Gli Open Data, l’Open Government, la spesa pubblica e il Sistema informativo SIOPE
C’è in Italia un Sistema Informativo che “rileva in via telematica gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri e dai cassieri delle Amministrazioni pubbliche”. E’ un sistema che nasce dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e l’ISTAT e il suo nome è SIOPE, il Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici. SIOPE è in sostanza uno strumento che viene utilizzato per monitorare la situazione e l’andamento dei conti pubblici.
24 Ottobre 2012
Vincenzo Patruno
C’è in Italia un Sistema Informativo che “rileva in via telematica gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri e dai cassieri delle Amministrazioni pubbliche”. E’ un sistema che nasce dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e l’ISTAT e il suo nome è SIOPE, il Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici. SIOPE è in sostanza uno strumento che viene utilizzato per monitorare la situazione e l’andamento dei conti pubblici.
Con i dati di SIOPE vengono ad esempio redatte le relazioni trimestrali sul conto consolidato di cassa che il Ministro dell’Economia presenta al Parlamento, ma anche tutte le statistiche trimestrali di contabilità nazionale necessarie per verificare il rispetto dei nostri conti pubblici con quanto previsto dalle norme europee. Tutto questo in modo tempestivo, visto che la raccolta dei flussi avviene per via telematica, ma soprattutto utilizzando una codifica comune per tutti gli incassi e i pagamenti.
I dati degli enti pubblici di SIOPE fanno cioè riferimento agli stessi codici gestionali e questo è un aspetto molto importante, in quanto vuol dire che tutti i dati presenti all’interno del sistema sono “armonizzati”. E’ possibile in altre parole confrontare tra loro i titoli di entrata e di spesa che si riferiscono ad incassi e pagamenti provenienti da tutte le differenti amministrazioni che riversano i loro dati nel sistema.
Sembra fantascienza. Siamo un Paese dove i cittadini, tranne qualche rara eccezione, non hanno alcuna idea di come viene impiegato il loro denaro. Quello che oramai è certo, è che da troppo tempo si perpetua una gestione “allegra” dei soldi pubblici. Chi è chiamato ad amministrare lo fa con l’idea di poter disporre a proprio piacimento del denaro pubblico. Questo non solo ha generato sprechi e inefficienze, ma ha alimentato il clientelismo, il malcostume fino ad arrivare al malaffare e alla corruzione. La questione è purtroppo cronaca di tutti i giorni e possiamo considerarla oramai una emergenza nazionale.
Come se ne viene fuori? Ben vengano ovviamente i tentativi di definire un quadro normativo che scoraggi e sanzioni gli abusi. Ma abbiamo davanti a noi una straordinaria opportunità che è quella di puntare sulla totale trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni. Rendere pubblici ad esempio i dati di SIOPE consentirebbe infatti lo studio e il controllo sociale della spesa e delle politiche pubbliche effettuate dalle singole amministrazioni. Bisogna in altre parole dare la possibilità alla società civile di studiare i dati per capire cosa c’è dentro. E’ quella che oramai da qualche tempo chiamiamo “accountability”.
Quello che segue è uno stralcio di quanto l’ing. Alberto Carzaniga, il “papà” di SIOPE scriveva al Capo dello Stato nel dicembre 2011 assieme ai Professori Luca Meldolesi e Nicoletta Stame.
“ […] in un Paese come il nostro, caratterizzato da ben note patologie, che dalla tendenza all’imbroglio, passando per il clientelismo ed il corporativismo, sfociano infine (bisogna aggiungere: spesso e volentieri) nell’illegalità vera e propria e nel crimine (anche organizzato), si è creata ormai una situazione pericolosa. Nel momento in cui, meritoriamente, si cerca di invertire tale tendenza, diventa della più grande importanza puntare sulla trasparenza e l’accountability: senza riserve.
Ciò può essere avviato immediatamente, con un semplice ordine di servizio che imponga l’immediata fruizione on line dei dati Siope-Cup-Mip e, più in generale, di tutti i dati statali disponibili.”
Questo già qualcuno lo fa. Lo fa ad esempio la provincia di Firenze, che pubblica sul proprio sito web i dati di SIOPE del bilancio consuntivo dell’Ente. Certo, si potrà obiettare che si tratta soltanto di dati annuali consolidati, che sono disponibili sotto forma di file pdf etc etc …
E’ già però un punto di partenza e potrebbe diventare qualcosa di decisamente più interessante nel momento in cui quegli stessi dati dovessero venire estratti direttamente da SIOPE per tutti gli Enti che partecipano al sistema e dovessero essere resi disponibili a chiunque per il download, senza aspettare le decisioni di ogni singolo Ente.
Magari come Open Data sotto forma un unico file scaricabile ad esempio in formato csv. I dati pubblicati in questo modo diventerebbero senza dubbio molto più utili. Sarebbe un passaggio chiave non solo per la trasparenza, ma per cominciare a fornire ai cittadini dati effettivamente utilizzabili per capire come viene impiegato il denaro pubblico. Manca in Italia la volontà di rendere gli Open Data una realtà. I movimenti e le associazioni stanno facendo la loro parte, ma manca un segnale “forte” in questo senso da parte delle istituzioni. Non si può continuare a parlare di Open Data nelle conferenze, nei festival, nelle fiere, nella Agenda Digitale decantandone “a voce” le potenzialità per l’Open Government e per la Digital Economy. Serve fare un primo passo e questo passo deve essere necessariamente fatto a livello istituzionale su una tipologia di dati che al momento sono di forte interesse per l’opinione pubblica. E questo potrebbe essere solo l’inizio, considerato che SIOPE consente di fornire ad esempio anche dati sul bilancio di cassa mensile con gli scostamenti rispetto ai preventivi, il debito finanziario con le fatture da pagare, la spesa per gli investimenti e molto altro ancora. Problemi di privacy? Di confidenzialità del dato? E’ un falso problema. Tutto dipende dal livello di dettaglio con cui i dati verrebbero resi pubblici.
Più di tante parole e dichiarazioni di intenti, sarebbe questo il primo vero passo sulla strada per l’Open Government. Open Siope! Now!
Articolo pubblicato su www.vincenzopatruno.org