Secondo Marco Lanzarini, il vero saltò di qualità da compiere all’interno della rivoluzione 2.0 è quello tra la nozione dello studente come utente, concetto ancora legato ad una cultura burocratica, a quello di cliente, ossia colui a cui dobbiamo ciò che gli serve. La prospettiva cambia poi ulteriormente se da cliente passiamo a considerarlo come membro della community, nel senso che gli viene dato ciò che chiede ma all’interno del contesto in cui si riconosce per interessi, bisogni, esigenze, per cui entra in gioco il concetto di social network.
Per far funzionare l’università 2.0 è dunque necessario ripensare secondo questa prospettiva l’intero ciclo di vita studente all’interno dell’ateneo. Lanzarini offre qualche spunto su cosa significa riconsiderare in tale ottica le fasi orientamento, carriera accademica, relazioni internazionali ed alumni, evidenziando la necessità di fornire servizi basati sulla localizzazione e di usare i social network come nuovi canali di fidelizzazione, anche nella fase di inserimento nel mondo del lavoro.
L’ateneo deve comunicare con tutti i canali possibili, che possono tra l’altro fornire un feedback in tempo reale, in modo da poter aggiustare il tiro in corsa, offrendo sempre una risposta alle richieste degli studenti. Il modo migliore per farlo è agganciarsi al sistema informativo di ateneo, che possiede tutte le informazioni su di loro, consentendo alle due parti di colloquiare in maniera interattiva e biunivoca