FORUM PA Città 2023: l’innovazione digitale nelle città italiane fra servizi online, apertura e connettività

Home Città e Territori FORUM PA Città 2023: l’innovazione digitale nelle città italiane fra servizi online, apertura e connettività

Quali scenari possiamo tracciare analizzando i processi di trasformazione digitale attualmente in corso nelle nostre città? Ne abbiamo parlato in occasione di FORUM PA Città lo scorso 28 novembre, presentando il rapporto ICity Rank 2023, che vuole essere uno strumento a disposizione delle città proprio per analizzare la situazione attuale, i punti di forza e di debolezza in ciascuna realtà e, a partire da questi dati, decidere quali azioni portare avanti e su cosa lavorare. Nell’edizione 2023 della ricerca ci siamo soffermati su tre diverse dimensioni, tutte indispensabili per costruire città e territori sempre più vicine alle famiglie e alle imprese. È disponibile la registrazione integrale dell’evento

1 Dicembre 2023

F

Patrizia Fortunato

Consultant Content Editor, FPA

Siamo alla dodicesima edizione di ICity Rank, la ricerca annuale di FPA sulla trasformazione digitale dei 108 Comuni capoluogo. Quest’anno gli elementi di novità sono molteplici. Non abbiamo stilato un’unica graduatoria come negli anni passati, ma in questa edizione la valutazione delle città è stata articolata in tre diverse dimensioni della trasformazione digitale: “Amministrazioni digitali”, “Comuni aperti” e “Città connesse”. Ne abbiamo parlato il 28 novembre durante l’evento FORUM PA Città 2023, confrontandoci sui risultati raggiunti e sulle prospettive future insieme ai rappresentanti delle città protagoniste della ricerca (qui lo speciale e il documento integrale disponibile per il download).

Questa attività di ricerca si basa sulla logica dell’open innovation, dell’interazione con la community ICity Club (rappresentata quest’anno da 30 città, 16 Comuni capoluogo e 14 città metropolitane) e per questo FORUM PA Città è passato, nel corso degli anni, da evento pubblico a evento riservato alle città della rete, anche se a distanza abbiamo messo a disposizione di tutti la presentazione della ricerca, nella logica che sempre ci accompagna di “allungare le reti”.

Tutto l’evento si può rivedere, la registrazione integrale è disponibile qui.

L’attività di ricerca nasce nel 2012 come indice di sintesi per valutare il livello di “smartness”, basato su indicatori di innovazione legati alla dimensione “governance” delle smart city. Nel corso degli anni, lo schema di ricerca si è evoluto e oggi si focalizza sui processi di trasformazione digitale urbana, con l’obiettivo di fornire alle amministrazioni uno strumento di autovalutazione dei risultati raggiunti per individuarne i punti di forza e di debolezza.

La ricerca è cambiata perché si adatta al contesto in cui si inserisce. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’accelerazione nei processi di digitalizzazione dei Comuni capoluogo, anche a causa del periodo pandemico. “Gli enti locali – ha sottolineato Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA – si sono resi conto che il percorso di trasformazione digitale non è un adempimento, ma una grande opportunità. Ci sono una serie di processi e percorsi di accompagnamento avviati. Le sfide ora sono altre, ad esempio, stiamo cominciando a ragionare sui temi dell’intelligenza artificiale, dell’automazione dei servizi, della raccolta delle informazioni”.

“Il monitoraggio costante effettuato nei 108 capoluoghi italiani e l’acquisizione di informazioni qualitative, realizzata con l’animazione di ICity Club, ci ha permesso di individuare il ruolo pionieristico della trasformazione digitale delle grandi città metropolitane, cui si sono progressivamente affiancate ‘città medie innovatrici’ e le più dinamiche realtà del Mezzogiorno. Durante l’elaborazione dei dati di quest’anno – ha affermato Daniele Fichera, Senior consultant in urban innovation di FPA – ci siamo resi conto che le dinamiche andavano differenziandosi tra le diverse dimensioni e abbiamo costruito uno schema di analisi e di rappresentazione basato sulle tre dimensioni della trasformazione digitale. Abbiamo deciso di produrre per ciascuna di queste dimensioni (amministrazione, apertura, connessione) un indice, una graduatoria specifica e separata, sulla base di 37 indicatori”.

