Le competenze digitali partono dalla scuola
Siamo lontani dal mito dei nativi digitali autonomi nell’imparare l’uso di Internet: gli studenti hanno bisogno di essere accompagnati nell’uso della Rete. Primi risultati della ricerca di Indire “Competenze Digitali di studenti e docenti delle Regioni del Sud”
27 Maggio 2016
Annalisa Buffardi, ricercatrice Indire
Le competenze digitali partono dalla scuola. Siamo lontani dal mito dei nativi digitali autonomi nell’imparare l’uso di Internet: gli studenti hanno bisogno di essere accompagnati nell’uso della Rete, anche in relazione a diversi stili di apprendimento che delineano differenti modalità di approccio ai media digitali. Le attività didattiche svolte in classe su come usare tecnologie ed ambienti online è correlata con un uso più consapevole della rete e delle ICT, in particolare sul versante delle attività partecipative e conoscitive.
Tra i docenti, chi ha seguito corsi di formazione sull’uso delle tecnologie a scuola esprime un più alto bisogno di proseguire l’aggiornamento sul tema delle ICT nella didattica. In particolare gli insegnanti usano le tecnologie prevalentemente nella preparazione delle lezioni ed hanno bisogno di aumentare la fiducia auto percepita nelle proprie capacità di uso delle ICT nella didattica.
Sono alcuni tra i risultati della ricerca “Competenze Digitali di studenti e docenti delle Regioni del Sud”, condotta da Indire – Istituto di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa – e finanziata nell’ambito delle attività del Programma PON 2007-2013 “Competenze per lo Sviluppo”. L’indagine, che ha coinvolto 9508 studenti e 7732 docenti degli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado delle regioni Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, è stata curata da chi scrive e da Samuele Calzone, Claudia Chellini e Gabriella Taddeo, con il coordinamento di Caterina Orlandi.
Per quel che riguarda i docenti, l’indagine evidenzia che nella Programmazione PON 2007-2013, il 30% di loro ha scelto di formarsi sull’uso delle ICT nella didattica e, nel 65% dei casi, essi esprimono il desiderio di continuare ad aggiornarsi su questo tema.
I dati della ricerca mostrano inoltre che i docenti utilizzano particolarmente gli strumenti digitali per preparare le lezioni e dichiarano una padronanza tecnica che non sempre si traduce in un frequente uso in classe di strumenti ed ambienti digitali. E’ del resto complessivamente bassa la fiducia che essi dichiarano di avere nelle proprie capacità di uso delle tecnologie, ed in particolare tale “self-efficacy” decresce tra i docenti con il decrescere del grado scolastico in cui insegnano.
Appare però particolarmente importante portare in aula le competenze che i docenti dichiarano nell’uso delle ICT, e dunque potenziare anche il senso di “sicurezza” che essi percepiscono nelle proprie capacità di guidare i ragazzi in questo ambito.
Sul fronte delle competenze degli studenti, infatti, uno dei focus dell’indagine ha approfondito le relazioni tra attività didattiche svolte a scuola e comportamenti digitali degli studenti. Nello specifico, la ricerca evidenzia che lo svolgimento di attività didattiche indirizzate verso l’acquisizione di specifiche competenze è correlato con un più frequente utilizzo delle tecnologie orientato ad usi creativi, collaborativi e conoscitivi. Ad esempio, tra gli studenti che hanno svolto in classe “tutti i giorni o quasi” attività su “come utilizzare software e applicazioni digitali per usi creativi (es. software per produrre e montare foto, video o audio, linguaggi di programmazione, etc)”, il 68% circa dichiara di creare propri contenuti multimediali con frequenza quotidiana o settimanale, contro il 42% circa di chi non ha seguito in classe approfondimenti sull’uso dei software creativi. Aumenta anche la percentuale di studenti che dichiara di usare il computer o lo smartphone per “mostrare il proprio talento in campo artistico pubblicando sul web video, canzoni, foto o altri contenuti propri”. In questo caso, la percentuale è pari al 44% circa, contro il 22% di chi non hai mai svolto in aula tale attività.
Anche per quel che riguarda gli usi collaborativi della rete, tra gli studenti che hanno approfondito tale tema in aula con i docenti “tutti i giorni o quasi” , il 61% dichiara di partecipare con frequenza quotidiana/settimanale a lavori collaborativi online per attività legate alla scuola, e il 55% di organizzare/gestire lavori di gruppo online. Con la stessa frequenza quotidiana-settimanale, le percentuali scendono rispettivamente all’8% e al 30% circa tra chi non ha mai seguito in classe tali temi.
Con riferimento alla selezione di fonti attendibili in rete, si nota che tra gli studenti che hanno seguito a scuola attività didattiche su questi argomenti, il 71% usa il web per cercare da casa “informazioni online legate ai compiti di scuola” contro il 43% circa che si registra tra chi non ha svolto in aula tali attività.
Rispetto alle attività considerate, sulla base delle risposte dei partecipanti all’indagine, si evidenzia dunque una interessante tendenza all’incremento nell’uso degli strumenti digitali coerente con le attività svolte in aula, che sembrerebbe confermare la necessità, da più parti evidenziata nella letteratura scientifica, di approfondimenti tematici scolastici sulle modalità di utilizzo consapevole della rete e degli strumenti digitali. Come già Sonia Livingstone scriveva nel 2009, “sarebbe un peccato se la retorica sulle abilità on line dei giovani ci impedisse di riconoscere che il potenziale educativo, informativo e partecipativo offerto dai media digitali costituisce una vera e propria sfida”. Il fatto che i ragazzi siano nati e stiano crescendo in un contesto di ampia diffusione delle tecnologie non significa che essi siano esperti nel modo migliore di utilizzarle. Occorre aiutare i ragazzi a comprendere il modo migliore di interagire con i nuovi ambienti e di usare i media digitali. In ciò, le istituzioni scolastiche hanno un ruolo fondamentale ed una evidente necessità di essere accompagnate nell’interpretare i mutamenti in atto e nel guidare i ragazzi a cogliere le opportunità che le nuove tecnologie offrono. Partendo dalla consapevolezza che nella scuola si formano (anche) le competenze digitali.