FORUM PA Lombardia: nuovi bisogni e nuovi strumenti per la sanità regionale

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La riforma della sanità in Lombardia non è una rivoluzione,
ma un’evoluzione del sistema sociosanitario regionale. Lo ha
sottolineato con forza Walter Bergamaschi,
Direttore Generale Welfare di Regione Lombardia, aprendo oggi la
sessione di lavoro dedicata a “Innovazione organizzativa: le filiere della continuità
assistenziale e la sanità digitale”
all’interno del FORUM
PA Lombardia
. Si sta infatti
tratteggiando un cambiamento strutturale nel modo di intendere la professione e
il rapporto con i pazienti, che deriva a sua volta da un cambiamento strutturale
dei bisogni.

28 Gennaio 2016

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Michela Stentella

La riforma della sanità in Lombardia non è una rivoluzione, ma un’evoluzione del sistema sociosanitario regionale. Lo ha sottolineato con forza Walter Bergamaschi, Direttore Generale Welfare di Regione Lombardia, aprendo oggi la sessione di lavoro dedicata a “Innovazione organizzativa: le filiere della continuità assistenziale e la sanità digitale” all’interno del FORUM PA Lombardia. Si sta infatti tratteggiando un cambiamento strutturale nel modo di intendere la professione e il rapporto con i pazienti, che deriva a sua volta da un cambiamento strutturale dei bisogni.

Basti pensare a come è cambiata nell’arco degli ultimi 40 anni la geografia della popolazione, formata ormai soprattutto da nonni e genitori con pochi figli. In Lombardia ci sono 3,5 milioni di pazienti cronici (il 30 per cento della popolazione) che impegnano il 75 per cento della spesa sanitaria regionale. Si tratta da un lato di una questione di sostenibilità economica, ma soprattutto si tratta di ripensare il modello assistenziale. La cronicità infatti, ha ricordato Bergamaschi, richiede un’attenzione alla persona nel suo complesso e all’interno del contesto familiare, non è più sufficiente un sistema organizzato per curare la singola persona e la singola patologia.

Ecco emergere quindi, in modo sempre più prepotente, la necessità di trasformare il sistema sanitario, un sistema complesso che deve rispondere a questi nuovi e complessi bisogni. La Legge Regionale 23/2015 risponde a questo grande sforzo di cambiamento, ma da sola non sarebbe sufficiente. La legge infatti, ha sottolineato Bergamaschi, ha normato dei cambiamenti già in corso, ha individuato le colonne portanti dell’“edificio sanità”, è una sorta di “impalcatura”, ma la vera evoluzione si ottiene solo se chi lavora al suo interno contribuisce ogni giorno a riempire di contenuti questo “edificio”.

Un altro passaggio fondamentale, ha ricordato Bergamaschi, è stata l’approvazione il 23 dicembre scorso del Piano della Cronicità da parte della Giunta regionale. Si tratta del primo Piano completo in Italia per la gestione della cronicità. Principi cardine del Piano per il triennio 2016-2018 sono: la presa in carico globale del malato cronico e del paziente fragile; l’integrazione nella rete dei servizi ospedalieri e territoriali, sanitari e sociosanitari e sociali; la prossimità territoriale del luogo di cura; le modalità di remunerazione delle prestazioni coerenti col principio della presa in carico, per superare frazionamenti ed evitare duplicazioni di prestazioni. L’impegno finanziario di Regione Lombardia per la riorganizzazione della rete dei servizi per la cronicità è di 28,4 milioni di euro.

All’interno di questa complessa rivisitazione di tutto il sistema sociosanitario lombardo lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie ICT non è più un’opzione possibile, ma un elemento essenziale per garantire servizi e competitività, ha concluso Bergamaschi.

Nei prossimi giorni metteremo on line tutti i materiali della sessione di lavoro.

Nel frattempo, vi proponiamo le risposte dei principali operatori attivi sul mercato della sanità digitale alla domanda della tavola rotonda conclusiva: “Come il mercato può supportare questo processo di innovazione?”

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