sul suo obiettivo e il suo senso, al di là dei tantissimi e importanti momenti di approfondimento e confronto, che trovate descritti in dettaglio sul nostro sito, al di là dei tanti ministri e presidenti che parteciperanno, al di là delle occasioni ufficiali, dei premi, degli abbracci, della gioia di ritrovarsi.
Dall’anno scorso molte cose sono cambiate: nelle ultime settimane si è messo in moto un vorticoso processo di cambiamento nella politica e nell’organizzazione stessa della Repubblica che avrà importanti conseguenze anche sulla vita delle amministrazioni, delle imprese e dei cittadini. E’ stata annunciata una riforma dell’amministrazione, che ancorché vada meglio definita, presenta già importanti e rivoluzionari segnali di discontinuità, di cui abbiamo già più volte parlato. Attraverso una consultazione si è data voce ai dipendenti pubblici e ai cittadini perché dicano la loro sul proprio lavoro e sulla PA che vogliono.
In questo contesto a cosa serve e cosa può fare FORUM PA? Intorno a quali parole d’ordine chiameremo le decine di migliaia di dirigenti e impiegati pubblici e privati che vi parteciperanno?
Ci proponiamo di essere uno stimolo ed un occasione per “prendere impegni e trovare soluzioni”. Impegni e soluzioni non astratte, ma concrete che si fondino sulla migliore cultura organizzativa, perché crediamo che sia lì, nella carenza di managerialità e di cultura del progetto, che zoppichi qualsiasi riforma.
Vogliamo essere promotori, garanti e custodi dei principi della partecipazione e della collaborazione. Quei principi che mettono al centro le persone e che nascono dalla certezza condivisa che cittadini ed imprese non siano solo portatori di bisogni, ma siano anche portatori di competenze e di soluzioni, secondo il principio della governance collaborativa e della sussidiarietà orizzontale. Lavoreremo quindi per definire e rendere concreto il concetto di “Stato partner” e per costruire attorno a questo obiettivo proposte concrete che consegneremo, a fine FORUM PA, alla consultazione di rivoluzione@governo.it .
Ci impegniamo a dare voce agli innovatori, a quelli che non ci credevano più, a quelli che “Un’altra riforma no! Ma se si fa sul serio ci stiamo”, a quelli che credono che “Se io ho un’idea e tu hai un’idea e ce le scambiamo poi siamo più ricchi tutti e due”, a quelli che non smettono di stupirsi per le enormi potenzialità che hanno le persone quando cominciano a pensare e a perseguire i propri obiettivi all’interno del quadro degli interessi generali.
Ci poniamo come custodi severi e sorveglieremo perché le finestre di partecipazione aperte siano vere e non formali, non durino lo spazio di un annuncio, ma costituiscano un modus operandi reale per impostare la parte più difficile delle riforme, che non è né l’annuncio, né le norme, ma l’effettiva implementazione ed attuazione e il conseguente cambiamento dei comportamenti. Dare voce è bello e paga dal punto di vista dell’immagine, ma è anche una seria responsabilità. Non permetteremo che la voce dei cittadini e delle imprese faccia questa volta la fine di tante altre consultazioni: finisca nel cassetto.
Vogliamo privilegiare il “come fare” rispetto al “cosa fare” che tutti sappiamo già, che abbiamo sviscerato mille volte, che è segnato dall’esperienza di tutti i Paesi che ci precedono nelle classifiche, che è ormai agenda condivisa. E’ sull’organizzazione, sulla governance, sulla responsabilità, sul controllo, sul metodo, sulle priorità nell’impiego delle risorse che casca l’asino.
Non ci accontentiamo delle “innovazioni soufflé” , che durano lo spazio di una moda, di qualche articolo di giornale e poi si sgonfiano, lasciano subito il posto ad altro e vengono messe via senza essere state neanche sperimentate, come un vestito che è passato di moda senza essere stato indossato. Crediamo invece che l’innovazione sia un processo, non un prodotto e che richieda coraggio e determinazione, ma anche costanza, attenzione, cura, persistenza dello sforzo. Altrimenti bruceremo parole, da cloud a big data, da smart city a switch-off pensando di aver fatto cose. Per questo proponiamo centinaia di ore di formazione, decine di seminari di approfondimento e di laboratori, moltissimi esempi e soluzioni da copiare.
Non siamo né romantici ottimisti alla Candide, né innovatori ingenui, quindi sappiamo che l’innovazione, specie se partecipativa e open, non piace a tutti e ha molti nemici, trasversali tra le organizzazioni e le parti politiche. Sappiamo che un’amministrazione aperta, ben organizzata, tesa al risultato e responsabile, che razionalizzi le risorse e ripensi l’uso delle persone, è a vantaggio della grande maggioranza dei cittadini, delle imprese e degli stessi impiegati pubblici, ma non di tutti. Che qualche privilegio, qualche rendita di posizione, qualche intermediazione improduttiva, qualche potere deve saltare. Per questo bisogna fare fronte comune e lavorare insieme. A questo serve un laboratorio d’innovazione come FORUM PA. Con questo spirito vi invito a partecipare, a dire la vostra, a essere parte attiva del cambiamento.