Dal Governo ai territori: integrazione e competenze le chiavi da FORUM PA Toscana
9 Giugno 2016
Chiara Buongiovanni
Lo aveva promesso in apertura il Presidente di FPA Carlo Mochi Sismondi e lo confermano gli animati tavoli di discussione sui temi di innovazione, partecipazione e sviluppo. Sono l’integrazione tra le diverse politiche territoriali e il raccordo tra il livello nazionale e quello regionale a fare la differenza in termini di impatto e sviluppo sostenibile anche a livello locale.
Quattro, nello specifico, i temi di lavoro in questa intensa giornata dedicata all’innovazione e ospitata dalla città di Prato: cittadinanza, servizi, fiscalità locale e sviluppo. La posizione emersa è che senza una strategia politica capace di integrare questi aspetti, agendo sul locale ma guardando al tempo stesso alla strategia nazionale, non si andrà lontano. Centrale in questo il ruolo delle Regioni.
E proprio la Regione Toscana può fare scuola. Tra le prime ad investire nell’e-gov la Toscana è la prima Regione a partire con tre servizi su SPID, altri sei saranno attivi a giugno mentre continua a ritmi sostenuti la lotta la digital divide e l’impegno sul fronte open gov, basti vedere l’esperienza e i numeri di Open Toscana.
Ma l’innovazione non si arresta e così anche i policy maker e gli operatori territoriali devono tenere il passo. Ne è ben consapevole Laura Castellani, Responsabile Infrastrutture e Tecnologie per lo Sviluppo della Società dell’Informazione – Regione Toscana quando afferma: “Siamo tra gli ultimi paesi nell’utilizzo dei servizi on line della PA. Dove occorre lavorare affinché il sistemi migliori? Bisogna agire non soltanto sulle competenze digitali dei cittadini, ma anche su quelle del personale della PA; ripensare i processi interni degli Enti pubblici e non digitalizzare l’esistente; è necessario un cambio organizzativo della PA; ripensare l’architettura di delivery dei servizi. Non dovrebbe essere più la PA a sviluppare i servizi, ma dovrebbero essere messi a disposizione del mercato. Infine occorre un utilizzo delle piattaforme abilitanti regionali interconnesse con quelle nazionali e front-end unificati con utilizzo di SPID per autenticazione”.
Quello delle competenze digitali è decisamente il tema caldo del FORUM PA Toscana. Lo stesso Sottosegretario per Semplificazione e pubblica amministrazione Angelo Rughetti, riportando lo sconcertante dato per cui 1/3 delle famiglie italiane non ha mai avuto accesso ad internet, ha affermato l’urgenza di riaprire concorsi per far entrare i nativi digitali nella PA, oltre all’opportunità di predisporre un importante investimento pubblico per ridurre il gap tra chi è abilitato ad usare le tecnologie e chi non lo è. “Il dato peggiore – sostiene il Sottosegretario – è che l’intero sistema digitale non è ancora pensato come il canale di accesso primario ai servizi. Non si tratta solo di registrare quanto la PA spenda in innovazione digitale ma di quanto negli anni abbia speso male, senza avere una visione d’insieme”. “C’è una frammentazione nell’accesso ai sistemi informativi della PA – continua- che non è più un problema tecnico e neanche istituzionale ma riguarda il diritto di acceso a beni pubblici, sancito dalla stessa Costituzione”. Dall’intervento di Rughetti emerge che l’approccio del governo è di lavorare non all’ennesimo Piano per la digitalizzazione del paese, ma a una strategia. “Dobbiamo avere – conclude – una visione complessiva del sistema pubblico. Non dobbiamo confodnere l’effervescenza dei progetti sul territorio con la strategia che deve essere nazionale. Dobbiamo lavorare spingendo per la crescita omogenea nel Paese e dunque spingendo soprattutto chi è rimasto più indietro”.
Riportando la voce dei territori, Il Sindaco di Prato e Presidente Anci Toscana, Matteo Biffoni ha ribadito come l’innovazione sia fondamentale da un lato per disporre di una PA efficace, vicina ai cittadini, capace di dare delle risposte, dall’altro per accrescere lo sviluppo dei territori e delle imprese. “A Prato – ha precisato – quasi 800 aziende si occupano di innovazione e questo rappresenta un’occasione di ricchezza, a cui si collega uno sforzo importante che l’amministrazione di Prato, la Regione e l’intero sistema locale stanno compiendo per dare slancio ad un settore molto dinamico”.
L’innovazione sui territori nasce inevitabilmente da una partnership tra pubblico, privato e cittadinanza. Conferma l’impegno di un big player di mercato, Marco Vergani di Microsoft Italia quando afferma: “La PA è al centro della nostra azione quotidiana. La sfida é rispondere alle esigenze delle pubbliche amministrazioni, soprattutto quelle locali, in modo da dare un contributo per lo sviluppo del Paese”.
Fondamentale una regia, come quella che l’Agid sta cercando di costruire, come spiegato da Maria Pia Giovannini, Responsabile Area Pubblica Amministrazione – Agenzia per l’Italia Digitale: “Il cambiamento del Paese va fatto con una modalità precisa, che definirei “scientifica” ed il territorio deve essere parte integrante e guida di tale processo. Gli indicatori sono, purtroppo, ancora troppo bassi; infatti si stanno incrementando soltanto quelli che misurano l’erogazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese, ma non quelli capaci di produrre ricchezza per il Paese. Si stanno compiendo dei significativi passi avanti dal punto di vista dell’impianto normativo”. Ha infatti ricordato che dal primo luglio qualunque cittadino europeo può accedere in via elettronica alle pratiche amministrative.
A confermare il lavoro del Governo nazionale nella costruzione delle infrastrutture abilitanti per l’innovazione sui territori, in chiusura di giornata, arriva il sottosegretario Ministero Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli che ha riportato l’impegno a investire 5 miliardi per portare fibra in 7.300 Comuni delle zone cosiddette a fallimento di mercato. Giacomelli ritorna sulla strategia unica per l’agenda digitale e la banda ultra larga in Italia. “Dobbiamo lavorare sui 100 mega al secondo e riscalare le classifiche europee” ha affermato. “In questa direzione – spiega – vanno i 5 miliardi stanziati dal CIPE e va anche la scelta di lavorare a una rete pubblica con il contributo delle Regioni”.
“Interessante – conclude – che per una volta il rapporto Nord – Sud sia invertito. Dalla mappatura dei bisogni eseguita dal governo emerge infatti che le aree bianche, ovvero a fallimento di mercato sono per il 90% posizionate nelle Regioni del Nord e solo per il10% al Sud, a causa del maggiore afflusso di fondi europei nelle regioni meridionali”.
Un dato che fa onore ai governatori delle Regioni è l’accordo raggiunto Conferenza Stato Regioni proprio per assicurare che le risorse messe in comune da Stato e Regioni confluiscano nelle zone a più alto bisogno.
Insomma, ai vari livelli e ai diversi attori, nei prossimi buon lavoro!
A breve gli atti on line #forumpatoscana
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