Responsabile transizione digitale (RTD): dal MIUR un nuovo modo di intendere la gestione associata della funzione

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Con la nota del 5 dicembre 2019, il MIUR ha stabilito che il Responsabile della Transizione Digitale del ministero dovrà ricoprire tale ruolo anche per le Istituzioni scolastiche ed educative. Una decisione basata su quanto previsto dallo stesso articolo 17 del CAD, che riconosce la possibilità di esercitare le funzioni di RTD in forma associata. Una scelta per molti versi condivisibile, che apre ora la strada a soluzioni analoghe anche in altre amministrazioni centrali

9 Gennaio 2020

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Andrea Baldassarre

Responsabile Area Content Development FPA

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È impensabile che in ogni amministrazione pubblica possa instaurarsi una “monarchia informatica assoluta”. Questa considerazione, del tutto condivisibile, è diventato un refrain piuttosto diffuso tra gli operatori che, al momento dell’introduzione della figura del Responsabile per la transizione al digitale (RTD), avevano criticato la nuova formulazione dell’articolo 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale, risultante dalle modifiche apportate dal decreto legislativo n. 179 del 26 agosto 2016.

Una critica che muoveva da una considerazione fondata: non è plausibile immaginare che ogni singola amministrazione, anche la più piccola, sia in grado di individuare al proprio interno una figura dotata delle competenze necessarie a svolgere la pletora di funzioni attribuite all’ufficio per la transizione al digitale dall’articolo 17.

La gestione delle funzioni dell’RTD in forma associata

Considerazione evidentemente condivisa anche dal governo, se è vero che con il decreto legislativo n. 217 del 13 dicembre 2017, recante “disposizioni integrative e correttive” al d.lgs 179/2016, è stata introdotta la possibilità per le amministrazioni diverse da quelle dello Stato di esercitare le funzioni dell’ufficio per il digitale anche in forma associata (art. 17, comma 1-septies).

La stessa Circolare n. 3/2018 del ministro per la PA aveva evidenziato l’importanza di questa opzione, raccomandata specialmente per gli enti di piccole dimensioni. In base alla Circolare, questa soluzione può essere adottata sia mediante l’Unione di Comuni, sia attraverso il ricorso a convenzioni, cui spetta anche il compito di disciplinare le modalità di raccordo tra l’ufficio unico e il vertice delle singole amministrazioni.

La nota del 5 dicembre 2019 del Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) relativa al ruolo e alle funzioni del RTD del MIUR e delle Istituzioni scolastiche ed educative statali, sembra ora aprire la strada a una nuova interpretazione della gestione associata.

Già da più di due anni, con Decreto Ministeriale n. 529 del 1° agosto 2017, il MIUR ha individuato il proprio RTD nella persona del Responsabile della Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica (DGCASIS). Oltre a garantire l’attuazione delle linee strategiche per la riorganizzazione e la digitalizzazione dell’amministrazione ministeriale, la DGCASIS si occupa della pianificazione e dell’attuazione delle medesime linee strategiche anche per quanto concerne l’amministrazione delle istituzioni scolastiche.

RTD nelle istituzioni scolastiche

Per tali motivi, anche a seguito delle interlocuzioni intercorse con l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), con la nota del 5 dicembre il MIUR ha invitato le Istituzioni scolastiche ed educative che abbiano eventualmente nominato un RTD a far decadere le nomine effettuate, riconoscendo il RTD del MIUR quale unico responsabile per la transizione digitale dell’intero settore Istruzione. Le altre figure organizzative già previste ed operative nelle Scuole, come Animatori digitali o Team per l’innovazione, dovranno operare in sinergia rispetto al coordinamento centralizzato del RTD, garantendo l’attuazione partecipata degli indirizzi strategici del MIUR.

Per dare piena attuazione a quanto previsto dalla nota il MIUR avvierà, in collaborazione con AgID, un’attività di aggiornamento dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA), intervenendo sul campo “Ufficio per la transizione al digitale” presente nell’anagrafica di tutti gli enti censiti in IPA, istituzioni scolastiche comprese.

La scelta del MIUR pare per alcuni versi condivisibile e basata su un presupposto valido, già richiamato in precedenza. Era infatti irrealistico ipotizzare che ogni istituto scolastico fosse in grado di individuare al proprio interno un soggetto in possesso di quelle “adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali” richiamate dall’articolo 17 del CAD.

Un RTD per 51mila scuole?

Certo, si potrebbe forse obiettare che la scelta di affidare ad un unico RTD la transizione al digitale delle oltre 51.000 scuole pubbliche italiane (fonte MIUR) rappresenti un accentramento forse troppo drastico. Magari sarebbe stato possibile immaginare una soluzione più soft, con RTD individuati ad un livello territoriale intermedio (magari incardinati nell’Ufficio Scolastico Regionale?).

In ogni caso, il percorso intrapreso dal MIUR aggiunge una nuova opzione tra quelle percorribili nell’ambito della gestione associata della funzione di RTD. Se la circolare 3/2018 parlava espressamente di gestione della funzione a livello di area vasta, tra enti locali del medesimo territorio, la nota del MIUR configura una forma di gestione centralizzata della funzione da parte di un’amministrazione centrale per conto di autonomie funzionali (le scuole), in una logica di “comparto” (il settore dell’istruzione).

Un’opzione che potrebbe ora essere adottata anche da altre realtà del nostro complesso e articolato sistema istituzionale.

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