Ministero dei Beni culturali: strategie social per cittadini attenti
Dopo il
focus sul percorso #pasocial torniamo a parlare di comunicazione pubblica.
Questa volta è il turno del social media manager del Ministero dei Beni e Attività Culturali e del
Turismo, Giuseppe Ariano.
5 Luglio 2016
Sara Mancabelli
“Ciò che riscontriamo è la mancanza di competenze specifiche all’interno della PA. Serve una strategia di comunicazione generale: capire l’importanza di “comunicare” e perché si comunica”. Così introduce all’argomento Giuseppe Ariano, social media manager del MiBACT, che prosegue: “Nasce la necessità di stare al passo con i tempi e offrire ai cittadini servizi informativi e di reperimento di informazioni digitali: i social in questo ambito servono a mantenere il contatto”.
Ciò che infatti è emerso anche nel corso del workshop dedicato alla PA social – lo scorso 24 maggio a FORUM PA 2016 – è l’urgenza di favorire un discorso formativo, in termini di crescita delle competenze e di accompagnamento delle strategie comunicative all’interno del settore pubblico.
In quest’ottica la linea strategica generale adottata dal MiBACT è orientata a una gestione della comunicazione integrata. Gli obiettivi primari sono diffondere le buone pratiche, divulgare i progetti, il valore di uno dei patrimoni artistici più vasti a livello internazionale e rafforzare il contatto con pubblico.
“Inoltre – continua Ariano – il Ministero dei Beni culturali sta seguendo, grazie al supporto di AgID, un percorso per la delineazione delle Linee guida per la comunicazione dei musei e dei siti culturali che mira a una sorta di “omologazione”. Termine questo da intendere con accezione positiva poiché consentirà di fornire a tutti gli strumenti per poter lavorare in un contesto di comunicazione contemporanea”.
Come gestire la presenza online
“Organizzarsi è fondamentale nel momento in cui una PA decide di stare sui social. – parola di social media manager – L’obiettivo iniziale del MiBACT nel 2009 era quello di promuovere il Patrimonio Culturale collettivo in modo da raggiungere un target sino a quel momento lontano, ovvero i giovani fra i 15 e i 35 anni che in quegli anni popolavano Facebook per il 90% – oggi questo dato è sceso a favore di altri social”.
Lo scopo del piano era quello di parlare con un pubblico che il Ministero non riusciva a raggiungere in modo diretto. “Ad oggi i canali del Ministero dei Beni culturali riscontrano un grande seguito con circa 170 mila utenti su Facebook e oltre 81 mila follower su Twitter. Ciò che ha consentito di creare tale engagement e interesse nei confronti della comunicazione del Ministero sono state in primis la creazione di un database di immagini, foto e materiale relativo al Patrimonio Culturale nazionale, documentazione sdoganata e resa disponibile anche per l’utilizzo su piattaforme sociali private come Fb e Twitter”. Non solo promozione dunque ma contatto diretto con i cittadini: l’assenza di filtri concessa dai social network ha permesso di concepire il Ministero – percepito come un “mostro” lontano dalla realtà e sconosciuto – come ente formato da persone, disponibili anche a comunicare e dialogare con il proprio pubblico attivo per lo più per chiedere informazioni o condividere i propri scatti e le proprie esperienze dal territorio. “In questo rilevante anche il lavoro della Direzione Generale Turismo che sui canali social ha attivato una campagna di sensibilizzazione e promozione rispetto al piano di Agenda nazionale sul Turismo”.
Non solo social network: anche gli open data ricoprono un ruolo di grande rilevanza se utilizzati in modo funzionale. Sfruttando il cosiddetto DBUnico, ovvero la banca daticentralizzata del MIBACT, è stato creato “Musei italiani”: un bot per Telegram che permette di usufruire di una serie di informazioni. Ad esempio: scoprire il museo più vicino all’utente.
E per il futuro?
“Per il futuro il MiBACT è impegnato per aiutare i musei presenti sul territorio nazionale a predisporre un piano di comunicazione uniforme e strutturato”. L’ufficio comunicazione del Ministero è già attivo su tale progetto e da circa un anno è nato all’interno del MiBACT il progetto MuD, Museo Digitale, per aumentare le performance dei Musei Italiani in ambito digitale e far sì che musei ed enti culturali siano istruiti all’uso consapevole della comunicazione web.
Prossima tappa: ampliare gli orizzonti verso nuove frontiere social come Snapchat e Instagram. Per quanto riguarda quest’ultimo ciò che si è pensato è di aprire un account centrale del MiBACT che possa poi essere affidato di settimana in settimana ai diversi referenti sui territori per far promuovere direttamente da tali soggetti il profilo unico del Ministero. “In tal modo – conclude Ariano – il valore aggiunto deriverà dal taglio diversificato attribuito dalle singole strutture e permetterà di scoprire il punto di vista interno di chi costituisce il Patrimonio Culturale, ovvero da quanti vi lavorano internamente”.
Per approfondire:
Torna al dossier: “La PA diventa social, strategie di comunicazione pubblica e buone pratiche”