Sanità connessa: la risposta collaborativa per una salute più accessibile
Oggi la cronicità comporta un notevole impegno in termini di risorse – tra il 70 e l’80% delle risorse sanitarie secondo il Rapporto Osservasalute 2018 – e rappresenta un fenomeno in costante crescita per via dell’aumento dell’aspettativa di vita e dell’età media. Come intervenire per far fronte a questo scenario?
24 Ottobre 2019
Francesco Barbieri
Business Franchise Head Embrace, Novartis
Alessandra Dorigo
Business Franchise Head Neuroscienze, Novartis
La gestione del paziente cronico costituisce, ad oggi, una delle più grandi sfide del sistema sanitario. La cronicità comporta un notevole impegno in termini di risorse – tra il 70 e l’80% delle risorse sanitarie secondo il Rapporto Osservasalute 2018 – e rappresenta un fenomeno in costante crescita per via dell’aumento dell’aspettativa di vita e dell’età media: secondo gli ultimi dati ISTAT, nel 2025 il 23,9% della popolazione avrà un’età superiore a 65 anni e buona parte dovrà convivere con una o più patologie croniche.
Tali condizioni determinano la fragilità degli individui e una notevole pressione sui caregiver. Come intervenire, allora, per far fronte a questo scenario?
Il ruolo del Medico di Medicina Generale nella presa in carico del paziente cronico
Più del 55% dei pazienti con malattie croniche ha come primo interlocutore il Medico di Medicina Generale (Rapporto Osservasalute 2016 Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane. 2016 Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane), che il Piano Nazionale della Cronicità identifica come uno degli attori fondamentali per la presa in carico del paziente cronico, in particolare per gli aspetti di prevenzione, diagnosi precoce e deospedalizzazione.
Il MMG ha il compito di indirizzare il paziente verso un percorso personalizzato in funzione della complessità della situazione, secondo un approccio olistico all’assistenza del paziente che consideri tutti gli elementi del Sistema Sanitario che possano contribuire alla salute del suo assistito.
Tale approccio deve fare i conti però con una serie di problematiche che gravano sul sistema sanitario: i tempi di attesa per accedere alle prestazioni, i limiti alla prescrittibilità di terapie innovative, oltre alla presenza di modelli organizzativi complessi e diversificati sul territorio italiano, che spesso isolano servizi sanitari e socio-assistenziali.
Accesso alle cure: come agevolarlo con un “sistema ibrido”
L’opportunità per agevolare l’accesso alle cure per il paziente cronico risiede nello sviluppo di un sistema “ibrido” che includa nel percorso di cura tutti gli attori coinvolti nella filiera della salute. La caratteristica “ibrida” di questo sistema è data dalla presenza dell’industria, che interviene attivamente portando nuove competenze e strumenti ai professionisti della salute.
In particolare, il settore farmaceutico rende disponibile l’informazione scientifica qualificata a beneficio del ruolo centrale del Medico – specialistico e di Medicina Generale – affinché possa essere avvantaggiato all’interno di un sistema virtuoso per il paziente e per l’intero sistema. In tal senso, le tecnologie digitali, guidate dalla qualità dell’informazione, sono il pilastro della nuova organizzazione collaborativa e connessa al servizio di tutti gli attori coinvolti nel percorso di cura: paziente, caregiver, specialisti, MMG, Aziende Sanitarie, Comuni, ecc.
Il “Progetto Embrace” di Novartis
In concreto, un’azienda farmaceutica come Novartis sperimenta il sistema “ibrido” attraverso due progetti dedicati e distinti. Il primo è il “Progetto Embrace” che – in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale della Cronicità – si propone di ottimizzare il Patient Journey, dimezzando i tempi per la diagnosi e l’accesso al trattamento.
L’organizzazione affianca un team di 80 professionisti, formati sulla gestione della cronicità, ai Medici (MMG e Specialisti) e, indirettamente, ai pazienti, con lo scopo di: incrementare il livello di attenzione e conoscenza su determinate patologie croniche anche attraverso l’implementazione di progetti di formazione ECM; individuare tempestivamente i pazienti affetti da malattie croniche su cui attivare un percorso di presa in carico e co-gestione con le strutture sanitarie idonee; favorire il dialogo e l’interazione tra Medico e paziente e tra Medico e attori della filiera della salute.
La rete di professionisti è distribuita su tutto il territorio nazionale ed è al momento attiva nel dialogo con i MMG per le più diffuse e invalidanti patologie croniche: scompenso cardiaco, emicrania, malattia psoriasica, spondiloartrite, orticaria cronica spontanea e asma grave.
Il progetto per pazienti affetti da patologie neurologiche croniche
Il secondo progetto si rivolge in particolare ai pazienti affetti da patologie neurologiche croniche e invalidanti, quali la Sclerosi Multipla e l’emicrania, per le quali le nuove tecnologie possono contribuire sotto il profilo clinico e assistenziale e incidere positivamente sulla qualità della vita degli anni vissuti con disabilità.
Collaborando con professionisti clinici ed esperti di tecnologie digitali, Novartis ha maturato due esperienze significative di utilizzo di wearable device, di riabilitazione cognitiva e il remote monitoring del paziente neurologico, che ne migliorano il percorso di cura e assistenza.
Collaborazione e integrazione ospedale-territorio
Complessivamente, tali esperienze confermano l’importanza e la necessità di sistemi collaborativi e interconnessi che migliorino le possibilità di cura dei pazienti, riducendo i tempi di attesa, e sviluppino l’integrazione tra ospedale e territorio, diminuendo il ricorso alle ospedalizzazioni, con conseguente alleggerimento delle spese a carico del SSN. Un modello virtuoso e innovativo che potrà contribuire a migliorare e armonizzare in tutto il Paese il percorso di gestione del paziente cronico.
Roma, 29 – 30 Ottobre 2019