“Tra le diverse dimensioni è interessante capire le varianze interne in termini di servizi digitali. Le città – fa notare Dominici – sono abbastanza compatte. Si è raggiunto un livello omogeneo in termini di qualità dei servizi digitali e, al contrario, grandi differenze si vedono ancora sulla dimensione città connesse”.

Gianni Dominici (FPA): "Digitalizzazione delle città capoluogo: un'analisi dei cambiamenti in corso"

Amministrazioni digitali e città sempre più vicine

L’indice “Amministrazioni digitali” rappresenta la media ponderata di 10 indicatori, a loro volta costruiti sulla base di 79 variabili, distribuiti su tre macro ambiti: i servizi online, le piattaforme nazionali (CIE, pagoPA, app IO) e i siti web.

“In questa dimensione – ha spiegato Andrea Baldassarre, Responsabile Area Content di FPA – sono accorpati gli indicatori che riguardano buona parte delle componenti del Piano triennale ICT, finalizzate al miglioramento dei servizi digitali rivolti all’utenza esterna. Sono gli indicatori maggiormente impattati dalle misure del PNRR relative alla digitalizzazione della PA, in particolar modo quelle rivolte alle realtà territoriali che transitano dalla piattaforma PA digitale 2026”.

La ricerca ha tracciato un trend per questa dimensione. È stato elaborato un indice di copertura che fornisce un’indicazione sintetica sulla disponibilità complessiva di 10 servizi principali sui 108 Comuni capoluogo. “In 5 anni la percentuale di copertura è passata dal 41% all’89% nel 2003, avvicinandosi alla soglia del 100% del perimetro”, come ha evidenziato Baldassarre. Non solo, “il numero dei Comuni capoluogo che offre almeno 8 dei 10 servizi è passato da 10 a 93, evidentemente stiamo procedendo verso una omogeneizzazione dell’offerta dei servizi sempre più spinta”.

Si sta assistendo a un processo di omogeneizzazione crescente, tuttavia “siamo in presenza di differenze che vengono calcolate sulla base di due fattori strutturali: la dimensione demografica e la collocazione geografica in termini dell’atavico ritardo delle realtà del sud rispetto a quelle del centro nord”. Senza entrare nei dettagli della classifica specifica per dimensione, invitiamo a consultare la presentazione completa della ricerca disponibile qui.

Nel video dell’evento potrete ascoltare i commenti di Maurizio Manzi, Assessore al Bilancio, Innovazione e Digitalizzazione del Comune di Cremona (città top performer in questa dimensione), che ha evidenziato il ruolo del Dipartimento Trasformazione Digitale (DTD), quale punto di riferimento per la propria amministrazione nell’evoluzione della transizione digitale, e di Pierluigi Carugno, Direttore Generale del Comune di Pescara, che ha evidenziato le iniziative messe in atto dal DTD: l’implementazione di un sistema facile per l’accesso ai voucher; l’attenzione non solo alle grandi amministrazioni ma a tutte le amministrazioni, il cui coinvolgimento sarà utile per tutti e permetterà di condividere dati, informazioni e migliori pratiche.

“Il 99% dei Comuni ha partecipato, indipendentemente dalla grandezza, a 5 misure su 6 del PNRR”, ad evidenziarlo Luca Rigoni, Responsabile Relazioni Istituzionali del Dipartimento Trasformazione Digitale. “Non ci sono significative differenze territoriali tra nord e sud, ora si apre la fase attuativa. Le risorse sono state messe a disposizione ed è stata garantita un’architettura comune, si tratta di raggiungere gli obiettivi nei tempi e nei modi previsti dai target comunitari (particolarmente stringenti). La fase attuativa è una fase rilevante in cui il Dipartimento cercherà – ha sottolineato Rigoni – di dare continuità al rapporto e all’accompagnamento delle singole amministrazioni”. La fase di realizzazione delle iniziative per Rigoni comporta, da un lato, un forte governo delle attività a livello locale e, dall’altro, un maturo coinvolgimento del mondo della fornitura.

