Come (ri)parte l’e-government dei piccoli Comuni
Ne parliamo con: Roberto Pizzicannella, Area Innovazione per le regioni e gli Enti locali del CNIPA
Dottor Pizzicannella, per cominciare…dove eravamo rimasti? In particolare, ci fa un punto della situazione riguardo al Riuso negli Enti Locali?
10 Febbraio 2009
Ne parliamo con: Roberto Pizzicannella, Area Innovazione per le regioni e gli Enti locali del CNIPA
Dottor Pizzicannella, per cominciare…dove eravamo rimasti? In particolare, ci fa un punto della situazione riguardo al Riuso negli Enti Locali?
Il progetto "Riuso delle soluzioni", originariamente previsto per favorire la diffusione dei risultati del primo Avviso del Piano Nazionale di e-Government, aveva subito un fermo, non solo imputabile al cambio di legislatura, ma anche all’obiettivo di voler integrare l’iniziativa sul riuso con quella dei cosiddetti (a quel tempo) Centri ServizioTerritoriali (oggi Alleanze Locali per l’Innovazione – ALI). Questo fermo ci ha dato la possibilità di riconsiderare anche altri aspetti e quindi di ri-orientare i progetti di riuso. Abbiamo deciso di rafforzare il principio secondo il quale il riuso è possibile solo per soluzioni già in uso. Poi abbiamo deciso di riconsiderare lo sbilanciamento del riuso orientato solo al front-end, per includere le componenti di supporto ai processi amministrativi nel loro complesso (il cosiddetto back-office). Infine abbiamo voluto dare un chiaro messaggio di rispetto delle competenze istituzionali proprie di ciascun livello amministrativo. Abbiamo perciò dato una nuova impostazione al progetto, all’insegna della cooperazione interistituzionale, della standardizzazione delle soluzioni e della chiara distinzione tra "integrazione verticale", che interessa il rapporto Regioni-Autonomie, e "cooperazione orizzontale", tra Enti aventi stessa natura e finalità.
Cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi Avvisi ormai prossimi alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale?
Il Bando è appena stato inviato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questa volta per la scadenza, invece di stabilire una durata di decorrenza dalla pubblicazione, abbiamo scelto di indicare direttamente una data, il 30 luglio 2007, che ci sembra un modo più chiaro e immediato di definire le regole. Il Bando si rivolge ad aggregazioni significative di Enti locali, in termini numerici e di popolazione rappresentata, che intendano "riusare" soluzioni ICT ben riuscite, collaudate, apportatrici di benefici certi e quantificabili. A tal fine, abbiamo introdotto un’innovazione piuttosto rilevante nella gestione dei finanziamenti in questo campo: l’ultima tranche del cofinanziamento verrà liquidata solo dopo 12 mesi di esercizio a regime della soluzione scelta in "riuso". Abbiamo come obbiettivo di favorire un’innovazione "di sistema", in quanto basata su soluzioni organizzative e strumenti condivisi da un rilevante numero di Amministrazioni, sollecitando la "rottamazione" di procedure amministrative obsolete e la loro sostituzione con soluzioni innovative collaudate. Ci aspettiamo la partecipazione di oltre 5 mila Comuni, dell’80% delle Province e di tutte le Regioni. Stimiamo che la gran parte dei progetti possa concludersi entro la metà del 2009.
Per continuare… che fine hanno fatto i CST? Come dovranno cambiare?
Anche in questo ambito, il tempo trascorso ci ha suggerito, anzi in un certo senso imposto, alcuni aggiustamenti, al punto che non parliamo neanche più di "Centri" di servizio territoriali, ma di "Alleanze" locali per l’innovazione. La gestione in forma associata dei servizi ICT è ormai una realtà ineludibile. Ci sono già 4700 Comuni aggregati in 74 "alleanze locali per l’innovazione", che costituiscono la base associativa e di consenso di questa iniziativa, coinvolgendo anche 65 Province, oltre 200 tra Unioni di Comuni e Comunità Montane e tutte le Regioni. In questo caso, il nostro obiettivo è di ripensare il modo di proporre i servizi ICT ai Comuni, per migliorare la qualità dei servizi a cittadini e imprese, rendere competitivi territori a rischio di marginalità, riqualificare la spesa e, al contempo, semplificare la cooperazione interistituzionale. Le Ali consentiranno di ottenere economie di scala, permettendo così anche ai piccoli Comuni di offrire servizi di qualità al proprio territorio. Ma esse potranno svolgere anche un’importantissima funzione di semplificazione dei rapporti tra istituzioni: dalla fitta ragnatela di relazioni tra i molti Comuni e le diverse istituzioni, articolate a loro volta in più uffici, si passerà ad un modello nel quale, per ogni territorio, ci sarà un solo interlocutore, in rappresentanza di tutti i Comuni. Detto questo, pensiamo sia necessario rivedere un certo modo di intendere struttura e funzioni di questi centri, troppo spesso focalizzati sulle sole applicazioni ICT, per proporre un modello di cooperazione intercomunale alla base del quale vi sia la volontà di dare risposte reali alla domanda di servizi da parte di piccoli Comuni.
Se le ALI intervengono per correggere le interpretazioni distorte dei CST di una parte degli amministratori locali, sfociate in una richiesta eccessiva di costi da "strutture", quale è l’indicazione di buona pratica che invece interviene?
Un principio importante, da non dare per scontato, è che innovare, nei piccoli Comuni, significa indirizzare loro servizi, assicurando un reale e qualificato supporto alla loro azione amministrativa. Le infrastrutture e le applicazioni di e-Government devono, di conseguenza, essere modellate sulla base delle effettive esigenze di servizio di ciascuna realtà associativa, in termini di migliori competenze, contenimento dei costi e migliori servizi sul territorio.
Quali saranno i costi e i modelli organizzativi per la costituzione delle ALI ritenuti legittimi?
Le Ali dovranno essere aggregazioni tra piccoli Comuni su una base territoriale contigua, tendenzialmente coincidente con i confini delle amministrazioni provinciali, aperte anche alla partecipazione di altri Comuni, delle Unioni di Comuni, delle Comunità Montane e delle Province. La loro gestione dovrà essere autonoma e dovranno essere dotate di strumenti di autogoverno che poggino su una partecipazione attiva, consapevole e determinante dei piccoli Comuni. Rispetto ad eventuali altre forme associative intercomunali già preesistenti sul territorio, le Ali non dovranno essere contrapposte, ma piuttosto porsi nei loro confronti come risorse erogatrici di servizi. Dovranno inoltre essere prive di funzioni di rappresentanza politico-istituzionale dei piccoli Comuni. Un’altra caratteristica delle Ali è che esse dovranno sostenere i propri costi di funzionamento con i proventi derivanti dai servizi erogati ai Comuni stessi.
Le amministrazioni locali avranno indicazioni esplicite su come integrare le indicazioni relative al Riuso e alle ALI, logicamente interconnesse?
La relazione fondamentale tra le due iniziative è che l’Alleanza locale per l’innovazione è un attore delle politiche del riuso, nel senso che, da oggi, essa può partecipare come soggetto che fa riuso, ovviamente rispetto a soluzioni funzionali alla sua natura. Questo legame, che prima non c’era, adesso è scritto in maniera esplicita nel bando. In pratica, diamo alle ALI la possibilità di implementare servizi attraverso il meccanismo del riuso.