1280 Comuni Ricicloni in Italia
Legambiente ogni anno assegna gli Oscar del riciclo ai Comuni che gestiscono meglio i propri rifiuti e possono diventare buoni esempi da emulare per le tante altre realtà urbane. L’edizione 2009 ha visto primeggiare Cessalto (TV) che, con il 77,9% di rifiuti differenziati, è il Comune più virtuoso d’Italia. Ma non è solo Cessalto a dare il buon esempio: due comuni su tre in Veneto, infatti, superano il 55% di raccolta differenziata, consegnando alla Regione il primato assoluto.
2 Settembre 2009
Legambiente ogni anno assegna gli Oscar del riciclo ai Comuni che gestiscono meglio i propri rifiuti e possono diventare buoni esempi da emulare per le tante altre realtà urbane. L’edizione 2009 ha visto primeggiare Cessalto (TV) che, con il 77,9% di rifiuti differenziati, è il Comune più virtuoso d’Italia. Ma non è solo Cessalto a dare il buon esempio: due comuni su tre in Veneto, infatti, superano il 55% di raccolta differenziata, consegnando alla Regione il primato assoluto.
Ma cosa bisogna fare per vedersi riconosciuto lo status di “riciclone”?
Quest’anno per diventare Comune “riciclone” bisognava aver superato la soglia del 45% di raccolta differenziata, che altro non è che l’obiettivo del Testo Unico per il 2008, mentre per i comuni sotto i 10.000 abitanti delle regioni del Nord Italia era necessario raggiungere il 55%. “Un obiettivo ambizioso – commenta il vicedirettore nazionale di Legambiente, Andrea Poggio – che però non ha fatto diminuire il numero dei premiati, rispetto all’anno passato, anzi, i comuni “ricicloni” 2009 sono 1280, 200 in più di quelli del 2008. Riciclare, dunque si può e si deve!”.
Complessivamente, i cittadini che hanno contribuito ai risultati di Comuni Ricicloni 2009 sono più di 10 milioni, il 18% della popolazione italiana. Un’altra sorpresa: con il semplice gesto di differenziare i rifiuti, questi 10 milioni di cittadini hanno evitato l’immissione in atmosfera di circa 1 milione di tonnellate di CO2.
Dove sono i “ricicloni”
Per quanto riguarda la distribuzione dei Comuni nelle aree geografiche, l’89.9% è a Nord, il 9,9% a Sud e solo il 3,2% al Centro.
Da sottolineare positivamente l’avanzata delle Marche che posiziona in testa di lista i suoi Comuni e la Sardegna che pur non guadagnando primi posti, è passata dal 3% di raccolta differenziata del 2002 al 38% a fine 2008.
Analizzando le graduatorie dei “ricicloni” del sud, che sono 131, emerge che gli esempi di buona gestione sono fondamentalmente distribuiti in due regioni: Campania (115 “ricicloni”, di cui la metà in provincia di Salerno) e Sardegna (45).
I capoluoghi “ricicloni” sono in totale 20 di cui 19 nel nord Italia. Ben 6 sono distribuiti in Piemonte, 4 in Lombardia e 4 nel Veneto che, anche nelle grandi città confermano la diffusione di buoni servizi di gestione dei rifiuti.
La sorpresa delle sorprese però è data da Salerno. Comune “riciclone” al 45%. L’unico capoluogo in tutta l’Italia del centro-sud.
Sono, per contro, anche troppo evidenti alcune assenze: Liguria, Molise e Puglia stanno “annegando” nelle discariche e ancora sono veramente rari i Comuni che possono vantare sistemi di raccolta differenziata efficienti. Se per la Liguria, l’unico Comune che possiamo citare è Deiva Marina, perché sfiora la percentuale del 45% (43%), in Molise e Puglia ricevono menzioni San Martino in Pensilis, Termoli e Manduria.
La gestione dei rifiuti a livello consortile conferma la validità di sistemi di raccolta e servizi uniformi su ampie aree di territorio. Oltre la metà dei “ricicloni” gode del servizio offerto da un consorzio e i circa 6,3 milioni di abitanti che ne beneficiano sono tutti residenti nel nord Italia, di cui la metà nel nord est.
Riconoscimenti speciali, infatti sono stati attribuiti a tre servizi consortili: Fiemme Servizi Spa in provincia di Trento (27.585 abitanti che raccolgono in modo differenziato il 78,5% dei rifiuti), il Consorzio Intercomunale Priula di Treviso, (241.551 abitanti e 77,1% di raccolta differenziata) e Amnu Spa in provincia di Trento (57.026 abitanti e 74,6% di raccolta differenziata).
Per saperne di più, scarica il rapporto completo di Legambiente