Senza Fili Senza Confini: soluzioni partecipate contro il divario digitale

Home Città e Territori Senza Fili Senza Confini: soluzioni partecipate contro il divario digitale

A Verrua Savoia, in Piemonte, è nato un singolare operatore di comunicazione. Un’associazione di promozione sociale ha sviluppato infatti una soluzione per superare divario digitale. La condivisione delle risorse in forma solidale consente una significativa riduzione dei costi di acquisto della banda e delle apparecchiature. La partecipazione attiva dei cittadini al processo gestionale minimizza quelli di mantenimento. A questo modo gli abitanti di un piccolo Comune di campagna possono avere Internet a banda larga, pagando solo 50 Euro all’anno.

23 Febbraio 2015

D

Daniele Trinchero*

A Verrua Savoia, in Piemonte, è nato un singolare operatore di comunicazione. Un’associazione di promozione sociale ha sviluppato infatti una soluzione per superare divario digitale. La condivisione delle risorse in forma solidale consente una significativa riduzione dei costi di acquisto della banda e delle apparecchiature. La partecipazione attiva dei cittadini al processo gestionale minimizza quelli di mantenimento. A questo modo gli abitanti di un piccolo Comune di campagna possono avere Internet a banda larga, pagando solo 50 Euro all’anno.

Senza Fili Senza Confini ha radici nella campagna Piemontese, dove i disagi derivanti dalla carenza di banda larga sono pari alla bellezza del paesaggio e alla prelibatezza della cucina tradizionale. Dove dieci anni di investimenti in surrogati infrastrutturali hanno generato un sistematico ritardo, spesso incrementale, nei confronti della città.

Verrua Savoia, 1450 abitanti, urbanizzazione distribuita in modo omogeneo tra valli e colli, a soli 60 chilometri da Torino, è un tipico Comune di collina Piemontese. Se Senza Fili Senza Confini non esistesse, Verrua Savoia soffrirebbe dei problemi che affliggono più di 500 realtà Comunali in Regione: emigrazione costante, assenza di prospettive per attività imprenditoriali e commerciali, e metà del territorio non connesso a Internet, o connesso con velocità inferiore a 100 kb/s.

Le abitazioni di Verrua Savoia sembrano seminate a spaglio, su un territorio di meno di 20 chilometri quadrati che comprende quattro valli, una ventina di colli e un taglio laterale ad opera del fiume Po, elemento geografico di presenza e dimensioni non trascurabili. In un contesto insediativo con queste caratteristiche, la posa di fibra ottica è impensabile. E la progressiva riduzione manutentiva delle linee telefoniche aeree, che attraversano aree un tempo agricole, oggi quasi esclusivamente boschive, rende impraticabile il trasporto di ADSL su cavo di rame. Nel 2010 il Politecnico di Torino pubblicò uno studio progettuale, per verificare il numero di stazioni radio base necessarie a realizzare una copertura omogenea di tutto il territorio, ipotizzando l’utilizzo di apparati wireless. Ottenne un numero minimo di cinque postazioni, alle quali si sarebbero dovute aggiungere due microcelle localizzate. E almeno due ponti radio per l’approvvigionamento della banda dalla città. Numeri economicamente insostenibili sia da operatori di telefonia mobile, per il costo troppo alto degli apparati, sia da operatori Wi-Fi, per il costo derivante dalla successiva fase manutentiva.

Per questo motivo Politecnico e Amministrazione Comunale, insieme con il consorzio degli operatori di comunicazione piemontesi e il Ministero dello Sviluppo Economico, decisero di condurre una sperimentazione finalizzata a rendere quella copertura possibile, utilizzando apparecchiature Wi-Fi autocostruite e mantenute in forma partecipativa da cittadini e studenti. Lo scopo era di valutare l’affidabilità degli apparati e il gradimento degli utenti, estremizzando la semplificazione strutturale e organizzativa della rete. Si realizzarono i cinque punti di trasmissione e ai cittadini di Verrua Savoia fu offerta la possibilità di collegarsi ad Internet gratuitamente, con una velocità di connessione cresciuta negli anni fino a 15 Mb/s bidirezionali. La sperimentazione si chiuse il 31 dicembre 2014, con 260 sperimentatori attivi su un totale di 650 nuclei famigliari registrati in Comune, e una percentuale di non funzionamento del 2 per mille nei cinquantadue mesi di operatività.

L’attività svolta dal Politecnico di Torino in fase di coordinamento e gestione permise di misurare l’effettiva necessità di banda, e quindi di stimare i costi per l’acquisto della connettività e per il mantenimento dell’infrastruttura. Ipotizzando che il 70% degli sperimentatori attivi fosse disposto a pagare per un servizio che fino a quel momento era stato gratuito, aggiungendo costi di avviamento, gestionali e autorizzativi e annullando i ricarichi, si calcolò quanto i cittadini avrebbero dovuto versare per disporre dello stesso servizio. Il risultato fu sorprendente: 80 Euro all’anno per sperimentatore, eventualmente riducibili a 50.  Occorreva un operatore di comunicazione disponibile a rinunciare al guadagno, ovviamente introvabile. Fu costituito dai cittadini Verruesi, in forma di associazione di promozione sociale, non a scopo di lucro. I cittadini istituzionalizzarono così il proprio ruolo di latori e fruitori dello stesso servizio, senza ritorno economico, perché l’unico interesse è rappresentato dall’accesso a quella banda larga che essi stessi distribuiscono.

Questo semplice percorso innescò un meccanismo di interesse e consenso, che il 18 ottobre 2014 diede vita a Senza Fili Senza Confini. Il primo operatore di comunicazione, non a scopo di lucro, il cui scopo sociale è l’annullamento del divario digitale. Il 22 novembre l’associazione ottenne l’iscrizione al registro degli operatori di comunicazione. Il 28 novembre più di 200 persone parteciparono alla presentazione al pubblico. Il 31 dicembre 2014 le richieste di adesione dei soci sperimentatori erano pari a 255. Il 14 febbraio 2015 i soci sono diventati 320, in continua e costante crescita.

Senza Fili Senza Confini nasce per ridurre il divario digitale in tutte le sue forme. È riuscita nell’intento di annullare quello infrastrutturale e ha implicitamente individuato una strada per abbattere quello economico. Ora ha risorse umane per affrontare quello culturale e generazionale. La metà dei 650 nuclei famigliari Verruesi non utilizza Internet semplicemente perché non ha mai utilizzato e posseduto un computer. Dal giorno della fondazione un gruppo di soci costruisce e offre percorsi didattici per avvicinare i meno giovani ad un utilizzo consapevole, responsabile e semplice di Internet.

L’obiettivo? Dopo il 100% del territorio, il 100% delle persone.

 

 

 *Docente di Pianificazione Radio, Internet delle Cose e una manciata di altre cose presso il Politecnico di Torino, dove dimora dal 1997. È Direttore degli iXem Labs dello stesso Politecnico dal 2004, dove guida un gruppo di ricercatori appassionati alla tecnologia senza fili. Per colpa sua (e dei suoi collaboratori) la banda larga arriva in luoghi impensabili: dalla Foresta Amazzonica all’Oceano Indiano. Sua la prima comunicazione in videoconferenza su un collegamento Wi-Fi di 300 km. Ha progettato una piattaforma per il monitoraggio remoto dei vigneti che permette di aumentare significativamente la sostenibilità della produzione. È stato scelto da suoi concittadini come Presidente di Senza Fili Senza Confini, dove si occupa delle relazioni istituzionali e coordina le attività tecniche e scientifiche.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!