Smart City Summit: una Visione che diventa progetto paese
Due sono le aree urbane dove è possibile identificare una Smart city: i brownfields, e cioè la città esistente, e i greenfields, aree costruite ex-novo. Questi due elementi rappresentano una possibile classificazione delle Smart cities del mondo, come afferma Ryan Castilloux di Lux Research, in una definizione che è stata ripresa per la nota introduttiva dello Smart City Summit, organizzato da TheInnovationGroup, che si è tenuto lunedì 2 luglio 2012 a Milano, al Centro Congressi ABI.
5 Luglio 2012
Salvatore Caschetto
Due sono le aree urbane dove è possibile identificare una Smart city: i brownfields, e cioè la città esistente, e i greenfields, aree costruite ex-novo. Questi due elementi rappresentano una possibile classificazione delle Smart cities del mondo, come afferma Ryan Castilloux di Lux Research, in una definizione che è stata ripresa per la nota introduttiva dello Smart City Summit, organizzato da TheInnovationGroup, che si è tenuto lunedì 2 luglio 2012 a Milano, al Centro Congressi ABI.
La conferenza è stata organizzata su tre grandi aree tematiche: le piccole e medie città dell’Italia, quali campi di sperimentazione ed esempi concreti di città che hanno avviato politiche intelligenti; il tema dell’e-Gov, della community e dell’Open Data quali mezzi per rilanciare le nostre città; il greenfield Smart City Expo di Milano. Ecco una breve sintesi dei lavori che riporta alcune delle posizioni emerse.
La mattinata di lavoro, divisa in quattro sessioni, è stata aperta da Roberto Masiero, organizzatore del summit, che ha definito le Smart Cities un importante progetto paese,come viene dichiarato oggi dal governo Monti, paragonandolo al boom industriale degli anni ’50-60: le città hanno bisogno di rimettersi in gioco e il progetto Smart city le aiuta a farlo.
Dagli interventi sono emerse diverse definizioni di Smart city. Secondo Stefano Pileri, AD Italtel, la definizione di una Smart city è ampia e articolata e, pertanto, si può considerare intelligente quella città che mira alla qualità della vita, all’inclusione sociale, ad attivare opportunità di lavoro, a migliorare la sicurezza, la sostenibilità e l’ assistenza agli anziani e diventi modello per i giovani. David Bevilacqua (CISCO) e Giuseppe Gorla (ACCENTURE) hanno definito la città intelligente come “un nuovo lifestyle”, il primo invitando ad uscire dalla logica dei progetti pilota, perchè spesso fini a se stessi, e a mettere invece a sistema gli interventi ed i progetti della città; il secondo definendo la Smart city come una città pianificata che offre servizi, integrazione delle azioni e che disegna una chiara strategia di sviluppo della città.
In particolare, alcuni interventi si sono soffermati sul caso Milano e sul progetto Smart City Expo.
Davide Corritore, Comune di Milano, ha annunciato che la città si sta preparando ad una nuova era del digitale; a partire dallo SmartCityPoint, nato poche settimane fa a Milano con il compito di diffondere il concetto di cittadinanza digitale. Milano si prepara a diventare una città Agorà, con 1500 hotspots diffusi in tutte le aree urbane e con la conseguente creazione di corridoi digitali che uniscono i diversi punti digitali: “non esiste una Smart City se non esiste un rapporto tra Amministrazione e Cittadini”, questa l’affermazione conclusiva di Corritore, e ancora “la città deve essere Wiki, generativa di nuove economie di saperi e di conoscenza”.
Valerio Zingarelli, CTO/CIO Expo Milano 2015, ha definito il progetto Smart City Expo come il progetto di una città che coniuga le caratteristiche di una città digitale, con le numerose e interessanti opportunità che le tecnologie offrono, con quelle di una Cyber city, indirizzata a quei visitatori che non potranno essere presenti all’Esposizione ma che vorranno partecipare comunque agli eventi che si terranno durante l’Expo.
Quale è, infine, il ruolo delle regioni all’interno del processo Smart city? Questa la domanda sollevata da Lorenzo Broccoli, Regione Emilia Romagna, che ha ricordato come in particolare la sua regione abbia sviluppato un progetto di rete telematica per lo sviluppo digitale e per una migliore connessione dei diversi enti locali. Sviluppare un sistema di Governance distribuita sul territorio e non farla risiedere nelle mani di un’ istituzione; nuovi rapporti di partenariato pubblico privato per garantire la sostenibilità degli interventi; mettere al centro l’utente; comunicabilità e concretezza. Questi i punti del progetto PITER (Piano Telematico Emilia Romagna 2011-2013).
Nel pomeriggio si sono poi svolte tre sessioni parallele. La prima, Smart Technologies & Infrastructure, ha visto la presenza di Piercarlo Ravasio, Akhela, che ha ricordato come settori quali l’urbanistica e la sociologia siano fondamentali per una Smart City, perchè “le tecnologie ci sono già, basta pianificarle”. Il Sindaco di San Giovanni in Persiceto, Renato Mazzuca, ha raccontato l’esperienza della sua cittadina che, per risparmiare 200mila euro, ha adottato un sistema di algoritmi studiati insieme ad Enea, per il monitoraggio dell’illuminazione pubblica. L’amministrazione, inoltre, ha appena lanciato il blog Piccoloéintelligente?, un’interessante iniziativa per favorire la partecipazione dei cittadini, la condivisione di idee e progetti.
Il progetto Digit 2.0 Cremona è stato invece al centro dell’intervento di Pierpaolo Beluzzi, Giudice del Tribunale di Cremona. Obiettivo del progetto, che ha ottenuto un riconoscimento internazionale dall’European e-Gov Awards, era quello di risparmiare su tutti i costi legati a pratiche, sentenze, riunioni e udienze che possono essere svolte anche in telepresenza, tagliando quindi i costi di spostamento e di gestione grazie alla costruzione di un’architettura service oriented. Oggi il tribunale di Cremona vanta un sistema 2.0 per la gestione online di tutte le pratiche con risparmi importanti sui costi.
Nella seconda sessione parallela, intitolata Smart Economy, si è discusso di mobilità, trasporti intelligenti, telelavoro. A parlare sono stati gli esponenti della città di Barcellona, di Genova, di Milano e l’azienda Trentino Trasporti Esercizio S.p.A.; nella terza sessione, infine, il tema è stato lo Smart Government, con focus su Open Data, Open Government, eDemocracy ed eHealth.
I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda presieduta dalle città ospiti del Summit. Gloria Piaggio, Coordinatrice dell’Associazione Genova Smart City, ha posto l’accento sull’importanza di una governance attenta, lungimirante e positiva. La leadership locale è un tassello essenziale per la riuscita della strategia Smart city. Gestire tutto il processo e dare delle direttive e delle priorità al privato è la caratteristica dell’Associazione Genova Smart City, importante esempio di come le Amministrazioni Pubbliche possano rimettersi in gioco attraverso rapporti Pubblico-Privato-Università per promuovere una strategia comune di sviluppo della città.