Processo civile, perché è necessario fare formazione “digitale”
Mutano le modalità di svolgimento delle funzioni assegnate dal codice di procedura civile al cancelliere e con il passaggio al digitale mutano anche prassi, orari e incarichi. Per superare eventuali difficoltà è necessario il confronto e la formazione
26 Settembre 2016
Antonio Labate, avvocato, Gruppo Informatico di Presidenza COA Roma
Il Ministro della Giustizia Orlando ha annunciato l’avvio del percorso di riqualificazione digitale dei cancellieri. Si tratta di un’importante iniziativa volta a chiudere il cerchio con la rivoluzione che ha riguardato il mondo giustizia nell’ultimo quinquennio ovvero il Processo Telematico.
Si prende atto che il settore giustizia sta vivendo una stagione di profondi cambiamenti che ne muteranno radicalmente le prassi, gli orari e gli incarichi all’interno dei tribunali. Laddove sono stati eliminati i servizi di front office per il deposito degli atti ( che oggi deve avvenire in maniera telematica), i cancellieri dovranno essere formati su come accettarli in forma digitale.
Mutano le modalità di svolgimento delle funzioni assegnate dal codice di procedura civile al cancelliere. Ai sensi dell’art. 58 c.p.c., il cancellerie attende all’iscrizione delle cause a ruolo, alla formazione del fascicolo d’ufficio e alla conservazione di quelli delle parti, alle comunicazioni e alle notificazioni prescritte dalla legge o dal giudice.
In questi anni sono state molte le Circolari del Ministero Giustizia volte a disciplinare in maniera organica e su tutto il territorio nazionale, questa importantissima funzione. Si sono avuti casi di “interpretazione” della variegata normativa in tema di processo telematico sulla gestione dei depositi, sulle copie di cortesia o sul rilascio delle copie dei decreti ingiuntivi. Quindi appariva non più prorogabile l’avvio di questa formazione professionale.
Avendo partecipato fin dalle prime battute alla sperimentazione del Processo Telematico su un tribunale dai numeri così rilevanti come quello di Roma posso affermare che tavoli di lavoro congiunti (magistrati, cancellieri e avvocati) hanno consentito di superare moltissime difficoltà iniziali. Il sereno confronto tra tutti gli attori / fruitori del processo ha consentito di individuare il problema e condividerne la soluzione. L’ampia diffusione dei c.d. Vademecum null’altro erano che istruzioni per l’uso redatti per rendere agevole il lavoro e garantire i diritti dei cittadini.
Spesso a Roma e in giro per l’Italia ho raccolto suggerimenti, critiche, osservazioni da parte dei cancellieri che poi ho girato alla DGSIA e in alcuni casi sono diventate implementazioni della Consolle del Cancelliere. Così come sarebbe stato impossibile immaginare il contrario, soprattutto nelle fase iniziali, veniva lamentato un certo abbandono e mancanza di formazione proprio sulla componente dei cancellieri.
Come tutte le novità, poi, il Processo Telematico veniva visto con scetticismo e diffidenza. Qualcosa che non andava imparato tanto “sarebbe stato rinviato”. Invece ho incontrato tantissimi cancellieri che superato l’impatto iniziale oggi non saprebbero più come gestire la carta o il processo cartaceo.
Gli avvocati sono stati, anche se non tutti ne hanno approfittato, la componente con maggiore formazione sul tema. Convegni gratuiti organizzati dai Consigli dell’Ordine, corsi privati a pagamento. I magistrati si sono organizzati con la formazione distrettuale o spesso si sono rivolti al collega che aveva maggiore esperienza. Per i cancellieri arriva oggi l’opportunità, da cogliere, di formarsi “in via digitale” su quella che è la “nuova” attività. Immagino, non avendo visto il bando del ministero, che questi corsi possano essere on line. Dei tutorial che spieghino come funziona la Consolle Cancelliere, le maggiori criticità – non tutte superate per dovere di cronaca.
Per beneficiare al massimo della rivoluzione digitale non è sufficiente la macchina ma il capitale umano, preziosissimo quello dei cancellieri, che la sappia far funzionare.