Luca Rigoni (DTD): "Fase decisiva per il PNRR: coinvolgimento dei Comuni e obiettivi da raggiungere"

Comuni aperti ed evoluzione dei canali digitali

Con questa seconda dimensione si osserva il modo in cui i 108 Comuni capoluogo interagiscono e comunicano. La dimensione “Comuni aperti” si compone di tre ambiti per un totale di 17 indicatori e 56 variabili: social PA nel quale si osserva la diffusione dei quattro canali social presi in considerazione (Twitter/X, Youtube, Facebook e Instagram), il loro livello di aggiornamento e la loro produttività data dal rapporto tra i post pubblicati rispetto al massimo osservato; Open Data, nel quale si osserva la numerosità di dataset pubblicati su siti comunali e regionali, la qualità degli Open Data e la presenza di strumenti cartografici (Open Data georeferenziati); e, infine, app municipali.

La dimensione “Comuni aperti” progredisce a un ritmo diverso rispetto alla dimensione “Amministrazioni digitali”. “Ci sono ancora delle differenze tra le città – ha affermato Giovanna Stagno, Responsabile Area Advisory e Gare di FPA -, anche perché gli indicatori che afferiscono a questa dimensione sono diversi fra di loro e si riferiscono a modelli diversi: ci sono modelli più maturi, pensiamo a quelli per la gestione degli Open Data, mentre ci sono modelli non strutturati, non canonici, come quelli relativi alla comunicazione”.

Quali sono i trend per questa dimensione? È stato calcolato un indice sintetico relativo all’andamento della diffusione dei quattro canali – Twitter/X, Youtube, Facebook e Instagram – nei 108 comuni capoluogo negli ultimi 7 anni. Si registra un aumento del 100% con un notevole incremento tra il 2019 e il 2020, favorito anche dalla pandemia che ha spinto l’adozione di strumenti di comunicazione digitale. Negli ultimi anni la crescita continua, ma a ritmi più contenuti.

Nel documento di ricerca potete scorrere i risultati per collocazione geografica e dimensione demografica. Il gap tra il meridione e il settentrione è ancora alto, con una differenza di 18 punti rispetto al punteggio medio. Sulla dimensione demografica il gap si amplia ulteriormente: i comuni piccoli fino a 50mila abitanti hanno un punteggio medio di 43,3 i comuni grandi oltre 250mila abitanti hanno un punteggio di 76,2.

Nel video dell’evento potete ascoltare i commenti della città intervenute rispetto al trend e al loro posizionamento all’interno dell’indice. Alfredo Viglienzoni, Direttore Direzione Tecnologie, Digitalizzazione e Smart City del Comune di Genova, crede che la differenza sia data anche dall’architettura del sistema informatico dell’ente e delle sue partecipate. Ha affermato: “La prima cosa che abbiamo fatto alcuni anni fa è stato lavorare sull’interoperabilità tra i nostri applicativi. Quelli che erano maturi e sufficientemente robusti per supportare l’interoperabilità sono stati connessi tra loro e questo ha consentito di realizzare una serie di servizi verso la cittadinanza, come il fascicolo del cittadino”. Enrico Colaiacovo, Direttore Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale, sta provvedendo a una riorganizzazione del dipartimento e ha istituito un’unità organizzativa dedicata al Data Management, che dovrebbe riuscire a trainare le capacità dei Data Scientist e sbloccare il potenziale dell’organizzazione.

L’Istat ha avviato dei progetti di ricerca per valutare come vengono scambiati i messaggi sui social e quale sia lo stato d’animo degli utenti rispetto a determinati argomenti. Ad evidenziarlo Sara Letardi, Tecnologa della Direzione Centrale Tecnologie Informatiche di Istat, che ha affermato: “Ci stiamo muovendo attraverso la sentiment analysis, una metodologia che permette attraverso lo studio dei messaggi provenienti dai social di identificare se l’opinione verso un servizio sia positiva, negativa o neutra”. Nello specifico, da qualche anno, l’istituto ha reso disponibile un nuovo indice sperimentale, il Social Mood on Economy Index (SMEI), che fornisce misure del sentiment dei cittadini sull’economia, ottenuto tramite l’analisi dei tweet pubblici scambiati online.

