A fatìca d’a fémmena s’a màgna ‘o ciùccio – #Napoli #occupazione #donne
Con un "adagio" partenopeo inauguriamo una nuova rubrica: "Pillole di ICity-Lab". In questa rubrica offriremo una lettura di alcuni dati estratti dalla ricerca ICity-rate 2012, con l’aiuto della piattaforma www.icitylab.it che abbiamo presentato la settimana scorsa. Andiamo a verificare o smentire la tradizionale "saggezza popolare" sottoponendola alla prova dei dati. Iniziamo…
6 Marzo 2013
Chiara Buongiovanni
Con un "adagio" partenopeo inauguriamo una nuova rubrica: "Pillole di ICity-Lab". In questa rubrica offriremo una lettura di alcuni dati estratti dalla ricerca ICity-rate 2012, con l’aiuto della piattaforma www.icitylab.it che abbiamo presentato la settimana scorsa. Andiamo a verificare o smentire la tradizionale "saggezza popolare" sottoponendola alla prova dei dati. Iniziamo…
"A fatìca d’a fémmena s’a màgna ‘o ciùccio"
Così dicono a Napoli. Tradotto: “Il lavoro della donna se lo mangia l’asino”. Per dire che il lavoro della casalinga (donna che risulta inattiva) non è tenuto in alcuna considerazione. E per dire, innanzitutto, che il lavoro della donna è, per antonomasia, quello di casalinga. Va bene, forse un tempo.
E oggi? La classifica dell’occupazione femminile in rapporto a quella maschile per città ci dice che Napoli è quartultima su 103 Capoluoghi di provincia e che le ultime 22 città in classifica sono tutte del Sud (includendo Frosinone e Latina)…
Per inciso, da Napoli ci rassicurano che il detto è ancora lingua viva.
Qui i dati ripresi dal portale www.icitylab.it per l’indicatore "Differenza fra tasso di attività maschile e femminile" (Elaborazione su dati Istat)