“Smart mobility”: le proposte di Finmeccanica per lo sviluppo del Paese a costi sostenibili
Oggi è possibile una innovazione e modernizzazione “intelligente” delle nostre città e dei nostri territori. Sistemi innovativi quali quelli della smart mobility, delle smart grid e delle smart city stanno diventando le nuove frontiere alle quali tendere per ridurre sprechi, diseconomie, inquinamento, in altre parole rendere gli standard di vita quotidiana ed i relativi comportamenti più eco-rispettosi, più sicuri, più civicamente virtuosi.
24 Ottobre 2012
Redazione FORUM PA
Oggi è possibile una innovazione e modernizzazione “intelligente” delle nostre città e dei nostri territori. Sistemi innovativi quali quelli della smart mobility, delle smart grid e delle smart city stanno diventando le nuove frontiere alle quali tendere per ridurre sprechi, diseconomie, inquinamento, in altre parole rendere gli standard di vita quotidiana ed i relativi comportamenti più eco-rispettosi, più sicuri, più civicamente virtuosi. Finmeccanica, con le proprie tecnologie d’avanguardia, è pronta a contribuire a questa innovazione e modernizzazione “intelligente” e parte da sette proposte per l’adozione in Italia di un sistema integrato di “mobilità intelligente” che, sulla base di una ricerca commissionata a The European House – Ambrosetti, ha presentato in occasione del Workshop The European House – Ambrosetti a Villa d’Este lo scorso settembre.
In primo luogo, occorre definire una visione del Paese di lungo periodo e una strategia per realizzarla: è necessario, dunque, predisporre il progetto politico, sociale ed economico dell’Italia, contestualizzandolo nella dimensione internazionale.
In secondo luogo, è opportuno mettere a punto una governance nazionale per i temi smart, indirizzando l’azione (priorità, investimenti, regole/normative) al di là delle alternanze di governo e componendo i molteplici interessi particolari di istituzioni centrali, locali e imprese.
Terzo, bisogna istituire un fondo nazionale per gli investimenti di sistema (no, dunque, a micro-progetti scollegati) in smart mobility: sono previsti la confluenza nel nuovo fondo delle risorse pubbliche centrali e locali liberate dalle infrastrutture non necessarie/utili in una logica smart, la collaborazione pubblico-privato con un passo avanti proattivo dei “campioni nazionali”, l’allocazione delle risorse con criteri meritocratici e in base ad una certificazione dei costi/benefici.
Quarta proposta, aprire e rendere disponibili i dati e le informazioni a supporto dei servizi di smart mobility. A questo proposito, il Governo dovrebbe impegnarsi ad attivare definitivamente i molteplici sistemi tecnologici/piattaforme oggi presenti in Italia, chiudendo quelli che non funzionano o sono inutili, e a creare le condizioni per integrare i sistemi e renderli interoperabili con sicurezza e privacy dei dati, partendo da quelli per la logistica.
In quinto luogo si dovrebbe individuare un territorio del Paese come “zona franca” per un progetto-pilota integrato di smart mobility. È prioritario che il Governo avvii il progetto e si impegni a priori a garantire velocità di approvazione e un’implementazione scevra da rischi di “lacci e lacciuoli” (vincoli normativi, veti e così via) ostativi. Occorre, inoltre, promuovere il coinvolgimento delle aziende che sosterranno gli investimenti, aderendo al progetto su base volontaria e collaborativa.
Sesto, è cruciale varare una campagna d’informazione nazionale sulla smart mobility per comunicarne i benefici e coinvolgere i cittadini. In quest’ambito, sarà necessario comunicare attraverso i social media, evidenziando anche gli aspetti di inclusività e partecipazione propri della smart mobility, coinvolgere i giovani delle ultime classi superiori con una divulgazione mirata nelle scuole e le aziende che hanno interesse alla riduzione dei costi di trasporto per azioni di sensibilizzazione diretta sui dipendenti.
Settima e ultima proposta: lanciare un programma nazionale per la ricerca, lo sviluppo industriale e l’adozione delle tecnologie emergenti che riducono le necessità di spostamento. Dovranno essere individuati obiettivi chiari, misurabili, “tempificati” e “alti”, fondi pubblici centrali e locali per la ricerca orientati sul progetto e allocati con criteri meritocratici e competitivi, incentivi per gli utilizzatori della tecnologia.