Autonomie locali e città metropolitane, si accelera sulla strada delle riforme
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha incontrato ieri al Viminale i sindaci e i presidenti di Provincia delle nove “Aree Metropolitane” individuate dalla legge 142 del 1990: Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari. Le città metropolitane, livello istituzionale previsto anche dalla nostra Costituzione a partire dalla riforma del Titolo V del 2001, hanno incontrato fino ad oggi grandi difficoltà sulla strada della realizzazione concreta e il disegno di legge attuativo non è mai stato varato. Ora sembra che l’obiettivo possa essere finalmente raggiunto in tempi brevi: quello di ieri è stato il primo di una serie di incontri in vista della definizione del “Codice delle Autonomie”, a cui il ministro Maroni vuole giungere entro la fine di settembre.
9 Luglio 2008
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha incontrato ieri al Viminale i sindaci e i presidenti di Provincia delle nove “Aree Metropolitane” individuate dalla legge 142 del 1990: Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari. Le città metropolitane, livello istituzionale previsto anche dalla nostra Costituzione a partire dalla riforma del Titolo V del 2001, hanno incontrato fino ad oggi grandi difficoltà sulla strada della realizzazione concreta e il disegno di legge attuativo non è mai stato varato. Ora sembra che l’obiettivo possa essere finalmente raggiunto in tempi brevi: quello di ieri è stato il primo di una serie di incontri in vista della definizione del “Codice delle Autonomie”, a cui il ministro Maroni vuole giungere entro la fine di settembre.
“I nodi da sciogliere sono molti, ma c’è una forte volontà del ministro Maroni a voler arrivare, entro fine settembre, alla definizione della bozza del Codice delle Autonomie, la riforma del testo unico degli enti locali che contiene anche i provvedimenti per le città metropolitane”, ha sottolineato al termine dell’incontro di ieri Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell’Anci. “Abbiamo offerto l’ampia disponibilità dell’Anci a collaborare anche per realizzare la riforma prima delle elezioni amministrative”, ha detto Domenici.
Il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, in una nota ha espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro e ha evidenziato l’impegno del ministro Maroni a convocare una nuova riunione già entro la fine di luglio, in cui sottoporre alla discussione le sue proposte: “Si avvicina la realizzazione della Città metropolitana milanese, l’innovazione istituzionale che da sempre ho indicato come necessaria per affrontare le sfide dello sviluppo dell’area metropolitana milanese e per rendere più semplice ed efficiente il governo integrato dei temi di area vasta”.
“La Città metropolitana – prosegue Penati – sarà un ente nuovo ed efficiente per il governo integrato dell’area metropolitana, e dovrà assorbire tutte le funzioni della Provincia e le più importanti funzioni strategiche del Comune capoluogo e dei Comuni che ne fanno parte, come la pianificazione strategica territoriale, la gestione delle infrastrutture e dei servizi metropolitani. Si tratta di una scelta di grande semplificazione istituzionale, con l’obiettivo di rendere più efficiente il rapporto tra cittadini, mondo economico e imprenditoriale e istituzioni”.
Anche il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, è sulle stesse posizioni di Penati e, già nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del libro “Semplificare l’Italia: Stato Regioni, enti Locali”, a cura di Franco Bassanini, aveva manifestato la sua disponibilità affinché si possa tornare a parlare seriamente dell’istituzione di questo nuovo ente per la città di Roma. Un ente visto come una risorsa per semplificare la vita dei 4 milioni di persone che abitano nell’area della Capitale. Insomma, un sì all’eventuale cancellazione dell’ente Provincia in favore di una più moderna ed efficiente governance locale.
Ascolta l’intervento di giovedì 4 luglio di Nicola Zingaretti
La città metropolitana, infatti, dovrebbe rispondere proprio alle nuove esigenze dettate da alcuni mutamenti nel modo di abitare, vivere e percepire la città e il territorio, legati alla nascita di periferie e Comuni sempre più grandi e popolosi nella cintura attorno ai grandi centri urbani, che spesso restano comunque un punto di riferimento quotidiano, ad esempio per motivi di studio e lavoro.
Bisogna vedere ora se il percorso avviato incontrerà resistenze, dovute all’esclusione o inclusione di determinati Comuni, o ai conflitti di competenza tra i diversi enti locali. Per ora, dall’incontro di ieri sono emerse due ipotesi, come ha messo in evidenza il sindaco di Milano, Letizia Moratti: la prima prevede lo scioglimento della Provincia per tutte le Città metropolitane, la seconda l’attribuzione di una parte delle competenze della Provincia al Comune capoluogo con adesione volontaria dei Comuni limitrofi. Idea, quest’ultima, su cui non tutti sono d’accordo: se Leonardo Domenici, ad esempio, ha detto sì all’ipotesi di meccanismi di adesione volontaria, Nicola Zingaretti ha mostrato molte perplessità. Il sindaco Moratti ha poi lanciato la proposta, condivisa da Domenici, di una legge delega che si concentri sulle funzioni, seguita da decreti delegati singoli per le diverse realtà.