Le grandi città al primo posto nella connettività

“Città Connesse” misura l’impatto della trasformazione digitale sul governo delle città. L’indice rappresenta la media ponderata di 10 indicatori, a loro volta ottenuti attraverso la rilevazione di 36 variabili, distribuiti su due ambiti: reti di connessione, che contempla indicatori sulla disponibilità di connettività Wi-Fi pubblica, sulla presenza di reti mobili e cablatura; digitalizzazione urbana, che attiene a indicatori sulla presenza o assenza di rete semaforica, raccolta rifiuti, illuminazione pubblica, infomobilità, gestione del verde, a cui è stato aggiunto quest’anno l’indicatore “piattaforme smart city”.

C’è una varianza significativa rispetto alle altre dimensioni. È da notare la differenza dei punteggi medi tra grandi città e città di dimensioni medie o piccole: le città con una popolazione superiore a 250mila abitanti hanno una connettività totale superiore. Come ha evidenziato Gianni Dominici, questo risultato ha capovolto alcune riflessioni fatte negli anni, soprattutto riguardo all’impatto dello smart working sulla geografia urbana. Si sperava che ci fosse la possibilità di rivedere la geografia in modo che le grandi metropoli non fossero più l’unico luogo privilegiato, ma in realtà questo non è accaduto.

È stato individuato un trend sui servizi di infomobilità nei Comuni capoluogo, quei servizi che includono tutte le soluzioni legate alla mobilità urbana, come le fermate connesse, le informazioni sugli orari dei mezzi di trasporto, e le indicazioni relative ai parcheggi a pagamento tramite app o dispositivi che consentono l’accesso alle zone a traffico limitato (ZTL). Dal 2021 al 2022, la copertura dei servizi di infomobilità è aumentata significativamente, passando dal 60% al 70%. Nel 2023, questa percentuale è cresciuta in misura decisamente minore, arrivando al 73%.

Nel video dell’evento potete ascoltare i commenti della città intervenute. Cagliari ha deciso di investire sulla rete di connessione comunale, di porre l’accento sulla qualità del servizio offerto e sulla tipologia dei servizi stessi. Alessandro Guarracino, Assessore all’innovazione tecnologica, ambiente e politiche del mare del Comune di Cagliari, ha, infatti, affermato: “la connessione in sé è un aspetto strutturale, deve essere connesso ai servizi che devono essere erogati e ai dati disponibili”. “La connettività implica anche la capacità di connettersi con le aziende con cui si riesce a generare valore, secondo una visione olistica della città”, ad affermarlo Layla Pavone, Coordinatrice Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale di Comune di Milano. La piattaforma “Cyber Secure City”, lanciata recentemente dal Comune di Milano, è un esempio perfetto delle possibilità che emergono dalla collaborazione tra settore pubblico e privato.

Come abbiamo visto, le città metropolitane stanno ottenendo buoni risultati nella dimensione delle città connesse. Giorgio Martini, Autorità di Gestione del PON Metro e del PN Metro Plus, ha evidenziato il ruolo centrale svolto dall’azione del programma PON Metro (ormai in fase di chiusura). Martini ha sottolineato gli elementi di forza di questo programma, tra cui la collaborazione strutturale sostenuta da una governance verticale: l’Agenzia per la coesione che ha un ruolo di Autorità di gestione, i 14 comuni capoluogo delle città metropolitane e il sistema dei comuni delle città metropolitane. L’elemento di collaborazione orizzontale è stato altrettanto importante, con lo scambio di esperienze e la condivisione di tecnologie e piattaforme tematiche tra le città. È stato inoltre menzionato il coinvolgimento dei comuni della cintura metropolitana come aspetto che potrebbe essere migliorato e ripreso nella nuova programmazione. Ed è stato infine evidenziato il tentativo di sperimentare nuove soluzioni di Digital Twin.

