Moriondo: “Medicina territoriale, cambiare strategia è necessario”
10 Dicembre 2015
Roberto Moriondo, Comitato d'Indirizzo Agid
Lo sviluppo dei servizi per la salute è sempre più correlato agli investimenti in tecnologie, fattore principale per accompagnare la trasformazione profonda, necessaria in questo settore, verso servizi territoriali, allo stesso tempo più economici ed efficaci.
La tendenza non sembra però essere coerente con questa necessità. L’OCSE[1] rileva che l’Italia, tra i paesi più avanzati, è la nazione che spende meno nel comparto della sanità e della salute, con un progressivo calo dell’andamento della spesa che ha visto una riduzione annua dell’1,6 per cento nel periodo 2009-13. Secondo il rapporto Health at Glance 2015[2], infatti, la spesa, pubblica e privata, della sanità italiana è di circa 3.100 dollari a persona contro i più di 4000 di Francia e Germania, gli 8.700 degli Stati Uniti ed i 3.400 della media OCSE.
Questa tendenza è in palese contraddizione al trend di crescita dell’invecchiamento della popolazione, alla disponibilità di nuovi farmaci e di nuove moderne tecnologie, anche o soprattutto del digitale, che richiederebbero piuttosto una lungimirante politica di investimenti.
In termini generali questi costi rappresentano in Italia l’8,8 per cento del PIL, contro l’11,6 della Germania, il 10,9 della Francia, il 16,4 degli Stati Uniti e il 9 della media OCSE.
Per invertire questa tendenza è necessaria una strategia lungimirante che punti al pieno sfruttamento delle opportunità offerte dalle tecnologie, e quindi si basi sulle componenti hardware e software dell’internet delle cose, sugli algoritmi di nuova generazione per la gestione dei big data, e in generale sullo sviluppo delle tecnologie abilitanti per il passaggio sempre più ampio alla medicina territoriale, in grado di coniugare migliori servizi e minore sfruttamento delle risorse. I nuovi servizi, come il Fascicolo Sanitario Elettronico, sono, da questo punto di vista, degli importanti fattori abilitanti, una condizione necessaria ma non sufficiente in uno scenario dove, appunto, la medicina ospedaliera lascia spazio a quella territoriale e dove il benessere e la qualità della vita sono il frutto della prevenzione e della predizione delle patologie, dello stile di vita e dell’adeguatezza di sempre più mirati percorsi di cura.
In quest’ottica il cambio di strategia diventa più che mai urgente e indispensabile.
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_per_l…
[2] http://www.oecd.org/els/health-systems/health-stat…