La valutazione delle performance della p.a. accende dibattiti ed anche critiche ad ogni presunta novità del legislatore, tesa a favorire il processo di riforma, ad oltre sei anni dal D.lg. n. 150/2009. In attesa dell’attuazione reale della riforma Madia (Legge 7 agosto 2015 n.124) ed in particolare quello di riordino del ruolo e delle funzioni degli OIV, quale destino aspettarsi per una p.a. che ha assoluto bisogno di valutazione? “Etica” ed efficienza devono andare di pari passo per il rinnovamento del sistema pubblico italiano. Sono due facce della stessa medaglia, il nostro paese muore per la mancanza di meritocrazia a tutti i livelli e per il dilagare di una mala amministrazione che spesso sfocia in “corruzione”. Inoltre, l’articolo 11 della Legge 124/15, incentrato sulla dirigenza pubblica, su revoca incarichi e retribuzione, si gira a vite sulla valutazione, senza portare a compimento un’idea precisa, ma solo generiche dichiarazioni d’intenti.
Con l’abbandono del ruolo unico risiede l’ambiguo collegamento tra gestione degli incarichi dirigenziali e la valutazione della performance dei dirigenti, con riferimento alla valutazione dei risultati. Il dirigente pubblico diventa un punto interrogativo dietro la valutazione delle performance pubbliche.
Valutare le performance, organizzativa ed individuale, nella prospettiva futura di medio termine, non significa certo semplice osservanza di “procedure”, ma capacità etica di produrre cambiamento in avanti per tutti i cittadini, interni ed esterni alla pubblica amministrazione.