PA digitale: non un fine, ma un mezzo per garantire “lo sviluppo della persona umana”
Un obiettivo molto ambizioso quello dell’attuale Governo rispetto alla digitalizzazione del sistema pubblico: in due anni colmare il gap che si è accumulato negli ultimi 10 e raggiungere traguardi importanti. Le parole del Sottoregretario Rughetti lasciano intravedere un cronogramma serrato e desideroso di traguardi concreti.
11 Giugno 2014
Tommaso Del Lungo
Un obiettivo molto ambizioso quello dell’attuale Governo rispetto alla digitalizzazione del sistema pubblico: in due anni colmare il gap che si è accumulato negli ultimi 10 e raggiungere traguardi importanti. Le parole del Sottoregretario Rughetti lasciano intravedere un cronogramma serrato e desideroso di traguardi concreti.
“L’Italia è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le competenze digitali; tutti i report internazionali ci posizionano tra i Paesi che, privi di una strategia nazionale, se non correranno ai ripari, finiranno per perdere ulteriori posizioni”. Così il Sottosegretario alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti – che ha anche ricevuto la delega all’attuazione dell’Agenda Digitale – ha riassunto i ritardi accumulati nel digitale dal nostro Paese.
In occasione FORUM PA 2014 Rughetti ha, infatti, preparato un intervento in cui si possono rintracciare bene evidenti le linee programmatiche del Governo rispetto ai temi della digitalizzazione del settore pubblico.
L’obiettivo principale, definito da Rughetti, è arrivare ad una PA che sia in grado di parlare la stessa lingua di cittadini ed imprese.
Al di là degli aspetti retorici, questa affermazione ha molteplici chiavi di lettura, tutti bene individuabili nell’intervento del Sottosegretario. Da una parte il rapporto che esiste tra la PA e i propri utenti deve essere lo stesso che si instaura tra privati e deve osservare i medesimi criteri di semplicità, attenzione al risultato, rispetto dei tempi, utilizzo delle tecnologie di uso comune etc. D’altra parte – come è ormai noto – non essendo la pubblica amministrazione un solo soggetto, ma una moltitudine di enti, ciascuno con una propria individualità e “regole” proprie, è necessario operare affinché questa diversificazione non rappresenti un ostacolo per il cittadino o l’impresa o, per usare le parole del Sottosegretario “non limiti il normale sviluppo della persona umana”.
Partendo dall’obiettivo primario di una “lingua comune” Rughetti ha illustrato il piano che in due anni porterà “la digitalizzazione ad essere l’unica forma di dialogo fra PA, cittadini ed imprese”.
1. diffusione della banda ultra larga su tutto il territorio nazionale;
2. diffusione della identità digitale (PIN unico) per tutti i cittadini e le imprese;
3. implementazione dell’Anagrafe Nazionale Popolazione Residente;
4. predisposizione di un sistema unico dei pagamenti on line;
5. standardizzazione dei data base;
6. razionalizzazione dei sistemi operativi;
7. organizzazione di un sistema di sicurezza che garantisca la privacy per ogni cittadino.
Ci aspetta un percorso a tappe forzate, dunque, le cui scadenze intermedie sono talmente vicine che sarà anche molto facile verificarle. Un percorso che punta soprattutto sulla condivisione e sul coinvolgimento di tutti gli attori (autonomie territoriali, comuni e regioni) “per superare le situazioni di stallo che spesso, in questi ultimi anni, si sono determinate nel processo di realizzazione di una PA digitale”.