Aci: “Con il libretto digitale risparmiati 5 milioni di euro in un anno”

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L’Automobile
Club d’Italia dalla fine del 2015 ha
digitalizzato il
certificato di
proprietà, con un grande risparmio sesi pensa che le denunce di smarrimento del certificato e per
la sua riemissione in un anno in Italia si spendevano più di 5 milioni di euro
e oltre 80 anni/uomo di personale per gestire le pratiche

2 Maggio 2016

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Mauro Minenna, direttore generale, ACI Informatica

Immaginate un futuro in cui il vano portaoggetti delle vostre auto serva soltanto a conservare gli occhiali da sole. I dati tecnici del veicolo, di proprietà, dell’assicurazione conservati in modo sicuro su sistemi informativi centralizzati. Ogni questione burocratica tra amministrazioni pubbliche risolta facendo “camminare” le informazioni e non i cittadini. Oppure i dati salienti del vostro veicolo conservati in sicurezza in un chip all’interno della vostra targa. Nessuna barriera autostradale. Tutte queste cose stanno succedendo oggi. Richiedono cooperazione e volontà, ma non ci sono più ostacoli tecnologici perché vengano realizzati.

L’Automobile Club d’Italia ha digitalizzato il 5 ottobre 2015 il certificato di proprietà. Oltre 6 milioni di cittadini non devono più conservare il certificato di proprietà e hanno solo bisogno del documento di identità per le pratiche di acquisto e vendita di un auto. Soltanto per le denunce di smarrimento del certificato cartaceo e per la sua riemissione in un anno in Italia si spendevano più di 5 milioni di euro e oltre 80 anni/uomo di personale delle Forze dell’Ordine veniva sprecato a gestire queste denunce.

A partire da maggio, inoltre, i cittadini che si registreranno sul sito dell’ACI riceveranno notifiche sui loro smartphone relative allo stato amministrativo del loro veicolo. Non sarà più una sorpresa sgradevole scoprire dopo mesi o anni la registrazione di un fermo amministrativo sul proprio veicolo o una vendita truffaldina a propria insaputa. In modo analogo è stato dematerializzato il tagliando di assicurazione. All’interno dell’auto restano il libretto di circolazione e il certificato assicurativo. Per entrambe le questioni è immaginabile di arrivare a una piena dematerializzazione?

IPZS sta sperimentando un chip che conservi nella targa del veicolo i dati salienti utili a “puntare” alle informazioni conservate nei server delle amministrazioni pubbliche coinvolte. Il chip nella targa è RFID: vuol dire che i dati si possono leggere anche a distanza. Spire elettromagnetiche nascoste nell’asfalto potrebbero presto sostituire i varchi autostradali con la certezza di identificare in sicurezza i nostri passaggi. Con i dati relativi alla targa conservati in un posto sicuro, tecnologicamente inalterabile e non falsificabile tutte le altre informazioni potrebbero essere conservate in modi più sicuri che nel portadocumenti dentro la vostra auto. Tanta carta inutile presto sarà solo parte dei nostri ricordi.

Ma, ovviamente, con la possibilità di far cooperare i sistemi delle amministrazioni, possiamo fare molto meglio. Per esempio, automatizzare il processo che porta a sbloccare un veicolo fermato da un pignoramento. Sembrerà incredibile, ma oggi un cittadino deve fare due file: una in Equitalia e una al PRA per attestare il pagamento e restituire la libertà di circolazione alla propria auto.

Tecnologicamente, anche su questo aspetto, tutto è stato predisposto: occorrerà ora modificare alcuni aspetti normativi per poter semplificare la vita dei cittadini. Altrettanto potremo fare per costruire integrazioni basate sulla condivisione delle informazioni che le diverse Amministrazioni hanno su tutti gli argomenti collegati al mondo dell’auto.

Si pensi alla possibilità di identificare quei cittadini che si ostinano a circolare senza assicurazione, con conseguenze devastanti per la collettività in caso di sinistro: sarebbe sufficiente incrociare la data del pagamento del bollo auto, della stipula di una compravendita, di una qualsiasi contravvenzione o del passaggio a un varco ZTL con quella della scadenza dell’assicurazione per individuare questi casi e assicurarne un comportamento più virtuoso.

Solo la fantasia è il limite a quanto si potrebbe costruire semplicemente utilizzando le informazioni in modo integrato. Cosa manca, allora, per poterlo fare da oggi?

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