Una PA crea valore se usa l’innovazione per la felicità dei lavoratori
La tecnologia sta modificando tutti i campi della nostra vita e in primo luogo il lavoro. Pensare ad un’innovazione che punti anche alla felicità dei proprio dipendenti potrebbe aiutare il settore pubblico a sviluppare nuovi punti di vista e a trovare e una migliore interazione tra la stessa PA e i cittadini
8 Aprile 2019
Domenico Pennone
Capo ufficio stampa Città Metropolitana di Napoli
I cambiamenti tecnologici nel mondo del lavoro possono portare incertezza o presentarsi come occasione. I processi innovativi e le nuove tecnologie, considerati ormai indispensabili per garantire il miglioramento nell’erogazione dei servizi della PA, concentrano la loro attenzione quasi esclusivamente verso la soddisfazione dell’utenza e quindi, indirettamente, sulla felicità dei cittadini utenti. La soddisfazione dei cittadini risulta, giustamente, il primario obiettivo che si pone l’innovatore. C’è invece molta disattenzione su cosa l’innovazione possa produrre in termini di condizioni e qualità del lavoro dei dipendenti pubblici.
I vantaggi di avere dipendenti felici
Nel nostro paese, dove l’e-government rappresenta una priorità assoluta per i governi nazionali e locali, i processi di miglioramento dei servizi puntano a rafforzare ed aumentare l’usabilità, l’efficienza e la trasparenza. La sfida è quella di provare a costruire un nuovo tipo di bene comune tra amministrazione e cittadini. Ma ai dipendenti coinvolti nei processi che tipo di attenzione viene data?
La nuova PA, che lentamente si sta costruendo, governata dai processi di innovazione e finalizzata alla produzione di inclusione, al miglioramento del benessere dei cittadini, può anche essere qualcosa di più che un semplice canale di consegna dei servizi pubblici? È possibile riflettere anche su cosa produce l’innovazione in termini di inclusione e benessere per i dipendenti?
La tecnologia sta modificando tutti i campi della nostra vita e in primo luogo il lavoro. L’innovazione dovrebbe essere la chiave per rimodellare la felicità e il benessere di tutti, anche dei dipendenti pubblici. L’e-government ormai è lo strumento principale per la trasformazione sostanziale del settore pubblico non solo in termini di qualità nell’erogazione dei servizi pubblici ma inevitabilmente anche per la trasformazione della sua struttura, i suoi processi e le sue interazioni. Sarebbe importante andare oltre la tradizionale visione dell’innovazione legata solo all’innovazione dei servizi e poco attenta al processo di innovazione concettuale e sistemica della sua macchina organizzativa.
Pensare ad un’innovazione che punti anche alla felicità dei proprio dipendenti potrebbe aiutare il settore pubblico a sviluppare nuovi punti di vista e a trovare e una migliore interazione tra la stessa PA e i cittadini.
Un esempio? Lo smart working
La felicità sul lavoro è sempre stata associata alla cultura dell’atteggiamento positivo, di stati d’animo vantaggiosi, emozioni, insomma, condizioni che portano ad amare il proprio lavoro. La soddisfazione sul lavoro garantisce un maggiore impegno organizzativo, miglior coinvolgimento, vigore, motivazione.
Qualcosa per fortuna si muove, penso innanzitutto al dibattito che si sta aprendo intorno al tema dello “smart working”, che sembra già essere in linea con la più recente normativa nazionale e con le indicazioni del Parlamento Europeo.
Il lavoro cosiddetto agile, ovvero la possibilità di variare le modalità di lavoro con un approccio che prevede la misurazione della prestazione lavorativa non più basata sulla presenza fisica e oraria, stimola il cambiamento strutturale del funzionamento della pubblica amministrazione e può garantire maggiore produttività, maggiore efficacia dell’azione amministrativa, ma anche, perché non dirlo, maggiore soddisfazione del dipendente e sua maggiore felicità. Introdurre lo smart working nella PA rappresenta una grande opportunità di innovazione a portata di tutte le amministrazioni a prescindere dalle risorse professionali ed economiche disponibili.
IL CONVEGNO
Smart working e PA: cosa manca al cambiamento culturale, organizzativo e tecnologico?
Cosa manca al vero cambio culturale, organizzativo e tecnologico che lo smart working può introdurre nel sistema del lavoro pubblico? Cosa serve per passare dal mero adempimento alla legge all’opportunità di cambiare il modo di percepire il sistema pubblico, la qualità dei servizi pubblici, la figura del dipendente pubblico? Il confronto a FORUM PA 2019
Roma Convention Center "La Nuvola", 16 Maggio 2019
Sperimentare per dare valore
Penso, però, anche alla possibilità di avviare esperimenti che portano ad utilizzare le esperienze di tipo consumer nei software aziendali. Strumenti facili e piacevoli che usiamo nella nostra vita personale quali Alexa, Google e Siri, che con costi davvero minimi potrebbero essere usati in un ufficio.
Insomma, i dipendenti sono la risorsa più preziosa di un’azienda e questo vale anche e soprattutto nella pubblica amministrazione. Il processo di digitalizzazione e innovazione tecnologica raramente pone il dipendente al centro del percorso e questo può allontanare i dipendenti stessi dai processi di innovazione. Un’innovazione tecnologica che, insieme al miglioramento della qualità dei servizi, sia finalizzata anche la felicità del dipendente può portare sicuramente a risultati migliori per tutti.
Questo articolo è un contributo al percorso di ascolto “La PA crea valore se…” avviato in vista di FORUM PA 2019 (Roma, 14-16 maggio)