Tour de France, tra monti ed eco-quartieri innovativi
Il Tour de France (dell’innovazione) è alla ricerca dei progetti innovativi sulle tracce della corsa ciclistica più famosa al mondo. Oggi parliamo di un eco-quartiere nato sulle ceneri di un ospedale abbandonato.
24 Luglio 2019
Daniele Rizzo
Content Manager FPA
Maurizio Costa
Content Officer FPA
Il Tour de France continua la sua lunga cavalcata o, per meglio dire, pedalata.
Siamo partiti dal Belgio, discesi verso l’Occitania, saliti sui Pirenei. Adesso, dopo le grandi scalate, siamo ridiscesi dai monti e ci stiamo dirigendo di nuovo verso le Alpi.
In attesa di nuove salite inerpicate sui monti italo-francesi, ieri il Tour ha varcato la soglia della città di Nîmes, una tra le più antiche di Francia. Il suo simbolo è un coccodrillo incatenato a una palma, simboleggiante le sue origini romane. Infatti, si racconta che i soldati romani, reduci dalle battaglie in Africa, abbiano fondato questa città. Da qui la simbologia esotica.
Nîmes è una città multiforme: il centro storico è molto antico, con un agglomerato di vie e viuzze, a volte molto strette, molto simili al centro storico di Roma. Il centro è dominato dall’enorme anfiteatro romano, simile al suo omologo veronese.
Uscendo dal centro storico, il visitatore si trova spaesato nei grandissimi e vastissimi boulevard, larghi fino a 60 metri e lunghi per chilometri. Qui ritroviamo la Francia parigina, con vie alberate che consentono lunghe passeggiate tra le ombre frastagliate che si proiettano sui marciapiedi.
Allontanandoci ancora dal centro, troviamo grandi distretti industriali, che si fondono saldamente con ville e case rurali, immerse in un verde scapestrato e dispersivo.
Una città, come detto, multiforme, che ha avviato al contempo alcuni progetti interessanti di riqualificazione urbana, trasformando edifici abbandonati in distretti smart.
Ecoquartiere
Un ex ospedale, entrato in dismissione nel 2000, era abbandonato a se stesso. Per evitare che questo polo diventasse un’area degradata, il Comune di Nîmes ha deciso non solo di rivalutarlo, ma anche di renderlo un ecoquartiere, sulla scia di progetti molto diffusi in Nord Europa.
La prima fase di questo progetto è stata già completata: sulle ceneri di questo ospedale sono nati gli alloggi dell’Università, una residenza per anziani, alloggi sociali e abitazioni private. Il tutto creato con materiali di ultima generazione e nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.
Nei prossimi anni, questa zona verrà popolata sempre più, con nuove abitazioni e caserme. Questi impianti permetteranno anche di evitare le inondazioni, grazie a vasche di reflusso che renderanno questa zona meno soggetta a eventi di questo genere.
In Italia, troviamo un progetto simile a Bologna, nel quartiere Pilastro, dove i cittadini del futuro ecoquartiere che dovrebbe nascere proprio qui produrranno e venderanno energia green, grazie a impianti fotovoltaici installati sui tetti delle case. Una vera e propria comunità verde, che ha l’obiettivo di autosostenersi con l’energia solare.
Il resoconto della tappa
La tappa di Nîmes, che doveva essere di transizione e recupero dopo le fatiche dei Pirenei, si è rivelata tale solo per alcuni corridori. A pagare un conto salato e francamente spropositato rispetto alle insidie della tappa è stato il danese Jakob Fuglsang, capitano dell’Astana che a 25 km da Nîmes ha lasciato sull’asfalto ogni velleità di classifica. Stessa sorte a cui ha rischiato di andare incontro il capitano del Team Ineos Geraint Thomas, anche lui vittima di una caduta da cui si è però ripreso senza perdere tempo in classifica.
Quanto alla tappa in sé: fuga di giornata ripresa a 2 km dall’arrivo, volata di gruppo e l’ormai solito Caleb Ewan, sesto podio in questa edizione del Tour e soprattutto seconda vittoria che va ad arricchire il bottino della Lotto Soudal. Battuto ancora un volta per pochi centimetri un ottimo Elia Viviani, che accorcia nella classifica maglia verde rispetto al leader Sagan ma che dovrà probabilmente accontentarsi solamente di un podio a Parigi.
Oggi si va da Pont du Gard a Gap, tappa semplice con solo un’insidia sul finale rappresentata dal Col de la Sentinelle, un GPM di terza categoria posto a 8 km dal traguardo che qualche coraggioso potrebbe utilizzare come trampolino di lancio per provare a guadagnare qualche secondo. Considerando però che domani c’è il Galibier, è più probabile che il gruppo dei big si limiti oggi a controllare una fuga. Ma questo Tour è pieno di sorprese e di corridori intenzionati a lasciare il segno in tutte le tappe, per cui, lasciatecelo dire, Mind the…Gap!
Ascolta il resoconto della tappa di Marco Baldi
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