Filippo Patroni Griffi inquadra la Riforma Brunetta indicando da dove si partiva nel 2009 e dove si ha intenzione di arrivare.
Il generale processo di privatizzazione del pubblico impiego, in particolare, aveva generato un rafforzamento del sindacato e una deresponsabilizzazione del dirigenza infiacchendo i processi di controllo e di valutazione interni. Anche sul versante della qualità percepita, le norme vigenti non erano riuscite a fare molto e, più in generale si assisteva ad un proliferare di modelli e prassi e norme differenti su questi temi.
Il punto di partenza su cui molto si discusse nel 2009, dunque, fu il fatto che il regime di monopolio in cui opera la pubblica amministrazione nell’ambito dei servizi pubblici non può tollerare una tale debolezza nell’ambito dei controlli interni, della valutazione delle performance e della misurazione della qualità dei servizi. Per questo è nata la CiVIT che si è data due misure di azione: misurazione della performance e della qualità dei servizi da una parte e della misurazione della trasparenza dall’altra.
Nel corso dell’intervento Patroni Griffi ha sottolineato le difficoltà incontrate dalla CiVIT nel proprio percorso, dalla discrepanza tra mancanza di risorse e ricchezza degli obiettivi, alla resistenza riscontrata in molte amministrazioni, che avevano modelli e livelli di innovazione organizzativa estremamente diversi, fino alle difficoltà incontrate, anche dal punto di vista giuridico, sul versante della valutazione della performance individuale.
I prossimi passi della CiVIT si stanno concentrando sulla definizione di standard e di indicatori su ogni servizio, replicabili sul maggior numero di amministrazioni possibili. Questo obiettivo si raggiungerà anche attraverso la creazione di una grande banca dati che raccolga tutte le carte dei servizi delle pubbliche amministrazioni. Un progetto realizzato con il contributo di DigitPA.