Portale Clinico della Conoscenza: come prendersi cura delle persone in modo collaborativo
Condividere le informazioni cliniche e comprenderle correttamente è la premessa necessaria per collaborare nella cura di un paziente. Il Portale Clinico della Conoscenza interviene per facilitare questo processo, mettendo in collegamento i diversi sistemi utilizzati per codificare e registrare dati clinici e riducendo il rischio di interpretazioni errate. Inoltre consente di pianificare azioni sul paziente, grazie alla condivisione dei Casi d’uso clinico, e favorisce la ricerca
12 Settembre 2019
Giorgio Moretti
CEO DEDALUS holding
- 0.1 Primo passo, la condivisione dei dati clinici
- 0.2 Clinical Knowledge Portal: uno strumento per comunicare senza errori
- 0.3 Non solo comunicazione, ma linee guida per migliorare l'assistenza
- 0.4 Perché e come ricorrere ai "casi d'uso clinico"
- 0.5 Condividere dati di qualità: un punto in più anche per la ricerca
- 0.6 Il valore delle "comunità cliniche": prendersi cura delle persone, in modo collaborativo
Nel mondo di oggi, la collaborazione clinica è un elemento indispensabile per far fronte alle difficili sfide derivanti dall’invecchiamento della popolazione, dall’inquinamento e dai flussi migratori. Ma la collaborazione clinica è oggi molto difficile, se non impossibile, da raggiungere.
Primo passo, la condivisione dei dati clinici
I medici, anche quelli che lavorano nella stessa organizzazione, vivono oggi grandi difficoltà nel condividere informazioni cliniche per la cura di un paziente. Spesso usano diversi sistemi EMR (Electronic Medical Records), impostati per codificare e registrare dati clinici con approcci diversi (ad es. SNOMED) e strutture dati diverse. In alcuni casi, i sistemi sono stati interconnessi attraverso meccanismi di interoperabilità, che consentono di trasferire un dato da un sistema A a un sistema B. Questo è certamente un buon risultato per un utilizzo generale, ma del tutto insufficiente per garantire la collaborazione clinica. Ad esempio, se dobbiamo condividere la temperatura corporea di un paziente, non è sufficiente condividere semplicemente il suo valore: per uno scopo clinico, il semplice “valore” della temperatura non dice nulla; perché abbia senso clinico, ho bisogno di conoscere anche dove è stato misurato, attraverso quale dispositivo e altro ancora.
Una possibile soluzione sembra quella di fornire lo stesso EMR a tutti i clinici coinvolti, chiedendo loro di utilizzare un unico approccio di codifica: nel nostro mondo questo non è realistico né realizzabile. I medici non vogliono cambiare il loro EMR attuale o cambiare il modo in cui codificano le informazioni cliniche; i costi di questo tipo di progetto (diretto e per la gestione del cambiamento) sarebbero davvero troppo elevati.
Clinical Knowledge Portal: uno strumento per comunicare senza errori
Dedalus ha un approccio molto innovativo a questo problema: il Clinical Knowledge Portal. La prima importante funzionalità del CKP è la sua capacità di descrivere concetti clinici attraverso archetipi, con l’obiettivo di rappresentare compiutamente il concetto clinico e tutte le sue caratteristiche e consentire una “mappatura” con modalità di strutturazione e codifiche utilizzate in diversi EMR.
Grazie a questa funzionalità, il medico 1 può scambiare con il medico 2, essendo sicuro di essere clinicamente compreso e senza modificare il suo modo di lavorare (non è necessario cambiare EMR o approccio di codifica). Il CKP può sfruttare eventuali fonti di mappatura delle codifiche già esistenti, come HeTop in Francia.
Gli archetipi sono la prima importante funzionalità di CKP, la seconda, altrettanto importante è la gestione dei casi d’uso clinico.
Al fine di supportare una vera collaborazione clinica, la capacità di mappare le informazioni in modo significativo, senza stress per i clinici e le organizzazioni, è fondamentale, ma non è sufficiente. Collaborazione clinica significa lavorare insieme per assistere un paziente, condividendo e seguendo le migliori pratiche e le linee guida per ottenere i migliori risultati.
Non solo comunicazione, ma linee guida per migliorare l’assistenza
Il CKP consente la piena condivisione delle migliori pratiche e delle linee guida cliniche proprio grazie alla gestione dei casi d’uso clinico.
Un caso di uso clinico (CUC) è il punto di incrocio tra 7 diverse dimensioni: sintomo, malattia, comorbidità, stadio della malattia, attore clinico, contesto fisico in cui opera, tempo.
