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COVID-19 a Prato: un forte aiuto è arrivato dalla comunità cinese

COVID-19 a Prato: un forte aiuto è arrivato dalla comunità cinese
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Prato ha la seconda comunità cinese più grande in Italia: questo ha permesso alla città di poter affrontare al meglio il virus, grazie alla collaborazione di tutti i cittadini. L’intervista di Gianni Dominici a Benedetta Squittieri, Assessora al bilancio, sviluppo economico, innovazione e agenda digitale, personale del Comune di Prato

22 Giugno 2020

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Redazione FPA

All’inizio, poco prima dell’esplosione definitiva del Coronavirus in Italia, una delle comunità più vessate dagli attacchi intransigenti degli italiani è stata quella dei cinesi, colpevoli, secondo molti, di portare il virus in Italia. Naturalmente, quando si è capito che non era così, l’acredine si è raffreddata e insieme, nel bene o nel male, si è cercato di combattere il Coronavirus nel migliore dei modi.

COVID-19 a Prato: un forte aiuto è arrivato dalla comunità cinese

C’è una città in Italia, Prato, che vanta la seconda comunità cinese più vasta in Italia. Prato ha sfruttato questa ricchezza e ha fatto in modo che la comunità cinese (che definire tale è riduttivo ormai, trattandosi di cittadini italiani da diverse generazioni) potesse aiutare a comprendere meglio i modi per affrontare il COVID-19.

Ne parliamo con Benedetta Squittieri, Assessora al bilancio, sviluppo economico, innovazione e agenda digitale e personale del Comune di Prato che, intervistata da Gianni Dominici, introduce il tema della collaborazione, che sarà fondamentale a FORUM PA 2020, manifestazione che si terrà in digitale dal 6 all’11 luglio.

L’intervista

Partiamo da come l’amministrazione ha affrontato il periodo di lockdown: “Durante il lockdown ci siamo organizzati per il lavoro da remoto” afferma Squittieri, “Nella prima fase abbiamo lavorato per l’approvazione del bilancio preventivo, facendo un grande sforzo. Fin da subito, comunque, abbiamo avuto 500 persone in Smart Working, con ottimi risultati”.

Era gennaio e il Coronavirus ancora non si era diffuso in Italia. Cosa successe a Prato? “Abbiamo iniziato presto ad affrontare il COVID-19: già a gennaio abbiamo lavorato attuando un vero e proprio monitoraggio. Spesso i nostri cittadini tornano in Cina a dicembre per festeggiare il Capodanno cinese. Ci sono stati in quel periodo molti rientri e abbiamo dovuto monitorare queste persone. La responsabilità della comunità cinese è stata importante e anche la collaborazione dei cittadini con le istituzioni”.

Questo ha consentito un maggior controllo a Prato: “Da noi c’è stata una doppia quarantena: chi rientrava dalla Cina aveva già fatto la quarantena lì, rifacendola poi a Prato. Insieme alle scuole, abbiamo monitorato anche i ragazzi che tornavano dalle vacanze fatte in Cina. In effetti il monitoraggio è servito molto: la comunità cinese aveva già visto cosa stava accadendo in Cina e ha trasmesso immediatamente alla città la preoccupazione rispetto a quello che stava accadendo. È stato un aiuto importante per tutta la città, un esempio di collaborazione fondamentale”.

Cosa accadrà nel futuro nell’amministrazione pubblica? “Noi riusciremo a sperimentare forme miste di lavoro da casa e in ufficio nei prossimi mesi” conclude Squittieri, “continuando a gestire i servizi pubblici anche da remoto. Speriamo di arrivare all’autunno già con questa possibilità”.

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