L’Italia sta affrontando una sfida di inedite proporzioni: trasformare profondamente la pubblica amministrazione, come leva per tentare una – tanto tardiva quanto ancora necessaria – trasformazione profonda del Paese intero. Lo strumento scelto, per riuscire nell’impresa, è in grande misura quello dell’innovazione digitale. È questo il senso della legge delega della riforma PA e dei relativi decreti attuativi. La riforma definisce già dal primo articolo nuovi diritti dei cittadini in termini di rapporto digitale con le amministrazioni pubbliche. Si pongono così le condizioni abilitanti per una vera “cittadinanza digitale”. Ma come sappiamo le leggi non attuano le riforme, ma al massimo le abilitano, forniscono cioè l’ambiente in cui un cambiamento può nascere e svilupparsi. Perché lo faccia davvero sono necessarie però almeno altre quattro condizioni:
- una meticolosa stesura di una road map di implementazione, che individui i punti di criticità e li superi attraverso strumenti normativi (soprattutto regolamenti) e indicazioni di comportamento con agili cassette degli attrezzi;
- una consonanza di intenti e di azione tra la domanda pubblica di tecnologie e l’offerta da parte dei player di mercato cosicché gli strumenti corrispondano ai bisogni e alle strategie;
- un ambiente collaborativo tra tutti gli attori: responsabili politici, amministrazioni pubbliche, imprese tecnologiche, cittadinanza organizzata;
- una crescita delle competenze da parte di tutti i partecipanti al processo.
Da questa convinzione, maturata in oltre venticinque anni di esperienza nasce l’iniziativa “Cantieri della PA digitale“, la nuova piattaforma di FPA che vuole contribuire a costruire i “manuali d’uso” per lo sviluppo del Paese attraverso gli strumenti, le pratiche e le idee del digitale.
I Cantieri sono dieci “laboratori” in cui i più autorevoli operatori pubblici e privati disegnano i percorsi di attuazione della PA digitale in altrettante aree verticali e trasversali del processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, attraverso attività di advocacy, networking e lavorocollaborativo. QUI SITO DELL’INIZIATIVA.I TAVOLI DI LAVORO
I Cantieri della PA digitale operano attraverso tavoli di lavoro ristretti che
si propongono di esaminare lo stato dell’arte dei singoli temi; gli
ostacoli normativi, di risorse o di comportamenti che rendono
problematico il cambiamento; le migliori esperienze italiane e
straniere; gli scenari tecnologici più avanzati e le possibilità che
questi possono aprire; le modalità di realizzazione dei progetti: dal
procurement innovativo alle convenzioni, dalle partnership di
innovazione ai dialoghi competitivi.
I PROTAGONISTI
Ciascun tavolo è composto da una platea ristretta di interlocutori qualificati, provenienti da contesti differenti, ciascuno con un proprio ruolo:
- l’accademia e la ricerca, che disegnano gli scenari nazionali ed internazionali e indicano le prospettive e i trend;
- le amministrazioni più smart, che propongono esperienze innovative di successo, nuovi modelli organizzativi, nuove forme di collaborazione tra le PA e tra queste e la componente privata;
- le aziende di tecnologie e servizi avanzati, che presentano la frontiera della tecnologia: quel che già si può fare, ma che ancora non si fa, quel che altrove è stato sperimentato, ma non ancora in Italia, quel che ha avuto successo, ma non riesce a divenire sistema, quel che potrebbe permettere di “fare più con meno”, ma non è ancora riuscito a superare lo scoglio della effettiva implementazione;
- le associazioni dei cittadini, che sono insieme i destinatari dell’azione pubblica e dei servizi che la PA offre, ma sono anche gli azionisti delle amministrazioni e, insieme, i protagonisti di un co-design dei servizi sempre più necessario in un’ottica di “Stato partner”.
GLI INCONTRI
I tavoli dei CantieriPA si riuniscono a porte chiuse in occasione di quattro incontri di lavoro collaborativo nel corso dell’anno, ciascuno incentrato su uno specifico focus tematico relativo al tema di riferimento del Cantiere.Il coordinamento scientifico di ciascun tavolo è affidato ad un advisor, proveniente dal mondo dell’accademia o della consulenza, cui spetta il compito di fornire ai membri del tavolo una visione sempre completa e aggiornata del contesto di riferimento, delineando i possibili scenari futuri. I lavori del tavolo sono animati e facilitati da un esponente di FPA.
GLI OBIETTIVI
In un momento di profonde riforme di tutto il settore pubblico come quello attuale, è essenziale poter contare sul consiglio e sul lavoro collaborativo dei protagonisti pubblici e privati. I Cantieri si propongono di tracciare una carta dell’esistente su ciascun tema, in modo da poter orientare le iniziative future, far emergere ostacoli e strumenti per superarli, proporre alleanze e collaborazioni, verificare le risorse disponibili e giudicarne la congruità con gli obiettivi, analizzare gli strumenti di procurement pubblico a disposizione e immaginarne l’uso più confacente ai risultati da raggiungere. Le riunioni dei Cantieri porteranno a fine anno alla redazione di un documento di “advocacy” rivolto ai decisori politici, contenente le indicazioni puntuali di norme – o meglio, di linee guida – per togliere i sassolini che possono bloccare gli ingranaggi dell’effettiva execution dei processi di innovazione digitale della PA.
LA NOVITA’
L’iniziativa CantieriPA si distingue per due importanti novità: la prima è di metodo, ed è rappresentata dall’integrazione di soggetti, di approcci epistemologici e di interessi diversi in un lavoro realmente collaborativo, ma strutturato. Sino ad ora infatti i tavoli sono stati o istituzionali, e quindi tendenzialmente “rappresentativi” ma ingessati, o spontanei e quindi legati alle possibilità e alla buona volontà dei singoli partecipanti. In questo caso invece i tavoli saranno sì “volontari” e quindi vitali e liberi, ma anche professionalmente guidati e assistiti.
La seconda novità è di contenuto: al centro dei Cantieri (sia dei tavoli di lavoro, sia dei portali dedicati) non ci sarà “cosa” fare nei vari settori, le agende infatti sono anche troppo note, ma il “come” farlo. È infatti questo un tempo più per i manuali che per le norme, più per le cassette degli attrezzi che per i grandi piani, più per le ricette che per i menu appetitosi, ma irrealizzabili.