Dopo la crisi, la ripartenza: le città sono pronte a trasformare il Paese
Le città dovranno avere un ruolo attivo nel veicolare l’iniezione di liquidità attesa con il Recovery Fund. Quali sono le priorità? Ne hanno discusso i sindaci di Modena, Torino, Parma, Ancona, Cagliari e Bari intervenuti alla live conference sul futuro delle città, organizzata da FPA all’interno di Modena Smart Life
30 Settembre 2020
Clara Musacchio
Ricercatrice FPA
Non più un auspicio né un’intenzione: con il Recovery Fund la ripartenza è un mandato che impegna le istituzioni degli Stati Membri – a tutti i livelli- a tracciare la propria roadmap per il riscatto delle comunità dall’incertezza e dalla fragilità che le ha investite.
Per i sindaci – Chiara Appendino (Torino), Federico Pizzarotti (Parma), Valeria Mancinelli (Ancona), Gian Carlo Muzzarelli (Modena), Paolo Truzzu, (Cagliari) e Antonio Decaro (Bari) – intervenuti alla live conference sul futuro delle città, organizzata da FPA all’interno di Modena Smart Life e moderata da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, non c’è dubbio che le città dovranno avere un ruolo attivo nel veicolare l’iniezione di liquidità attesa con il Recovery Fund (209 miliardi all’Italia, tra i maggiori beneficiari, di cui 82 in sussidi e 127 in prestiti).
Le ragioni a candidarsi come protagonisti del cambiamento derivano anche dalla capacità di reazione agli impatti della crisi durante i mesi del lockdown “collegata” – come ha sottolineato il sindaco di Ancona – “ad una peculiare capillarità di rapporto con la realtà”.
“Nonostante il freno che ha investito la macchina istituzionale nel suo complesso”, ha ricordato il sindaco di Modena, “il sistema delle autonomie locali non è rallentato”, dimostrando, anzi, una efficienza superiore a quella degli altri livelli di governo e testimoniata anche dalla capacità di erogare in pochissimi giorni più di 400 milioni di euro di buoni spesa. Di fronte a quella che, per i sindaci intervenuti nel dibattito, è stata “una clamorosa impreparazione di sistema”, gli ingredienti della resilienza per la continuità dell’azione amministrativa locale sono stati:
- la creatività – sottolineata con forza dal sindaco di Cagliari – espressa con la sperimentazione di soluzioni inedite in condizioni di generale carenza di risorse;
- l’ascolto delle esigenze e delle domande del territorio;
- la connessione interna con il proprio personale dirigenziale, esterna con gli altri livelli di governo e orizzontale con le forze del territorio;
- la partecipazione degli attori del terzo settore;
- le infrastrutture e le piattaforme digitali che hanno abilitato e accompagnato tutti i processi;
- lo spirito di responsabilità: “i comuni”, ha sottolineato Antonio Decaro, “a livello locale sono la massima autorità sanitaria secondo i poteri conferiti dall’art. 50 del TUEL. I sindaci hanno deciso di privarsi – spontaneamente ma non facilmente – di quel pezzo di potere e di autonomia, cedendolo al governo e alle regioni, per evitare il rischio che 8.000 centri decisionali diversi vanificassero lo sforzo collettivo di contrasto al COVID”.
Per il futuro, affinché le città possano effettivamente, ma soprattutto efficacemente, rappresentare l’atterraggio sul territorio di politiche centrali, le priorità sulle quali i sindaci hanno concordato riguardano la governance dei processi, il potenziamento delle infrastrutture abilitanti, il consolidamento delle reti istituzionali, economiche e sociali.
In particolare, sono emerse esigenze di semplificazione dei processi di progettazione, gestione e attuazione delle politiche pubbliche, di coordinamento tra i diversi livelli amministrativi, “senza escludere un ripensamento del sistema delle autonomie locali, delle competenze e responsabilità dei sindaci”, come indicato da Federico Pizzarotti di Parma.
“Semplificazione, logica di sistema e partnership pubblico-privata” – secondo Andrea Falessi di Open Fiber – “sono, d’altra parte, le condizioni imprescindibili per completare la rete della fibra ottica nel Paese, il più grande progetto di sviluppo infrastrutturale europeo, paragonabile solo al sistema di elettrificazione degli anni ’60, alla realizzazione dell’autostrada del Sole e dell’alta velocità”.
Per Chiara Appendino “le reti che dovranno accompagnare la ripresa dopo l’emergenza, non sono solo quelle infrastrutturali, ma anche immateriali, con un ruolo non secondario per gli stakeholder economici del territorio e i soggetti del terzo settore, con i quali consolidare un dialogo stabile e non più occasionale”.
Gli obiettivi affidati dalla Commissione Europea al nostro Paese con il Recovery Fund – sostenibilità e transizione ecologica, trasformazione digitale ed equità sociale – riguardano ampiamente gli ambiti di governo e di azione degli enti locali e per questo, come ha evidenziato Decaro, “è fondamentale il lavoro di ANCI nel delineare uno specifico piano per le città e nella interlocuzione con il governo”.
Come già avvenuto per i momenti più bui della storia del Paese, la ripresa passerà dalle città e dai territori e i sindaci sono già pronti a fare la loro parte.
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