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Grande progetto Pompei: il ruolo di Invitalia

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Alcune delle domus sono state restaurate, sia nella parte architettonica sia in quella decorativa. Invitalia ha accelerato la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi previsti dai 5 Piani esecutivi del Progetto e ha svolto la funzione di Centrale di Committenza per 10 interventi

24 Marzo 2016

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Antonio Troise, Invitalia

A Pompei, dopo le sette domus inaugurate nel 2015, è ora possibile ammirare altre cinque case restaurate grazie al progetto di rilancio dell’area archeologica, in cui è impegnata anche Invitalia.

Le cinque domus – Venere in Conchiglia, Loreio Tiburtino, Giulia Felice, Marco Lucrezio e casa del Frutteto – fanno da sfondo alla mostra “Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei”, inaugurata il 15 marzo 2016 in contemporanea presso gli Scavi di Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La mostra racconta la percezione della natura tra l’VIII e il II secolo a.C. e offre un percorso tra gli antichi giardini per ammirare nature morte, affreschi e fontane, argenterie e gioielli, statue e vasi. All’interno della piramide allestita nell’Anfiteatro, inoltre, sono esposti resti di cibo, frutta, erbe e semi carbonizzati custoditi finora nei laboratori della Soprintendenza.

Per la stessa mostra, al Museo Archeologico aprono al pubblico i due cortili interni, in cui i visitatori possono passeggiare tra le aiuole, ricostruite e risistemate come in epoca romana. La Sala della Meridiana, inoltre, ospita – fino al 30 settembre 2016 – mosaici, argenterie e reperti di grande valore, come la lastra della “Tomba del tuffatore” da Paestum.

Le domus

Delle domus visitabili, quelle di Giulia Felice, della Venere in Conchiglia e di Loreio Tiburtino, sono una novità per i visitatori perché accessibili dopo una chiusura di molti anni.

Giulia Felice , imprenditrice pompeiana, possedeva l’intera insula 4 della Regio II. Si tratta di un complesso costituito da due ingressi: uno conduceva all’abitazione privata, l’altro alle terme pubbliche. Negli anni, Giulia Felice non solo aveva ingrandito e abbellito la sua casa, ma si era preoccupata anche di curare il suo lussuoso giardino.

La casa della Venere in Conchiglia è conosciuta soprattutto per l’affresco da cui prende il nome. In una elegante e scenica collocazione, sul fondo del peristilio e tra piante ornamentali, l’affresco della Venere consente di far rivivere con completezza la percezione della natura del mondo greco-romano. Raffigura il racconto di Esodo della nascita della Venere dalle acque. Una illusoria finestra verso il mare mette in primo piano una delle divinità protettrici di Pompei, Venere, e accanto ad essa Marte.

Principi di geometria e simmetria si fondono con una sapiente cura del dettaglio nella casa di Loreio Tiburtino. Il restauro degli apparati decorativi, il consolidamento delle strutture murarie, oltre che di quelle del giardino ornamentale, hanno restituito ai visitatori affreschi, larari e un grande giardino, che simboleggiano la ricchezza del proprietario.


Il ruolo di Invitalia

Alcune delle domus sono state restaurate, sia nella parte architettonica sia in quella decorativa, grazie al Grande Progetto Pompei. Invitalia ha accelerato la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi previsti dai 5 Piani esecutivi del Progetto e ha svolto la funzione di Centrale di Committenza per 10 interventi.

In particolare, per la domus della Venere in Conchiglia, di Loreio Tiburtino e di Giulia Felice, Invitalia ha fornito supporto per predisporre le documentazione di gara e ne ha accompagnato la procedura fino all’affidamento. Ha inoltre contribuito alle attività di rilievo e progettazione per la Casa di Giulia Felice.

Tempi di attuazione più rapidi, maggiore efficienza della spesa pubblica e razionalizzazione del sistema di affidamento delle opere: sono queste le ragioni che, in materia di tutela della legalità, fanno del Grande Progetto un utile riferimento pratico per la programmazione 2014/2020 ed in generale per la realizzazione di opere e la forniture di servizi nel settore dei beni culturali in Italia.

Il protocollo di legalità aiuta a prevenire le infiltrazioni criminali negli appalti. Segretezza e integrità dell’offerta, tracciabilità di tutte le comunicazioni, riduzione di tempi, costi e numero di contenziosi nelle attività di gara sono garantite dall’ e-procurement.

Inoltre, la Centrale di Committenza può incidere in modo positivo nella corretta attuazione delle opere, consentendo non solo di ottimizzare tutte le attività collegate alle procedure di appalto, ma anche di aumentarne l’efficacia e la trasparenza.

Più efficienza, sicurezza e trasparenza sono assicurate anche con il contributo di Invitalia, attraverso:

  • supporto all’Ufficio gare e appalti della Stazione appaltante per predisporre gli atti di gara
  • gestione, dal mese di novembre 2012, di tutte le procedure di gara attraverso la piattaforma di e-procurement www.garemibac.it, anche in coordinamento con il Sistema informativo per la trasparenza e la legalità negli appalti pubblici previsto dal Protocollo di legalità
  • affiancamento ai responsabili unici del procedimento per la gestione di tutti gli adempimenti richiesti dal D.Lgs. 163/2006, dal D.P.R. 207/2010 e dalla L. 241/90
  • capacity building per la gestione della piattaforma di e-procurement agli uffici della Stazione appaltante

Invitalia ha garantito, in particolare, il supporto legale per il rispetto delle misure di legalità per 49 interventi del Grande Progetto Pompei. Per 44 di questi, le procedure di gara sono state gestite tramite piattaforma telematica. Solo nel corso del 2014, l’impegno ha riguardato l’affidamento di 27 interventi.

Inoltre, in qualità di Centrale di Committenza, Invitalia ha sottoscritto un accordo con il Direttore generale di progetto e la Soprintendenza per la realizzazione di 10 interventi che rientrano tra le cosiddette “nuove progettazioni” previste dal Piano di Azione del Grande Progetto.

Per questi 10 interventi Invitalia gestisce lo svolgimento della gara sino alla aggiudicazione definitiva, anche secondo le indicazioni del Protocollo di azione per la vigilanza collaborativa sugli appalti, firmato da ANAC e da Invitalia il 17 marzo 2015.

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