Dalla UE una strategia comune per il cloud

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La nuova strategia della Commissione europea che si propone di “sfruttare al meglio il potenziale della nuvola informatica in Europa” prevede iniziative intese a realizzare entro il 2020 un guadagno netto pari a 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa e un aumento annuo del PIL dell’UE corrispondente a 160 miliardi di euro (circa l’1%).

27 Settembre 2012

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Redazione FORUM PA

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La nuova strategia della Commissione europea che si propone di “sfruttare al meglio il potenziale della nuvola informatica in Europa” prevede iniziative intese a realizzare entro il 2020 un guadagno netto pari a 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa e un aumento annuo del PIL dell’UE corrispondente a 160 miliardi di euro (circa l’1%).

Per “nuvola informatica” o più comunemente cloud computing si intende la memorizzazione di dati (come file di testo, immagini e video) e di software su elementi remoti ai quali gli utenti accedono via internet utilizzando il dispositivo che preferiscono. Si tratta di una modalità più rapida, economica, flessibile e potenzialmente più sicura rispetto al ricorso a soluzioni informatiche locali. Molti siti estremamente popolari — come Facebook, Spotify o la posta elettronica in rete — utilizzano già le tecnologie offerte dal cloud computing, ma i reali vantaggi economici si ottengono tramite l’uso capillare di questa tecnologia a livello delle imprese e del settore pubblico.

Le azioni chiave della strategia sono volte a:

  • eliminare gli svantaggi costituiti dalla pletora di norme tecniche in uso, in modo che gli utenti della nuvola informatica traggano vantaggio da interoperabilità, portabilità dei dati e reversibilità; le norme necessarie dovranno essere identificate entro il 2013;

  • sostenere i sistemi di certificazione a livello europeo destinati a fornitori affidabili di servizi condivisibili nella nuvola;

  • elaborare clausole contrattuali tipo che siano “sicure ed eque” per i contratti relativi ai servizi condivisibili nella nuvola, inclusi accordi sul livello di tali servizi;

  • creare un “partenariato europeo per la nuvola informatica” che coinvolga Stati membri e industria, in modo da sfruttare il potere d’acquisto del settore pubblico (pari al 20% di tutta la spesa nel settore delle tecnologie dell’informazione) per orientare il mercato europeo del cloud computing, incrementare la competitività dei provider europei di servizi condivisibili nella nuvola e offrire servizi migliori e più convenienti in materia di e-government.

La vicepresidente Neelie Kroes ha dichiarato: “La nuvola informatica rappresenta una tecnologia rivoluzionaria per la nostra economia. Senza l’intervento dell’Unione i confini nazionali possono trasformarsi in fortezze invalicabili che ci impediranno di fruire di vantaggi economici dell’ordine di miliardi di euro. Dobbiamo raggiungere una massa critica e definire un unico insieme di norme per tutta l’Europa. Occorre inoltre affrontare senza indugio i presunti rischi associati alla nuvola informatica.”.

La vicepresidente Viviane Reding ha affermato: “L’Europa deve pensare in grande. La strategia sulla nuvola informatica aumenterà il livello di fiducia nei confronti di soluzioni innovative e stimolerà un mercato digitale unico competitivo, dove i cittadini europei si sentano al sicuro. Per ottenere questi risultati è necessario adottare velocemente il nuovo quadro generale sulla protezione dei dati proposto quest’anno dalla Commissione e definire clausole e condizioni contrattuali che siano sicure ed eque.”.

I vantaggi della nuvola informatica derivano dalle sue economie di scala. L’80% delle organizzazioni che scelgono questa soluzione consegue un risparmio sui costi dell’ordine di almeno il 10-20%. Inoltre, è possibile prevedere significativi aumenti della produttività se la soluzione viene adottata su larga scala in tutti i settori dell’economia.

Attualmente, in assenza di norme comuni e contratti chiari, molti utilizzatori potenziali sono dissuasi dall’adottare questa soluzione. Gli utilizzatori non sono sicuri di quali norme e certificazioni vadano osservate e richieste per soddisfare le loro esigenze e gli obblighi giuridici, in modo, ad esempio, da garantire che i loro dati o quelli dei loro clienti siano al sicuro e che le applicazioni informatiche siano interoperabili. I fornitori e gli utilizzatori esigono inoltre norme più chiare in materia di fornitura di servizi condivisibili nella nuvola, ad esempio riguardo alla sede di risoluzione delle controversie oppure su come assicurare la facile migrazione di dati e software tra diversi fornitori di servizi di questo tipo.

 Fonte: Commissione Europea

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