Scenari diversi nelle città italiane

In conclusione, abbiamo scelto di creare tre indici diversi perché rappresentano prospettive e andamenti distinti. Analizzando le tabelle delle differenze dei tre indici per dimensioni demografiche, si osserva che nella dimensione “Amministrazioni digitali” la scala dei valori è quasi piatta, mentre nella dimensione “Comuni aperti” segue un andamento progressivo e nella dimensione “Città connesse” si evidenzia uno scarto dicotomico: grandi e medio grandi Comuni da una parte; piccoli e medio piccoli Comuni dall’altra. Esaminando, invece, le differenze per dimensioni geografiche, emerge che nella dimensione “Amministrazioni digitali” vi sono scarti relativamente piccoli; nella dimensione “Comuni aperti”, si osservano scarti più significativi, probabilmente influenzati da fattori soggettivi, mentre nella dimensione “Città connesse” si nota un andamento progressivo in correlazione alla dimensione delle città, il che potrebbe essere attribuito alla maggiore disponibilità di risorse umane e finanziarie.

Il confronto delle top ten, per il quale si rimanda qui per un’analisi dettagliata, rende immediatamente evidente la diversità delle situazioni: otto dei dieci comuni nella classifica “amministrazioni digitali” sono capoluoghi non metropolitani, mentre i capoluoghi metropolitani dominano la dimensione “Città aperte” soprattutto nel nord del paese; le città metropolitane sono anche in capo alla dimensione “Città connesse”, ma sono presenti due città del sud. Bergamo, Firenze, Milano e Modena si sono posizionate tra le prime dieci posizioni in tutte e tre le graduatorie.

Ascoltiamo cosa ci hanno detto i referenti delle quattro “città leader dell’innovazione olistica”:

  • Giacomo Angeloni, Assessore all’Innovazione e Semplificazione del Comune di Bergamo
  • Daniele Biagioni, Responsabile ufficio comunicazione e partecipazione del Comune di Modena
  • Layla Pavone, Coordinatrice Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano
  • Alessandra Innocenti, Presidente della Commissione consiliare per la smart city del Comune di Firenze

Le sintesi e le prospettive per il 2024

Daniele Fichera ha sintetizzato così quanto emerso da ICity Rank 2023: “Sono evidenti tre scenari diversi, per questo abbiamo scelto di non avere un unico indice ma di cogliere gli elementi essenziali delle tre dimensioni per comprendere insieme, nel lavoro che faremo quest’anno con la community City Club, se il paradigma proposto funziona e come possa essere sviluppato. In sintesi, la dimensione “Amministrazioni digitali” ha un modello definito, la crescita è omogenea, il processo di digitalizzazione è in completamento per tutti i Comuni (lo vedremo soprattutto l’anno prossimo quando andremo a misurare su questi stessi valori l’effetto del PNRR), la governance è chiara ed è unitaria. Per la dimensione “Comuni aperti” lo scenario è molto più variegato: i modelli di riferimento presentano livelli di maturazione differenziati, la crescita è graduata, il processo è in consolidamento, la governance è frammentata. Per quanto riguarda la dimensione “Città connesse” la governance non è presente nelle amministrazioni, ma è principalmente nelle mani delle società di servizi. Il modello non è ancora definito, la crescita è selettiva e il processo è in fase iniziale”.

Per ciascuna delle tre dimensioni, abbiamo cercato di prevedere anche cosa potrebbe accadere nei prossimi anni. Nella dimensione “Amministrazioni digitali”, si prevede un effetto elastico con uno stimolo alla domanda. Per i “Comuni aperti”, ci aspettiamo una crescita nell’uso dei social media e potrebbe essere utile aprire un luogo di confronto per gestirli in modo più efficace. Nella dimensione “Città connesse”, si stanno moltiplicando le esperienze, soprattutto nelle città metropolitane e c’è l’aspirazione a creare una Smart City Control Room in cui si possa accedere a un Digital Twin.

In termini di amministrazioni digitali, è importante trovare indicatori omogenei per misurare la domanda e abbiamo bisogno di dati affidabili per tutti i 108 Comuni capoluogo. Per quanto riguarda i “Comuni aperti”, si lavorerà sull’organizzazione, la strutturazione e la qualificazione dei dati aperti, in particolare quelli georeferenziati. Nella dimensione “città connesse”, ci sono ancora aspetti difficili da misurare, come la videosorveglianza, e pian piano sarà necessario costruire anche dei sistemi di valutazione. Nel 2024 ICity Club dovrà diventare sempre più il luogo in cui portare avanti questo lavoro, stabilire criteri e parametri di riferimento.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!