“Aggredire” i beni mafiosi. Una proposta di Libera e amministrazioni locali
Giuseppe Lumia della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia spiega che “il tempo è maturo per adottare una strategia anti-mafia finalmente del giorno prima”.
Centrale in questa strategia è l’approccio normativo ai beni confiscati e il conseguente utilizzo. Su questo c’è una proposta di legge, presentata oggi a FORUM PA, dall’associazione Libera e dal Comune di Napoli. Tre i punti principali: prevedere una maggior grado di aggressione ai patrimoni, specificando la natura mafiosa del bene oltre che del soggetto detentore, indirizzare e facilitare il riuso sociale e produttivo dei beni, costituire un’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Abbiamo intervistato don Luigi Ciotti, presidente Libera.
12 Maggio 2009
Chiara Buongiovanni
La storia italiana dell’antimafia si nutre da decenni di grandi e piccoli eroi, di importanti successi dello Stato, di clamorose immobilità, di immancabile retorica.
Giuseppe Lumia della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia spiega che “il tempo è maturo per adottare una strategia anti-mafia finalmente del giorno prima”.
Centrale in questa strategia è l’approccio normativo ai beni confiscati e il loro conseguente riutilizzo. Su questo punto esiste una proposta di legge, presentata oggi a FORUM PA, dall’associazione Libera e dal Comune di Napoli.
Tre i punti principali della proposta: prevedere un maggior grado di aggressione ai patrimoni, specificando la natura mafiosa del bene oltre che del soggetto detentore, indirizzare e facilitare il riuso sociale e produttivo dei beni, costituire un’Agenzia nazionale per i beni confiscati.
In particolare, la creazione dell’Agenzia nazionale prenderebbe spunto dall’esperienza del Commissario per i beni confiscati, istituito nel 2007 e prevedrebbe un articolazione territoriale in agenzie provinciali, nutrite dall’esperienza delle prefetture, in collaborazione con enti locali e associazioni di volontariato.
Abbiamo colto l’occasione per chiedere a don Luigi Ciotti, presidente di Libera, la visione e la progettualità di una lotta alla mafia che conta sull’esperienza, sul radicamento nel territorio e sull’impegno e il coraggio di ciascuno.
Un ruolo speciale per le pubbliche amministrazioni e per ognuno dei dipendenti pubblici. (come per ognuno di noi)