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Come si gestisce una pandemia in una PA? Il caso del Comune di Lecce

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Il vicesindaco di Lecce, Alessandro Delli Noci, intervistato da Gianni Dominici, ci racconta come il Comune di Lecce abbia affrontato la pandemia, a partire dal progetto “Lecce solidale”

4 Giugno 2020

L’emergenza Coronavirus ha impegnato, e continua a farlo, tutti gli attori della nostra società: dalla pubblica amministrazione al terzo settore, dalle imprese alle organizzazioni della società civile. La PA, in questo contesto, è protagonista non solo con i propri enti territoriali e nazionali, come Comuni, Province, Regioni, ma anche al proprio interno, con i suoi stessi dipendenti, che fungono da ruota motrice in ogni processo di cambiamento.

Come si gestisce una pandemia in una PA? Il caso del Comune di Lecce

Nel percorso di avvicinamento a FORUM PA 2020 (#road2ForumPA2020), questa volta Gianni Dominici intervista Alessandro Delli Noci, vicesindaco del Comune di Lecce, che ci racconta la reazione della sua città durante l’emergenza.

L’intervista

“Sindaci e amministratori locali sono la prima interfaccia con la cittadinanza” esordisce il vicesindaco, “e hanno dovuto dare una parola di conforto, oltre alle soluzioni per i problemi occorsi. Questa pandemia ci ha fatto cambiare idea su alcune certezze che avevamo”.

Ma come hanno reagito Lecce e la sua cittadinanza? “La città ha reagito bene, soprattutto nella fase iniziale” risponde Delli Noci, “Noi siamo una delle città del Sud che ha rispettato di più i dettami nazionali legati al lockdown”.

Il Comune ha anche cercato di andare incontro ai propri cittadini attraverso attività di solidarietà: “La reazione più importante l’abbiamo avuta con Lecce Solidale, per cui chi faceva la spesa poteva acquistare qualcosa in più per gli altri. Con questo progetto, anche le aziende hanno donato. Inoltre, siamo riusciti a creare una banca dati delle persone in difficoltà”.

Anche i buoni spesa sono stati erogati in modo smart: “Abbiamo gestito l’erogazione dei buoni pasto attraverso Whatsapp, perché siamo riusciti così a raggiungere tutti, anche chi non accede alla rete o non ha competenze per utilizzare alcuni servizi online. Il vero investimento sulle smart city è provare a sviluppare piattaforme sociali, che digitalizzino il processo della spesa sospesa”.

Quali sono, invece, le criticità riscontrate durante il periodo di pandemia? “Parliamo delle bufale del 5G, ad esempio” aggiunge il vicesindaco, “Sono state dette molte fake news e in questo momento chi voleva generare il panico ha potuto farlo tranquillamente. In questo modo si è generato un blocco del sistema, perché una PA, per gestire una pandemia in questo modo, rischia non gestire con la testa ma con la pancia”.

Infine, un accenno allo Smart Working (sebbene in questo periodo sia più corretto parlare di telelavoro): “Non tutti possono fare lo Smart Working” conclude Delli Noci, “Chi vuole farlo deve avere una buona connettività e una buona dotazione hardware e software. Per questo, ci servono investimenti”.

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