Ad esempio, un caso di uso clinico è quando un paziente dichiara dolore al torace, che può far sospettare un infarto miocardico acuto, soffre di diabete e io sono un medico di emergenza che fa una prima valutazione in ambulanza. In questo CUC ho delle esigenze di informazione e strumenti/dispositivi a disposizione specifici.
Un diverso CUC si verifica quando non sono più in ambulanza, ma in pronto soccorso, dove le mie esigenze di informazione sono diverse e ho diversi strumenti/dispositivi a disposizione.
Un altro CUC è quando l’attore è un diverso tipo di clinico, in un ambiente diverso; ancora una volta, sono necessarie diverse informazioni.
Infine, un altro CUC è quando il paziente ha la stessa malattia, ma l’attore è il medico di famiglia che opera nel suo ambulatorio per un follow-up di routine, senza sintomi specifici riportati dal paziente.
Perché e come ricorrere ai “casi d’uso clinico”
Il CKP consente di definire il caso di uso clinico con 3 serie di informazioni principali: i concetti clinici (archetipi) che devono essere raccolti quando si verifica il CUC, l’insieme di concetti clinici da presentare e la serie di azioni raccomandate (ordini, terapia, attività infermieristiche, ecc.), eventualmente anche recuperate da fonti cliniche certificate esistenti.
Dal punto di vista dell’uso quotidiano, l’uso dei CUC è facile. Quando un clinico deve affrontare un paziente con un CUC specifico e ha bisogno di aiuto per recuperare le più recenti linee guida cliniche, può cercare dal suo strumento EMR sul CKP, dove può trovare molti CUC diversi, a diversi livelli di maturità, avendo la possibilità di identificare quello più utile per il suo paziente.
Nel caso in cui l’EMR utilizzato appartenga alla linea Dedalus Dfour, può fare molto di più: può scaricare immediatamente il CUC, che configurerà dinamicamente il D4 – EMR, in base all’insieme di definizioni specificato nel CUC: quindi l’EMR porterà il clinico a visualizzare le informazioni utili, a raccogliere quelle necessarie, a pianificare azioni sul paziente coerentemente con le migliori pratiche/linee guida cliniche.
La ricerca di CUC è semplice ed efficace. Questi vengono creati, votati e convalidati dalle comunità cliniche e i clinici possono sempre vedere chi ha fatto cosa, avendo tutte le informazioni giuste per scegliere il CUC più appropriato.
Condividere dati di qualità: un punto in più anche per la ricerca
Un valore speciale del CKP emerge nella gestione degli studi clinici. Oggi i Clinical Trials sono un lavoro molto complesso. A causa delle già presentate difficoltà nella condivisione delle informazioni cliniche, queste vengono spesso riscritte nel software dedicato al Clinical Trias, richiedendo un grande sforzo da parte dei medici e incidendo pesantemente sulla qualità dei dati.
Grazie al CKP, i medici che hanno un paziente idoneo possono accedere al CKP per lo specifico caso d’uso, recuperando le informazioni essenziali sui dati da raccogliere nel loro EMR abituale e le azioni richieste. Quando necessario, i dati raccolti nel loro EMR possono essere trasferiti nel repository dei dati del Clinical Trial con una trasformazione automatica della codifica. Questo tipo di funzionalità riduce drasticamente il tempo di raccolta dei dati degli studi clinici, migliorandone significativamente la qualità. Un risultato prezioso per le attività di ricerca.
Il valore delle “comunità cliniche”: prendersi cura delle persone, in modo collaborativo
Il CKP non è magico. È il risultato di un approccio collaborativo di clinici che lavorano su uno strumento condiviso per descrivere e condividere le conoscenze attraverso delle “comunità cliniche”.
Le comunità cliniche propongono, votano e convalidano i casi d’uso clinici e gli archetipi di concetti clinici, mappandoli (dove non già fatto) a più sistemi di codifica (come Snomed, Loinc, Cdisc, ecc). Un clinico può partecipare a diverse comunità cliniche: quella della sua società clinica, quella internazionale, una comunità dell’ospedale in cui lavora, la comunità di una scuola di pensiero specifica e così via. Una comunità può essere aperta (quindi tutti i suoi contributi sono disponibili gratuitamente per tutti) o chiusa (con un costo per accedere alla conoscenza). Grazie al lavoro delle comunità cliniche, CKP può crescere e rimanere aggiornato.
Grazie al CKP i clinici possono finalmente cambiare il modo di prendersi cura delle persone, in modo collaborativo.
Un appuntamento organizzato con il supporto incondizionato di Dedalus
The Clinical Revolution
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Teatro del Maggio Musicale, Firenze , 7 Ottobre 2019