Fatturazione elettronica: da luglio l’obbligo di utilizzare la piattaforma messa a disposizione dal MEF #FPA14
A poco più di un anno l’operazione sblocca debiti della PA è a metà strada. Ma con il D.L. 66, il Governo Renzi ha dato una forte accelerazione per sbloccare la situazione e di conseguenza rimettere in circolo linfa vitale per l’intero sistema economico italiano. L’Ispettore Generale Capo per la finanza delle pubbliche amministrazioni del Ministero dell’Economia, Salvatore Bilardo, è intervenuto a Forumpa e ha fornito dettagli utili per capire lo stato attuale e cosa succederà nei prossimi mesi.
27 Maggio 2014
Redazione FORUM PA
A poco più di un anno l’operazione sblocca debiti della PA è a metà strada. Ma con il D.L. 66, il Governo Renzi ha dato una forte accelerazione per sbloccare la situazione e di conseguenza rimettere in circolo linfa vitale per l’intero sistema economico italiano.
L’Ispettore Generale Capo per la finanza delle pubbliche amministrazioni del Ministero dell’Economia, Salvatore Bilardo, è intervenuto a Forumpa e ha fornito dettagli utili per capire lo stato attuale e cosa succederà nei prossimi mesi. Può sembrare paradossale ma prima dell’introduzione della piattaforma elettronica obbligatoria non era possibile neppure rispondere alla domanda originaria e basilare cioè sapere con certezza quanti siano i debiti della PA. Le cifre infatti, nei mesi scorsi hanno ballato dai 90 miliardi indicati dalla Banca d’Italia ai 60 miliardi del MEF. Oggi sono ancora 1.500 le amministrazioni pubbliche che non si sono iscritte alla piattaforma, nonostante richiami e sanzioni. Dunque il responsabile del MEF parla di una scarsa collaborazione di tutte le Amministrazioni che dovrà obbligatoriamente aumentare nei prossimi mesi. “La piattaforma e il sistema di fatturazione elettronica è una vera sfida per la modernizzazione dell’intero Paese” – ha dichiarato Bilardo.
Quali sono le cause dei ritardi dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni? Negli ultimi tempi si è fatto spesso riferimento al patto di stabilità interno. Ed ecco una seconda stoccata da parte del responsabile del Ministero alle Amministrazioni locali. Dice Bilardo: “La responsabilità maggiore dei ritardi dei pagamenti, che in Italia arriva fino a quota 180 giorni circa, sta nel fatto che gli Enti locali spendono soldi che non hanno”. In altre parole, secondo il MEF, gli Enti locali stimano e mettono a bilancio delle entrate che non riscuotono totalmente e ciò si traduce inevitabilmente in una difficoltà di cassa che posticipa i pagamenti ai fornitori. Il D.L.66, tra i vari provvedimenti, incrementa le sanzioni per la PA che si indebita.
Anche l’intervento del Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, da una valutazione nel complesso positiva del nuovo provvedimento governativo. Le imprese italiane hanno debiti a breve termine più alti della media delle imprese europee, a scapito dunque della nostra competitività. Il nostro sistema è malato da questo punto di vista in quanto a fronte dei ritardi nei pagamenti da parte della PA, le imprese sono costrette a ricorrere all’apertura di credito in conto corrente. Ciò porta a costi più alti per le imprese e spesso, di conseguenza, a sofferenze per le banche che accordano il credito. “La nuova legge rimette in equilibrio le risorse delle imprese e ristabilisce quella regolarità necessaria nei rapporti con le banche” – ha detto nel suo intervento Sabatini. Un meccanismo semplice e lineare dove si è voluto fortemente rafforzare un rapporto virtuoso tra lo Stato centrale, attraverso il supporto della Cassa Depositi e Prestiti, la PA, le imprese e il sistema bancario.