Spid, i professionisti lo vorrebbero mobile (e con più servizi utili)
Il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale sconta alcuni
errori iniziali che hanno generato confusione nei cittadini, tra i quali la
mancanza di una modalità di fruizione, differente magari anche con il
coinvolgimento di più soggetti privati come Identity Provider. Non dimentichiamo
che più del 70% delle persone in Italia naviga in rete soprattutto da mobile
12 Dicembre 2016
Daniele Tumietto, commercialista, componente Forum Italiano sulla Fattura Elettronica
Oggi in Italia è possibile accedere con Spid a vari
servizi con differenti modalità a seconda del tipo di soggetto.
Ad esempio:
Piccola o Media Impresa:
· Accedere al servizio gratuito di fatturazione elettronica verso la PA.
Lavoratore:
· connetterti al tuo 730 online dell’Agenzia delle Entrate,
· connetterti a tutti i servizi online di Inail,
· connetterti a tutti i servizi online di Inps che sono rivolti al cittadino,
· connetterti ai servizi di ACI per calcolare benefit e rimborsi relativi all’uso di veicoli privati per cause di lavoro.
Genitore:
· iscrivere tuoi figlio a scuola o accedere ai servizi online dedicati alla mensa scolastica in Friuli Venezia Giulia,
· accedere al servizio online per presentare la domanda per ottenere i contributi sui libri di testo per l’anno scolastico in Emilia Romagna.
Ragazzo:
· connetterti a 18app e utilizzare i 500 euro del “bonuscultura” (sei nato nel 1998 e hai compiuto 18 anni),
· connetterti ai servizi online di alcune delle Università Italiane (Sapienza Roma, Università Torino, Politecnico di Milano),
· connetterti ed utilizzare il wi-fi del comune di Venezia, o gli access point pubblici messi a disposizione in tutta la regione Emilia Romagna.
Professionisti:
· Iniziano ad essere accessibili servizi innovativi come quelli collegati ai PdA – Cancelleria Telematica. Infatti la il sistema “PdA – Cancelleria Telematica”, Punto di Accesso ai servizi Ministeriali del PCT che Regione Toscana mette a disposizione gratuitamente per Avvocati e CTU, si arricchisce della possibilità di utilizzare le credenziali SPID che permettono l’utilizzo del Punto di Accesso (al momento primo e unico in Italia), anche da dispositivi mobili quali Tablet e Smartphone. Le credenziali possono essere richieste, gratuitamente, con diverse modalità che spaziano dal riconoscimento de visu, recandosi direttamente presso gli sportelli di uno dei quattro soggetti oggi autorizzati da AGID al rilascio di identità digitali: InfoCert, Poste Italiane, Sielte, TIM, oppure online per coloro che sono già in possesso di una CNS (attivata) come, ad esempio la Tessera Sanitaria-Carta Nazionale dei Servizi, o di un certificato di firma digitale.
· FatturaPA, tramite un’apposita convenzione con Unioncamere (che però vale solo per chi è iscritto alla Camera di Commercio).
In dettaglio qui di seguito è riportato l’elenco aggiornato (per categorie) delle 3.643 amministrazioni che erogano ad oggi 4.081 servizi abilitati SPID:
Agricoltura, pesca, silvicoltura e prodotti alimentari
– Edilizia
– Servizi di pagamento, controllo pagamenti, tasse e tributi
– Visure, controllo e consultazione dati
– Anagrafe
– Servizi di Certificazione e Autocertificazione
– Servizi di pagamento, controllo pagamenti, tasse e tributi
– Utilità
– Visure, controllo e consultazione dati
Giustizia, sistema giuridico e sicurezza pubblica
– Utilità
– Anagrafe
– Edilizia
– SUAP Sportello Unico Attività Produttive
– Servizi di Certificazione e Autocertificazione
– Servizi di avvisi e notifiche
– Servizi di pagamento, controllo pagamenti, tasse e tributi
– Tutte le categorie per Governo e settore pubblico…
– Servizi Audio, Video e Multimediali
– Servizi di pagamento, controllo pagamenti, tasse e tributi
– Visure, controllo e consultazione dati
– Servizi Sociali e della Comunità
– Servizi di Certificazione e Autocertificazione
– Servizi di avvisi e notifiche
– Servizi di connettività pubblica
– Visure, controllo e consultazione dati
– Anagrafe
– Fascicolo Sanitario Elettronico
– Visure, controllo e consultazione dati
– Servizi di Certificazione e Autocertificazione
– Utilità
A questo punto è necessario fare un passo indietro per comprendere cosa poteva essere SPID. Nel 2015 ho fatto parte di un tavolo di lavoro, composto da circa 60 persone tra professori, dirigenti e funzionari della PA e Professionisti esperti che aveva come obiettivo di scrivere una “Proposta di modifiche alla legge delega sulla Riforma della PA, al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) e alle relative Regole Tecniche”.
