La presenza nella PA di numerosi lavoratori atipici, chiamati in modalità di somministrazione o collaborazione a progetto per rinforzare i ranghi e utilizzati anche per molti anni determinando attese di stabilizzazione, è fenomeno non approfondito in occasione dei dibattiti sullo sviluppo delle Risorse Umane nella PA.
“Coniugare regole, talenti e merito” diventa fatica di Sisifo e non si può parlare di sviluppo delle Risorse Umane, bensì di processi mortificanti e demotivanti per tutti, laddove si continui a sottacere la problematicità delle relazioni che all’interno degli uffici pubblici si viene a creare avvalendosi di figure di passaggio per azioni specifiche, spesso definite azioni innovative, specialmente quando sia previsto il contatto diretto con i cittadini e i partenariati locali, nazionali e internazionali, ai quali viene fornita un’immagine della PA per nulla rassicurante in termini di continuità e miglioramento dei servizi avviati.