Dal governo con la rete allo stato partner: prima sessione del percorso #rivoluzionePA a #fpa14
Obiettivo: alla fine della tre giorni di FORUM PA stendere una proposta da consegnare al Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione che tenga conto della nuova visione dello stato partner. E’ iniziato oggi con il convegno introdotto dal keynote di William Eggers e moderato da Mauro Bonaretti il percorso del gruppo di lavoro FoGG (Future of Government Group). Ecco una lettura della giornata.
27 Maggio 2014
Erica Sirgiovanni
Obiettivo: alla fine della tre giorni di FORUM PA stendere una proposta da consegnare al Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione che tenga conto della nuova visione dello stato partner. E’ iniziato oggi con il convegno introdotto dal keynote di William Eggers e moderato da Mauro Bonaretti il percorso del gruppo di lavoro FoGG (Future of Government Group). Ecco una lettura della giornata.
Già tra gli anni ’70 e ’80, in Italia, abbiamo assistito al passaggio di consegne di uno Stato che da gestore è diventato regolatore. Sin da allora gli spazi lasciati liberi dall’azione pubblica sono stati via via occupati da nuovi soggetti portatori di paradigmi innovativi e la società, ha cominciato ad accogliere un modello di carattere comunitario nella gestione dei beni comuni.
Oggi più che in qualsiasi altro momento storico si stanno diffondendo nuovi modelli di gestione delle complessità e di policy making. Parliamo di un fenomeno che è caratterizzato da forte spontaneità e mancanza di visione sistemica ma che allo stesso tempo è sintomo evidente di una fortissima vitalità.
Città e territori sono diventati fucine di innovazione: dal welfare sussidiario, alla mobilità, dalle soluzioni per la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità energetica al ritorno della produzione artigiana attraverso i fab lab, dai social network di prossimità alla gestione innovativa dei beni comuni. Un fenomeno sociale al quale sono stati dati nomi diversi ma nessuno di questi è stato capace di descriverne la complessità delle implicazioni che esso porta con sé, sia per i cittadini che per l’ossatura pubblica del paese.
La PA ha compiuto un percorso solo parziale su questo fronte, lasciandosi piuttosto travolgere da un cambiamento spesso non governato, non riuscendo a mettere a sistema le buone pratiche nate sui territori.
Il modello che si sta definendo spontaneamente è quello dello stato partner. Ovvero quello di un soggetto che detiene la funzione di stimolo dell’intelligenza collettiva assumendo il ruolo di facilitatore che sostiene gli altri soggetti cooperanti e dove necessario, guida e abilita la società verso la transizione ad un modello collaborativo che ha diverse declinazioni.
Come emerso anche dal confronto con i partecipanti al convegno in primo luogo è necessaria un’ampia condivisione dei principi ispiratori. Principi che devono poi trasformarsi in azioni concrete, in politiche abilitanti a sostegno dei processi già in corso.
Proprio con il fine di mettere a sistema le esperienze già avviate, in un momento di cambiamento generale, è nato (FoGG), un gruppo di lavoro facilitato da FORUM PA al quale partecipano soggetti e organizzazioni che in questi anni si sono occupati di studiare e applicare nuovi modelli di governo e sviluppo per i territori, le istituzioni e le imprese. L’obiettivo, alla fine delle sessioni di lavoro e della tre giorni di Forum Pa, è la stesura di una proposta da consegnare al Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, in occasione della consultazione: rivoluzione@governo.it, che tenga conto della nuova visione dello stato partner.
Una piccola nota sotrica: Massimo Severo Giannini, nel ’79, nel suo Rapporto sui problemi dellla pubblica amministrazione, per primo aveva intuito il cambiamento che si stava prospettando. Nelle sue pagine indicò allora un nuovo approccio nell’azione pubblica che rendeva i cittadini utenti obbligando l’apparato – dopo decenni di chiusura – a cambiare, posizionandosi al loro fianco. Con queste parole, l’allora Ministro per la Funzione Pubblica, concludeva la sua relazione: “Revisioni tecniche, riforme della pa, riordinamenti e ricostruzioni, da soli non basteranno, dovranno essere accompagnate da modernizzazione delle leggi regolative dell’azione amministrativa. La situazione è sì gravissima ma non irreversibile“.
Una previsione ancora valida nel metodo, per quanto riguarda la recuperabilità della situazione, siamo convinti che questo momento di fervore, possa e debba essere proprio quello giusto.