NSO – Nodo Smistamento Ordini: primo passo vincente per un’evoluzione non più procrastinabile

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Dal 1° febbraio 2020 le aziende del Servizio Sanitario Nazionale devono effettuare gli ordini di acquisto di beni esclusivamente in formato elettronico tramite il Nodo Smistamento Ordini (NSO). Una grande novità nelle procedure di public procurement, che però è solo la prima fase di un percorso più ampio e articolato, che abbraccia le fasi di ordinazione e di esecuzione per tutti i processi di acquisto di tutti gli Enti Pubblici

2 Settembre 2020

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Consorzio DAFNE

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Daniele Marazzi

Consigliere Delegato Consorzio DAFNE

Lo scorso 1° febbraio 2020 è entrato in vigore, per tutte le Strutture afferenti al Servizio Sanitario Nazionale, l’obbligo di invio elettronico degli ordini di acquisto di beni tramite il Nodo Smistamento Ordini (NSO).

L’esperienza dei primi sei mesi: una transizione che supera le attese

Secondo i dati pubblicati dalla Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), nei primi sei mesi di attività – in sovrapposizione quasi perfetta con l’esplosione della pandemia Covid-19 – il Nodo Smistamento Ordini ha gestito circa 2,65 milioni di ordini, con una media di oltre 20 mila ordini per giorno lavorativo.

Un’analisi condotta dal Consorzio DAFNE – il cui ecosistema è destinatario di oltre il 30% del traffico validato da Nodo Smistamento Ordini – delinea un bilancio decisamente positivo. Delle 170 aziende Healthcare rispondenti, oltre il 70% ha dichiarato di percepire già dai primi mesi dei vantaggi interessanti derivanti dalla nuova modalità di gestione degli ordini prevista dal Legislatore, mentre solo il 10% denuncia un peggioramento della situazione con il restante 20% che non rileva variazioni tra prima e dopo l’entrata in vigore dell’obbligo.

La data del 1° febbraio 2020, che segna una discontinuità epocale nelle logiche di relazione fra Enti del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) e fornitori, non rappresenta però un traguardo raggiunto.

Chi ben comincia è a metà dell’opera: serve chiudere il cerchio tra ordine e fattura

L’obbligo di ordine elettronico via NSO è solo la prima fase di un percorso più ampio e articolato, nonché decisamente più ambizioso e dalla portata rivoluzionaria. Un cammino che abbraccia le fasi di ordinazione e di esecuzione per tutti i processi di acquisto di tutti gli Enti Pubblici.

Tornando al perimetro dell’esperimento in corso, che riguarda i “soli” Enti afferenti al SSN, il percorso intrapreso anche in questo alveo più circoscritto non può certo dirsi concluso. Né lo sarà con l’inclusione nell’obbligo degli ordini di acquisto relativi a Servizi, che ha decorrenza già fissata nel 1° gennaio 2021. 

La norma, legiferata a inizio 2018, già prevede l’introduzione dell’obbligo di gestione digitale anche della fase di esecuzione, con la conseguente definizione di modalità e formati per lo scambio in formato elettronico strutturato anche del Documento di Trasporto (DDT) nel caso di beni e dello Stato Avanzamento Lavori (SAL) nel caso di servizi.

Solamente con il passaggio a DDT e SAL elettronici la digitalizzazione dei processi di approvvigionamento sarà effettivamente completa, consentendo a Enti Pubblici e Aziende di godere dei massimi benefici ottenibili. Vantaggi connessi alla migliore gestione dell’intero processo, a una riconciliazione più facile e rapida dei documenti, con la conseguente riduzione di tempi e costi, degli errori e delle non conformità da gestire e dei tempi di liquidabilità delle fatture, con evidenti ricadute positive sia per gli Enti sia per gli Operatori Economici, che infatti caldeggiano con interesse questo ulteriore passo (come espresso, sia dal Consorzio DAFNE sia da FIASO, in occasione del seminario del FORUM PA 2020 di luglio “NSO, l’innovazione non è in quarantena! Primi dati, evidenze e prospettive a cinque mesi dall’avvio”).

Il vantaggio della prima mossa: l’avanguardia del Mercato Unico Digitale Europeo

Tanto l’architettura dell’infrastruttura di interscambio quanto il formato e il linguaggio dei messaggi veicolati sulla stessa sono di respiro europeo, internazionale: si tratta dell’infrastruttura di rete Peppol e del linguaggio XML UBL. Non disperdendo l’esperienza maturata con il Sistema di Interscambio (SdI) in ambito fatturazione elettronica – e valorizzandone, anzi, ancor più gli investimenti già effettuati – ma integrando da subito anche i protocolli identificati dalla Commissione Europea come riferimento nel percorso di graduale introduzione del Mercato Unico Digitale Europeo.

Un valore da non disperdere: il coinvolgimento e l’impegno diffuso di tutti gli attori in gioco

Un risultato importante, in ogni caso, è già stato raggiunto: il gruppo di lavoro trasversale coordinato dal MEF, che ormai da oltre due anni riunisce esponenti di tutti gli stakeholder interessati dall’iniziativa, sulla falsariga di quello che è stato il Forum italiano sulla Fatturazione Elettronica a suo tempo. A questo tavolo partecipano Istituzioni, Enti Pubblici e Operatori Economici, per una costante e continuativa condivisione sullo stato dell’arte dell’iniziativa e le sue evoluzioni prospettiche. Importante retaggio di questo “primo passo” lungo il percorso delineato crediamo possa essere proprio il “tavolo di lavoro e confronto trasversale”, costruito nei mesi che hanno preceduto lo stallo dettato dalla pandemia. Riprenderne il filo e tornare a confrontarsi sulla trasformazione digitale dei rapporti fra PA e Imprese – con gli Enti del SSN banco di prova sfidante e proprio per questo probante la bontà della sintesi raggiunta – è non solo un’opportunità da cogliere quanto piuttosto una chiamata al dovere che sarebbe davvero insensato lasciar cadere nel vuoto.

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