Misurare, che responsabilità!
Tra le tante cose presentate a FORUM PA ’09 una in particolare mi sta molto a cuore ed è forse la più innovativa, anche se ha già dato adito alle solite polemiche che si scatenano quando ci si prende la responsabilità (e un po’ di coraggio) di misurare, di scegliere gli indicatori, di mettere in classifica e di dire che ci sono regioni migliori e regioni peggiori.
26 Maggio 2009
Carlo Mochi Sismondi
Tra le tante cose presentate a FORUM PA ’09 una in particolare mi sta molto a cuore ed è forse la più innovativa, anche se ha già dato adito alle solite polemiche che si scatenano quando ci si prende la responsabilità (e un po’ di coraggio) di misurare, di scegliere gli indicatori, di mettere in classifica e di dire che ci sono regioni migliori e regioni peggiori.
Parlo della nostra ricerca MisuraPA www.misurapa.it che abbiamo realizzato assieme a Lattanzio&Associati su incarico del Dipartimento dell’Innovazione e Tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Certo c’è ancora molto da fare, molto da imparare, molto da affinare e speriamo di essere aiutati in questo lavoro da quanti vorranno farci pervenire loro commenti e integrazioni: ma comunque è un inizio. Un inizio non banale: scientificamente solido, basato su oltre 700 indicatori elementari, facile da consultare e confrontare… Un inizio, quindi, ma chi ben comincia è a metà dell’opera. Normal 0 14MicrosoftInternetExplorer4<![endif]–>/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”;}<![endif]–>
MisuraPA è un portale, un luogo unico in cui trovare una molteplicità di indicatori riferibili alla pubblica amministrazione, liberamente consultabili. L’idea di base di MisuraPA è che non possiamo dire se la PA sta bene o male, se nel tempo va avanti – nel senso che recupera efficienza, economizza risorse e riesce a soddisfare meglio le istanze ed i bisogni – o se, invece, arretra sul fronte delle prestazioni. Per saperlo occorre fissare l’asticella: stabilire una “misura” e rilevarne gli scostamenti nel tempo, o – ancora – se ci sono differenze rilevanti tra territori.
MisuraPA fa un po’ questo mestiere: fissa l’asticella individuando cento misure (dieci indicatori per dieci settori di policy) che possano servire da parametro di riferimento per benchmark sia nel tempo che tra sistemi regionali. In prima battuta MisuraPA offre un terreno di comparazione delle performance della PA proprio alle regioni: sapere se un cittadino calabrese ha più o meno sanità di un cittadino veneto, o se i bambini del Trentino possano contare su un sistema di istruzione più o meno efficiente dei bambini siciliani o umbri può avere un suo valore specifico nel momento in cui si completa il federalismo italiano.
MisuraPA ha un obiettivo a suo modo di rottura: rendere conoscibili da parte dei cittadini, raccogliendole in un unico luogo, alcune misure che rappresentano l’azione della pubblica amministrazione nei diversi settori di policy. Non si tratta di rilevazioni ex novo ma, sostanzialmente, di indicatori che già esistono perché rilevati dagli Osservatori istituzionali (Istat, Ministeri, stakeholder, agenzie tecniche della PA, istituti di ricerca etc.) ma che sono dispersi in una molteplicità di luoghi o semplicemente non divulgati. Comunque non conoscibili dal cittadino e, quindi, non utilizzabili come base oggettiva per “valutare” cosa la pubblica amministrazione restituisce in termini di servizi e presa in carico dei bisogni a fronte del prelievo fiscale.
Naturalmente il progetto non pretende di descrivere o rappresentare l’intero universo dell’attività amministrativa o delle performance della PA, sia per vincoli intrinseci (le “misure” devono esistere ed essere rilevate con una certa periodicità), sia perché l’obiettivo è che questo sia un primo passo verso la costruzione di un sistema nazionale di indicatori, condiviso e su cui ci sia un’ampia convergenza rispetto al significato degli indicatori, alla metodologia di rilevazione e costruzione, alla loro valenza.
La filosofia è un po’ quella di grande pragmatismo che ha ispirato il governo inglese quando, a partire dalla fine degli anni ’90, ha sviluppato un sistema di “performance measurement”: l’impresa è ardua, ma l’importante è cominciare con i dati che già ci sono, senza aspettare l’indicatore ideale. Probabilmente all’inizio non saranno tutti indicatori di outcome e sarà necessario utilizzare indicatori di output e di processo come proxy, ma intanto si può cominciare a strutturare una griglia che nel tempo si può perfezionare e sistematizzare. Del resto, le stesse linee guida dell’OECD nel delineare gli assi portanti di un sistema di misurazione delle performance prevedono che ci siano misure di: outcome, di accesso/risposta, di finanziamento/spesa (poiché gli outcome vanno comunque letti anche in base alle risorse immesse nel sistema e alla domanda a cui fanno fronte), di equità e di efficienza.
MisuraPA ha fatto tesoro di queste lezioni. I set di indicatori presentati sono compositi: contengono misure di efficienza, efficacia, dotazione, equità, di accesso e così via, in modo da rappresentare per quanto possibile una cosa complessa quale una policy, individuando sia gli aspetti rilevanti per il cittadino/contribuente (quanto lo Stato restituisce in servizi e capacità di risposta ai bisogni), sia gli aspetti che consentono di situare l’outcome rispetto alle risorse e alle condizioni di contesto.