I numeri del Fascicolo Sanitario Elettronico nelle Regioni italiane. La fotografia di FIASO

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Il FSE –  Fascicolo Sanitario Elettronico è in fase avanzata di sperimentazione in quasi metà delle Regioni italiane.
La fotografia del FSE nelle Regioni italiane, scattata dalla FIASO – Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere, è stata presentata nel corso di un convegno internazionale, a Firenze, lo scorso 16 gennaio. A seguire i prinicipali dati.

18 Gennaio 2010

C

C.B.

Articolo FPA

Il FSE –  Fascicolo Sanitario Elettronico è in fase avanzata di sperimentazione in quasi metà delle Regioni italiane.
La fotografia del FSE nelle Regioni italiane, scattata dalla FIASO – Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere, è stata presentata nel corso di un convegno internazionale, a Firenze, lo scorso 16 gennaio. A seguire i prinicipali dati.

Il 43% delle Asl, il 62% delle aziende e dei presidi ospedalieri e il 19% degli ambulatori territoriali fanno in qualche misura uso del FSE.
Il FSE è conosciuto dal 71% dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta, dal 67% dei medici ospedalieri e specialisti, dal 29% degli infermieri e dal 5% dei farmacisti. Con il FSE sono gestite il 52% delle prestazioni specialistiche ed ospedaliere, il 33% delle prestazioni farmaceutiche e il 24% di quelle di pronto soccorso.

Il 95% delle Regioni dichiara di avere previsto, di avere in corso di realizzazione o di aver già attivato almeno un sottosistema per la prescrizione elettronica (adottata prevalentemente per l’assistenza specialistica e, a decrescere, per farmaceutica e ricoveri) mentre sistemi o sottosistemi di anagrafe sono in corso di realizzazione o sono stati già avviati nel 90% delle Regioni. Tra i sistemi più diffusi, scelta e revoca del medico di famiglia e portali di accesso ai servizi rivolti sia agli operatori sanitari che ai cittadini. 6 Regioni – Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Toscana, Basilicata, Sardegna – hanno già garantito l’accesso online ai servizi sia ad Asl e ospedali che a operatori sanitari.
Ma solo il 43% delle Regioni dichiara di gestire almeno una parte dei propri contenuti informativi sanitari con il FSE, prevalentemente usato per la gestione di prescrizioni, prestazioni, referti, lettere di dimissioni, emergenza-urgenza, patologie e cronicità. Solo in 7 Regioni – Lombardia, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Calabria, Sicilia, Sardegna – Il FSE viene utilizzato in oltre il 75% delle strutture sanitarie.

La percezione di utilità per il cittadino è comunque molto ridotta dal momento che l’accesso on line al FSE è in fase sperimentale e l’accesso ai dati, salvo alcune eccezioni, è riservato al personale sanitario.

Nella nota ANSA, si legge il commento del presidente Fiaso, Giovanni Monchiero: "Regioni, Asl e aziende ospedaliere hanno compiuto un grande sforzo per implementare l’informatizzazione in sanità, innalzando così il livello di appropriatezza di cure, prescrizioni farmaceutiche ed accertamenti diagnostici con benefici per le casse sanitarie, eliminando inutili duplicazioni, e per gli assistiti che eviteranno inutili file agli sportelli, vedranno ridursi le liste d’attesa generate spesso da prestazioni inappropriate e avranno cure più efficaci perché prescritte da medici più informati".
"Avere una fotografia dinamica e multidimensionale del percorso del paziente – aggiunge Rossana Ugenti, direttore generale Sistema informativo del Ministero della salute – può migliorare  la qualità dell’assistenza sanitaria, garantendo la continuità dei processi di cura, nonché il supporto al percorso clinico-diagnostico".
 

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