CantieriPA, focus su funzioni e prestazioni: come cambiare il procurement pubblico

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Bisogna abbandonare i particolarismi e quella tendenza tutta nostrana a
pensare che i bisogni della nostra amministrazione siano diversi da
quelli di tutte le altre. La PA è unica, i fabbisogni sono comuni e
questo significa che agendo sulla domanda e definendo requisiti
condivisi a livello europeo e uniformando i codici, si può semplificare
molto il processo di acquisto

13 Luglio 2016

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Eleonora Bove, FPA

E’ tempo di tirare le somme per i partecipanti al tavolo sul procurement pubblico di innovazione, organizzato da FPA nell’ambito dell’iniziativa Cantieri PA. Nel corso del terzo incontro del gruppo di lavoro, il tema della standardizzazione di funzioni e prestazioni per il sistema pubblico ha trovato tutti concordi.

Bisogna abbandonare i particolarismi e quella tendenza tutta nostrana a pensare che i bisogni della nostra amministrazione siano diversi da quelli di tutte le altre. La PA è unica, i fabbisogni sono comuni e questo significa che agendo sulla domanda e definendo requisiti condivisi a livello europeo e uniformando i codici, si può semplificare molto il processo di acquisto.

Si comincia così a ridare priorità alle fase istruttorie di una gara, cercando di non ragionare più su quali prodotti mettere a gara, ma su quali servizi. Abbandonare quindi la logica delle “anagrafiche” per quella delle “funzioni d’uso”.

Autonomia e diversificazione dovrebbero invece essere possibili per le PA nella fase di valutazione delle performance dei propri fornitori. Sviluppare una governance a più livelli, in cui agli elementi comuni di gestione possano seguire sistemi di valutazione a sistema, permetterebbe di valutare anche l’impatto dell’appalto sul mercato.

Una valutazione che potrebbe essere rivolta alle stazioni appaltanti stesse e affidata ai beneficiari pubblici che a questa riconducono la negoziazione. Con l’introduzione di una maggiore qualificazione delle centrali di committenza si abbatterebbe un tabù.

E’ stato inoltre rilevato che un forte impedimento allo sviluppo è dato dalle barriere in entrata che impediscono alle PMI di portare il loro Know How. Un saper fare importante, che la PA può acquisire solo se definisce ambiti chiari di sviluppo, che aprano alla partecipazione delle piccole e medie imprese.

L’entrata in vigore nel nuovo codice degli appalti chiede di dare un’accelerazione alla definizione di una roadmap condivisa tra le amministrazioni per accogliere il cambiamento e pensare agli strumenti più idonei per pilotarlo. Tra questi, ad esempio, l’istituzione di un Forum sull’e-procurement, alla stregua della positiva esperienza di quello sulla fatturazione elettronica, in cui si possa lavorare alla definizione condivisa di suggerimenti per la buona riuscita dei processi di acquisto, ma anche fare formazione e infomazione sulle procedure di acquisto così come vengono ora definte dalla nuova normativa.

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