Nelle premesse del lavoro fatto erano contenute, tra le altre, le avvertenze sulle seguenti aree di criticità:
- “coordinare e razionalizzare le vigenti disposizioni di legge in materia di strumenti di identificazione, comunicazione e autenticazione in rete con la disciplina di cui all’articolo 64 del CAD, la relativa normativa di attuazione in materia di Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale (SPID), anche al fine di promuovere l’adesione da parte delle amministrazioni pubbliche e dei privati al predetto SPID e la nuova normativa della Commissione europea nel Regolamento europeo 910 /2014 “eIDAS”, con particolare attenzione alle caratteristiche che i sistemi dovranno avere per poter essere utilizzati anche quando SPID sarà avviato a livello di Unione Europea;
- favorire l’elezione di un domicilio digitale da parte di cittadini e imprese ai fini dell’interazione con le amministrazioni, anche mediante sistemi di comunicazione non ripudiabili, garantendo l’adozione di soluzioni idonee a consentirne l’uso anche in caso di indisponibilità di adeguate infrastrutture e dispositivi di comunicazione o di un inadeguato livello di alfabetizzazione informatica, in modo da assicurare, altresì, la piena accessibilità…;
- razionalizzare gli strumenti di coordinamento e collaborazione delle Pubbliche Amministrazioni al fine di conseguire obiettivi di ottimizzazione della spesa nei processi di digitalizzazione, nonché obiettivi di risparmio … (favorendo interoperabilità dei sistemi e il riuso degli applicativi);…”
Queste indicazioni, se seguite, avrebbero potuto portare alla realizzazione immediata di numerosi servizi compatibili con SPID, cosa che invece è avvenuta ma molto più lentamente di quanto atteso. Inoltre SPID sconta quattro vizi iniziali che, a giudizio dello scrivente, sono stati importanti:
1) SPID doveva essere chiamato Sistema Pubblico di Identificazione Digitale, e non di Identità. Questo ha contribuito a confondere gli utenti, non solo quelli finali;
2) SPID doveva essere identificato con il suo nome, e non con il nome commerciale che ogni ID provider ha scelto, dimenticandosi che è un servizio pubblico e non privato;
3) è stato comunicato che sicuramente i primi due anni sono gratuiti, ma poi cosà accadrà?
4) sono emerse delle criticità di privacy che rendono molto scettici gli utenti finali.
Il cittadino – che oggi può avere una carta d’identità digitale, il codice fiscale, la tessera sanitaria, la nuova patente digitale – si domanda perché deve andare da un privato per l’Identificazione Digitale ed il conseguente accesso a servizi pubblici, che la Pubblica Amministrazione avrebbe potuto erogare direttamente.
Perché non far unire tutto su una card unica, con il vantaggio di integrare i dati e incrementando l’efficienza e l’efficacia rispetto ad una soluzione nuova che nessuno conosce?
C’è veramente bisogno di privati “certificatori di identità”, con le anagrafi comunali e ministero degli interni, già con database attivi, che andrebbero “solo” integrati?
Inoltre SPID, nella fase di avvio, ha avuto molti utenti che hanno segnalato grossi problemi in merito alle modalità di iscrizione perché gli Identity Provider sono partiti senza avere le procedure complete e verificate.
Infine un ultimo dato molto interessante che proviene da un sito solitamente attendibile (registro.it) in cui è pubblicato che “più del 70% delle persone in Italia naviga in rete soprattutto da mobile”.
Forse per Spid poteva essere pensata una soluzione, o una modalità di fruizione, differente. Magari anche con il coinvolgimento di più soggetti privati come Identity Provider.
Le iniziative rivolte alla PA ed alla fruizione dei servizi digitali della PA tramite SPID sono fondamentali perché possono diventare un’occasione di innovazione e di maggiore sicurezza per una platea ben più grande dell’attuale.
Parlo di includere i cittadini, tutti i settori delle imprese private e tutti i fornitori di servizi online B2C.
L’opportunità è straordinaria, serve realizzare un sistema sicuro, efficiente e che crei valore. Solo così questa opportunità potrà essere raccolta e messa a fattor comune. E per farlo non servono competenze digitali, servono servizi online che siano usabili, sicuri e quindi monitorati ed implementati secondo i relativi standard europei (e non solo nazionali).